Capitolo 57

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Chloe

Ieri sera sono rientrata immediatamente dentro il dormitorio e ho lasciato lì sulla soglia della porta Dylan senza aggiungere una parola.

Sono mortificata per averlo trattato in quel modo, ma non può trattarmi come gli pare e poi venirmi a chiedere scusa.

Certe volte delle semplici scuse non bastano, a maggior ragione per una ragazza come me che crede poco alle parole e molto di più ai fatti.

Tutti sono in grado di abbindolare una persona con le proprie doti, ma i fatti sono la migliore dimostrazione di ogni rapporto.

Con questo non sto dicendo che Dylan sia uno dei pochi fatti, il problema è che non capisco mai niente quando sono con lui.

Un giorno mi bacia, l'altro ancora mi ignora, poi torna e mi dice che ha bisogno di me, successivamente mi tratta di merda però poi quando mi vede con un'altra persona si incazza a tal punto da farmi una scenata di gelosia.

Pur di stare con lui sarei anche disposta ad accettare tutto questo, compresi i suoi sbalzi d'umore, però qui sembra venirmi tutto contro e se stare con lui deve essere un pericolo costante, purtroppo sono costretta a lasciarlo andare.

È una persona molto orgogliosa e basta vedere il suo comportamento di ieri sera.

Mi ha fatto pesare il fatto di aver baciato Noah, quando lui per tutta la sera si è limonato con Alison. Ogni volta che si baciavano il mio cuore perdeva un battito.

Io non voglio che cambi, non voglio che diventi un'altra persona solo per me, anche se è quello che vuole fare, desidero soltanto che capisca la gravità delle sue azioni.

Non ho bisogno di una persona che mi crea danno, io ho bisogno di certezze e più una persona mi fa male più mi allontano.

Gli ho promesso di non andarmene mai e voglio mantenere questa promessa, perché mi ritengo una persona matura, determinata ma soprattutto coerente con ciò che dice.

Se so di non poter mantenere una promessa resto in silenzio, faccio un passo indietro e non prometto niente, ma per Dylan sarei disposta a fare di tutto.

Quando mi ha pregato di non lasciarlo come ha fatto la madre, mi sono sciolta. Quegli occhi verdi e pieni di dolore che mi scongiuravano di rimanere con lui, nonostante il suo carattere difficile, erano meravigliosi ed era impossibile digli di no.

In questo momento sono sul letto sdraiata a pancia in su e non smetto di pensare.

Ho mille pensieri in testa e ognuno di essi mi porta in una strada diversa. Non smetto di pensare alle parole di Dylan.

Un continuo fastidio di nocche che battono sulla porta della mia stanza, mi riporta alla realtà. Lea va ad aprire e una figura alta si precipita in stanza, è Dylan.

<<Buongiorno anche a te eh>> sbuffa Lea guardando ancora con occhi ancora assonnati Dylan, ma a lui non sembra importarsene tanto.

<<Buongiorno>> dice svogliato.

Lea chiude la porta alle sue spalle e va a sdraiarsi di nuovo sul suo letto.

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