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"Sai, non ci stupisce che tuo padre sia morto, era un mostro e da mostro se ne è andato" avevano iniziato a gridare i licantropi
"Era un abominio, non degno del sangue di famiglia" continuarono i vampiri
"Ha ucciso sua madre, la Natura l'ha maledetto è ha maledetto la donna che gli ha dato un figlio" finirono di dire le streghe.
Mi stavano tutti fissando con sgiardi pieni di odio.
Era stata un'idea del preside Saltzman presentarmi al collegio, ed ora se ne era pentito.
"Basta, non è questo che vi ho insegnato, vergognatevi. Ora alzatevi e andate a lezione. TUTTI"
Così mentre tutti l'asciavano l'atrio io mi diressi nel bosco che circondava l'edificio.

Fare incantesimi mi calmava e non avevo neanche bisogno di recitare formule
"Scusami..." mi disse una voce, mi girai e vidi una ragazza dai capelli corvini
"Non volevo spaventarti, mi chiamo Josette Saltzam, per gli amici Josie. So che non dovrebbero essere affari miei, ma come fai a fare incantesimi senza usare formule?"
La guardai, non mi odiava e non mi temeva,semplicemente mi stava parlando.
Decisi di fidarmi e le raccontai tutta la storia
"Alla mia nascita ero morto, se non cerebralmente, lo ero fisicamente, mio padre mi disse che mia zia Freya prego la natura e che essa pose il suo spirito in me. Da quel giorno riesco a capire chi, quando e dove ha praticato la magia.
Speravo solo che qua non mi giudicassero per colpa di mio padre. Sai, i libri dicono chi é e cosa ha compiuto, ma nessuno cita i sacrifici che ha fatto per la famiglia".
" e dicci, cosa ha fatto per la famiglia? Per suo figlio? Niente,ti ha abbandonato"
Ci girammo e ci ritrovammo davanti alcuni studenti. Erano tutti sul piede di guerra, non mi trattenni piú, ed iniziai a piangere.
In contemporanea il cielo inzio ad uscurarsi e la terra inzio a tremare.
Li fissai uno a uno " voi mi odiate per quello che mio padre ha compiuto, ma ditemi i vostri genitori vi sono stati affianco quando vi siete trasformati? Voi siete fortunati i vostri padri sono vivi e vi vogliono bene, ma non giudicate me perciò che la mia famiglia ha fatto".
Detto questo li lasciai e chiesi a josie di accompagnarmi in camera.
Appena entrammo presi una scatoletta dalla mia valigia, chiusi a chiave la porta e aprii la scatoletta
" scusami, vorrei che tu non lo vedessi. Ma dato che sei qui ti prego mantieni il segreto".
Mi tolsi i bracciali che ornavano il mio braccio e li disposi nella scatola.
Subito apparvero due spiriti: il primo, quello alla mia destra rapresentava una anziana che filava la lana.
Il secondo spirito, quello alla mia sinistra, era un bambino che guardava uno specchio buio.
Mi rimisi i monili e le spiegai.
"C'è un motivo se ero morto alla mia nascita: il mio corpo da tribrido era l'unico abbastanza forte da contenere tre spiriti:
Quello della Natura, che comanda sulla magia e sugli esseri sovrannaturali;
Quello della Vita, rappresentato dall'anziana filante;
Quello dell'Equilibrio nell'Altraparte, lo specchio ed il bambino.
Sono nato per custodire l'equilibrio tra questi tre spiriti. Sarò eterno, ma solo.
La mia vita è un dono e una maledizione. Sarò costretto a errare in eterno, non dovrò mai attaccarmi a nessuno in particolare.
Rimpiango solo di non aver potuto far riunire la mia famiglia"
Scoppiai a piangere, Josie si inginocchiò e mi consolò, dopo di che continuammo a fare il tour dell'Istituto.
A fine giornata, il preside Saltzman mi cambiò di camera in una singola più isolate delle altre.
Appena fui solo presi il telefono e feciuna videochiamata con mio zio Kol.
"Capisci, mi odiano solo perchè odiano ciò che era Klaus prima di me, come gli vorrei insegnare il vero rispetto per i defunti"
facendo ben intendere le mie intenzioni
"Calmati Axel, o scatenerai l'inferno".
Ci mettemmo a ridere.
"Parlando d'altro, tu e Davina? Tutto ok?"
"Si, ci sposiamo tra due mesi..."
Ci fu qualche secondo di silenzio.
"Scusami, non volevo"
"Lo capiso, vorrei essere presente, ma rischierei che il Vuoto tornasse"
"Ti vogliamo bene"
"Anche io, ci sentiamo domani"
Spensi il telefono e guardai l'orologio erano le 23:10; presi una foto dalla valigia e la misi sul comodino.

"Scusami, non volevo""Lo capiso, vorrei essere presente, ma rischierei che il Vuoto tornasse""Ti vogliamo bene""Anche io, ci sentiamo domani"Spensi il telefono e guardai l'orologio erano le 23:10; presi una foto dalla valigia e la misi sul comodino

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"Vi voglio bene" dissi e mi misi a dormire.
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