Capitolo 2

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Chloe

Non appena finisco di posizionare tutti i Cd e i libri nello scaffale affianco al mio letto, inizio a posizionare tutti i miei vestiti nell'armadio.

Prendendo il telefono e mi accorgo che sono passate all'incirca due orette da quando mamma se n'è andata.
Le avevo detto di chiamarmi e non l'ha fatto.

Sarà successo qualcosa?

<<Ehi comunque se ti va, che ne dici di andare a fare un giro per il college? Ti faccio conoscere anche i miei amici>> la voce di Lea mi riporta alla realtà.

<<Oh si ma certo mi farebbe molto piacere>> dico con aria tranquilla.

Una delle mie paure era proprio questa. Non fare amicizia. Sono una ragazza molto timida e spesso le persone mi giudicano subito dall'aspetto, pensando che sia la solita ragazza studiosa, noiosa che non sa crearsi una vita.
Non sono così, piano piano lo scoprirete pure voi. Spero solo che questi "amici" siamo più o meno come me. Non parlo in ambito scolastico, sto parlando di personalità.
Amo avere attorno a me la tranquillità e persone che fumano, bevano e hanno una condotta pessima con me non vanno d'accordo.

Usciamo dalla stanza e proprio in quel momento mi arriva un messaggio da mamma dove mi comunica che è arrivata solo adesso a casa. Le rispondo tranquillamente e insieme a Lea mi dirigo dentro un bar che anch'esso si trova all'interno del college.

Lea si dirige verso un gruppo di ragazzi, ed io la seguo, rimanendo qualche passo indietro di lei.
Spero davvero che siano simpatici.
Non ho difficoltà a fare amicizia, ma la mia timidezza mi blocca in tutto.

<<Ehi ragazzi, lei è Chloe la mia nuova compagna di stanza, loro sono Carol e Samuel>> dice indicandomi.

Una ragazza mora con i capelli lunghi e mossi viene verso di me e mi abbraccia.

<<Ehi tesoro benvenuta al campus, spero che ti diverta stando qua>> mi sorride e mi stringe entrambe le mani in segno d'incoraggiamento.

Successivamente un ragazzo moro, alto, con un sorriso stupendo e con degli occhi color nutella, viene verso di me e si presenta porgendomi la mano.

<<Piacere sono Samuel, spero che tu ti possa trovare bene sia con noi e in generale con la scuola>> mi sorride.

<<Sicuramente sarà così>> sorrido a mia volta e poi mi volto verso il locale per ammirarne ogni particolare. Ci sono vari graffiti sui muri e tanti quadri appesi.

<<Ah Lea quasi dimenticavo... Prima mi ha chiamato Tyler e mi ha detto che sabato siamo tutti invitati a casa di Dylan, per festeggiare l'inizio del nuovo anno scolastico>> dice staccandosi un attimo da me per guardare Lea.

<<Bene perfetto>> sorride e mi guarda.

Quest'ultima viene verso di me e mi appoggia entrambe le mani sulle spalle, poi sicura di se dice: <<tu cara mia verrai con noi>>.

<<Ehm mi piacerebbe tanto ma non credo sia una buona idea>> aggiungo.

Odio le feste, non fanno per me.
Ragazzi ubriachi, odore di erba da per tutto, gente che vomita, musica assordante e ragazze che si strusciano sopra i ragazzi.
Che schifo.

<<E perché no? Dai vieni, ci divertiremo>> insiste. Odio le persone che lo fanno.
Se uno dice di no è no, basta.

<<Scusa ma no..>> ripeto.

<<Non dirmi che ad ogni festa a cui ti inviterò tu mi dirai di no per startene in camera tua ad annoiarti. Guarda che qui se ne fanno un sacco di serate di questo tipo>> mi avverte.

<<Non fanno per me le feste>> rivelo.

<<Ti prometto che staremo poco e se vorrai andare via prima lo faremo>> insiste nuovamente. Roteo gli occhi e nonostante non conosca ancora bene la ragazza difronte a me, qualcosa mi dice che devo accettare.

<<E va bene verrò>> dico infine.

<<Molto bene Chloe, così mi piaci>> scoppia a ridere facendo ridere anche me e gli altri.

<<Be' Chloe raccontaci un po di te, da dove vieni? Sei fidanzata? Mostraci qualcosa di te..>> dice Calor spingendomi verso il divanetto per farmi sedere.

<<Be' ecco, sono nata in Italia, precisamente a Verona. Ho vissuto per poco tempo in quella città, poi mi sono trasferita a casa dei miei nonni insieme a mia mamma, a Firenze.
I miei genitori sono entrambi italiani ma i miei nonni, nonché i loro rispettivi genitori sono di origine americana e da questo deriva il mio cognome, Johnson.
Mio padre purtroppo non l'ho più, perché quando scoprì che mia madre era incinta, scappò di casa e senza dire nulla a nessuno si creò un'altra famiglia proprio qui a Los Angeles>> mi blocco un attimo prima di continuare a parlare.
Maledetto nodo alla gola.

<<Wow Chloe.. deve essere stata dura per te..>> mi dice Carol con voce triste.

<<Sì, è stata dura e lo è tutt'ora, ma mia mamma non mi ha mai fatto mancare nulla, nemmeno una volta.E comunque sì, sono fidanzata da ormai tre anni>> confesso sviando l'argomento "papà".

<<Si chiama Noah, gli devo davvero tanto.. Mi è stato molto vicino in questi anni, gli devo tutto in pratica. Nessuno potrà mai rimpiazzare mio padre ma sto bene anche così>> dico una mezza verità.

È vero, nessuno potrà mai rimpiazzare mio padre, ma non è vero che sto bene anche così.

Come faccio a stare bene, se l'uomo più importante della mia vita non mi vuole?

Sorrido per evitare di non piangere, a causa della cavolata che ho appena detto.

<<Per dieci anni ho vissuto in Italia poi però mi sono trasferita a San Diego, a causa del lavoro di mia madre e infine eccomi qui, in questo magnifico college. Ancora non ci credo>> concludo il discorso con un sorriso.

<<Essere qui rende orgogliose molte persone. Quasi tutti i collegiali che sono qui si meritano di starci, ma altri proprio no>> dice Samuel.

<<Perché dici così?>> gli domando guardandolo con aria curiosa.

<<Be' ecco... vedi, diciamo che il gruppo di Dylan non è proprio il massimo>> dice toccandosi le mani nervosamente.

<<Non mi sembra il caso di parlare di Dylan proprio ora>> interviene Lea rimproverando Samuel. Non capisco... Che succede?

<<Che intendi scusa? E poi scusate la domanda ignorante: ma chi è questo Dylan?>> chiedo ancora più curiosa.

Carol manda un'occhiataccia a Samuel, ma quest'ultimo la ignora e inizia a parlare.

<<Il suo gruppo è formato da tre ragazze e tre ragazzi, stanno sempre tra di loro e non rivolgono la parola quasi a nessuno.
Il capo gruppo è Dylan, poi c'è Tyler, nonché mio fratello, e infine Logan. Sono i più puttanieri di tutto il college, anche se Dylan non lo batte nessuno.
E be' invece poi parlando delle tre ragazze, possiamo dire che la danno al primo che passa, e quest'ultime portano il nome di Chanel, Alison e Crystal>> dice tutto d'un fiato.

Sentendo le sue parole mi sembra di stare in uno di quei film dove c'è il classico bad boy che si crede dio sceso in terra.
Spero di non avere mai l'occasione di parlare con uno di loro perché vorrei evitare di avere problemi.

Samuel vedendomi un po' preoccupata interviene dicendo: <<però vabbè dai, è inutile parlarne. Noi evitiamoli sempre e comportiamoci da persone civili, tanto credimi Chloe, se non sei tu a fare il primo passo, intendo andarci a parlare o insomma.. Cose  simili, loro non lo fanno di certo, quindi davvero stai tranquila e pensa solo a divertirti sabato>> conclude il discorso con un sorriso per tranquillizzarmi.

Mi limito ad annuire e gli rivolgo anche io un piccolo sorriso.

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