Chapter 11 - Giada Pavesi

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Alla fine è stata Ava a parlare.

«Ci siamo conosciuti in un laboratorio. Io ero uno degli scarti, una cavia, e lui... l'esperimento riuscito.»

E poi ha vuotato il sacco. Di come si sono conosciuti durante un test e di come si sono innamorati. Io lì ho ruotato gli occhi, perché non me ne poteva fregare di meno di loro due, e poi li ho piantati su Albe, senza riuscire a crederci.

Alberto.

Già, proprio il mio compagno di consegne degli ultimi mesi che invece è sempre stato una specie di ratto d'élite di laboratorio con un megacervello che funziona a glucosio. Ma senza zuccheri, game over. Non va nulla insomma.

«Alcuni di noi sono riusciti a fuggire... ed eccoci qui.»

«Ok» ho detto, ma in realtà non avevo capito granché. «Ho solo due domande. Perché prima avete fatto finta di non conoscervi e... cosa facevano nel laboratorio?»

«Non sapevamo da che parte stessi tu.» Ava mi fissava con insistenza. «Ma di certo sapevamo di non poterci fidare del Cerchio.»

E su questo non potevo darle torto. In più sapevo che eravamo ancora circondati anche se, fuori dal nostro cassone, tutto era silenzioso. A giudicare dalla luce, era appena l'alba.

«Secondo te perché non ce ne andiamo, anche se continua a sparire la gente?»

«I vostri capi» non era così difficile chiudere il cerchio. Ah ah.

«Gli Intoccabili» ha aggiunto lei e annuisce «Ci hanno venduto in cambio di cibo in scatola e la promessa di non essere rapiti. Quando l'abbiamo scoperto ci siamo divisi. Io sono rimasta qui per cercare di tenere al sicuro i più piccoli, Albe è andato a cercare un pezzo del codice.»

«Che?»

«Il codice o, con il suo vero nome: la Coordinata.»

Alberto si contorceva nervosamente le mani sudaticce. E più lo guardavo, più mi sembrava incredibile.

Poi lui ha alzato lo sguardo su di me facendo una faccia serissima. «Nel laboratorio, ci nutrivano a zuccheri e piritinolo.»

Ovviamente avevo un'espressione sconvolta.

«Nootropi, stimolanti. Dovevamo analizzare e processare una mole assurda di dati per riuscire a trovare la Coordinata. I computer sono morti.» A quel punto Albe si è indicato la testa. «Lunga vita ai computer.»

Il bidone si è messo a tremare sotto il mio sedere informicolato, così ho capito l'unica cosa positiva di questo castello di ferraglia: ci si può accorgere subito di qualcuno in avvicinamento.

«Merda, stanno arrivando...»

Ava ha estratto la pistola dall'elastico degli shorts ed è scattata in piedi facendo segno di seguirla.

Stavo per aprire la bocca ma lei mi ha zittito premendosi il ferro contro le labbra.

Al diavolo, ho pensato, se l'alternativa era essere tenuti prigionieri da questi infami del Cerchio, meglio seguirla.

Così ci siamo calati giù per una scaletta a pioli nascosta sul lato del container e ci siamo dileguati prima che il resto dell'accampamento se ne accorgesse.

Dopo aver svoltato nel corridoio più vicino, ci siamo messi a correre.

«Ma questa Coordinata... cosa sarebbe?»

(Avevo il fiato corto, lo ammetto.)

«Un indirizzo web.»

(Anche Alberto comunque ansimava pesantemente e faticava a starci dietro.)

Un indirizzo web, aveva appena detto così. Ma certo. Da quanto la rete internet a cui tutti accedevamo in passato è saltata, c'è rimasto solo l'altro web. Lì si naviga a colpi di codici interminabili.

«A questo indirizzo c'è la Cura?»

L'ho quasi gridato ma Alberto stava per svenire, così ci siamo fermiamo di fronte a una porta antincendio.

Ava gli ha allungato un pacchetto di caramelle gommose. «È l'ultimo che ho. Centellinalo.»

Lui ovviamente se n'è cacciate subito due in bocca e si è rigirato la cartina tra le dita neanche fosse un afrodisiaco.

«Non lo sappiamo» mi ha risposto Ava «ma qualunque cosa sia, sembra che la vogliano tutti. Compresi i tuoi amici, l'Olandese e quello con la faccia mezza sciolta.»

Be', volete sapere com'è andata? Non ero affatto stupito. Ho appoggio la testa contro il muro che era pure gelido, sperando mi aiutasse a ragionare. «Cosa facciamo ora?»

«L'Olandese» ha detto Albe «ha un pezzo della Coordinata.»

Ho guardo, oltre il vetro della porta antincendio, l'angusto corridoio che si perdeva nella pancia dell'edificio.

«Che foto profilo volete mettere sulla vostra tomba?»

*

Mi volto verso Alberto e Ava.

«Il Gatto Schifomadò» risponde subito lei, stringendo la sua semiautomatica.

Albe non mi considera. Stringe tra le mani un pacchetto di caramelle gommose come fosse un caricatore.

E finalmente so perché.

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E ORA?

Cosa ci sarà dietro la porta antincendio?

A cosa serve la Coordinata?

Cosa sarà successo all'Olandese e al Plato?

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