Capitolo 30

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Dylan

Mi fa male vederla così.
Non merita ciò che le ha fatto quel bastardo del padre.

Dio santo!! Se solo me lo ritrovassi davanti gli spaccherei la faccia.

Sono qui, in cucina, con un'essere prezioso che piange sopra la mia spalla.
Cerco di tranquillizzarla ma non è così facile come credevo.

Si stacca da me e le asciugo quelle lacrime che le rigano il viso.

<<Non potrò mai sostituire tuo padre, ma voglio impegnarmi a renderti felice, e per davvero questa volta>>.

Le sorrido e senza replicare mi abbraccia.

Non so nemmeno io perché l'ho detto, non riesco a prendermi cura di me stesso figuriamoci di un'altra persona.

Non mi capacito di come in sole tre settimane lei abbia potuto essere così stravolgente nella mia vita, a tal punto di mandare tutto a puttane. Io fino a prima della sua conoscenza non tenevo a nessuno e adesso guardare.
Improvvisamente mi sento bloccato in un mondo parallelo con una persona che conosco a malapena.

<<Non farmi soffrire Dylan, ti scongiuro>> mi supplica e le si inclina la voce.

<<Ci proverò>>, mi avvicino a lei e la bacio a stampo. 

<<Prometti?>> mi chiede.

Perché lo sto facendo?
Rimprovero a me stesso.

<<Prometto>> rispondo.

Sappiamo tutti quanti che la farò soffrire, che sicuramente le spezzerò il cuore.
Sono uno stronzo a dirle una cosa del genere, a rassicurarla in questo modo e a farle credere in una promessa che so per certo di non riuscire a mantenere.

Sono un bastardo, eppure? Mi da fastidio vederla con altri.

Questo si chiama egoismo giusto?

È difficile capire come mi sento.
Non è amore, questo è poco ma sicuro.
Io non so cos'è l'amore, so solo che cos'è una forte attrazione fisica ma qui l'unico problema è che non è nemmeno quella.
Non del tutto perlomeno.

Lei si stacca da me e mi guarda negli occhi.

<<Adesso vado, è meglio che ritorni al dormitorio altrimenti Lea si preoccuperà. Sai.. Sa essere molto protettiva è come minimo e quando arriverò, mi tartasserà di domande>> ammette lei.

<<Vestita in quel modo?>> chiedo guardandola.

<<Perché? Che c'è che non va? È solo il vestito di ieri sera>> mi fa notare.

<<Proprio per questo Chloe, non puoi andare in giro così di mattina. Chi ti vede può pensare che tu abbia finito il tuo turno per oggi>> annuncio in tono divertito.

Solo dopo pochi secondi dopo mi rendo conto della cazzata che ho appena detto.

Lei corruga la fronte, e si rabbuia.

<<Che hai detto?>>, i suoi occhi si riempiono di lacrime e la domanda mi sorge spontanea.

Perché questa ragazza deve sempre piangere?

<<Chloe scusami, non volevo offenderti.. Mi è uscita così>>, mi avvicino a lei, ma nel mentre fa un passo indietro e si ritrai.

<<Certo Dylan, ti escono tutte così. Non pensi mai prima di parlare, mai>> ribatte irritata.

<<Ti ho detto che mi dispiace. Che cosa vuoi di più?>> chiedo innervosendomi.

<<Vaffanculo>>, prende le sue cose e se ne esce di casa.

La seguo e urlo il suo nome, ma lei prosegue a diritto senza nemmeno girarsi.

A quel punto me ne rientro in casa e sbuffo.

Quanto sono complicate le donne?

Un momento prima ti dicono cose dolci e poi si incazzano.

È vero, ok, ho sbagliato ad avergli detto quelle parole ma era uno scherzo.
Non volevo offenderla, era solo una battuta di pessimo gusto che lei non ha gradito evidentemente.

Comunque vedete? Sto già fallendo nella mia promessa ragazzi.

Le ho promesso che non l'avrei fatta soffrire e che mi sarei preso cura di lei, ma a quanto pare sto già partendo con il piede sbagliato.

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