Behind a Kiss ~ [Taekook]

D i c i a n n o v e

«Non farmi pentire di averti detto tutto, per favore.» Fu la risposta di Jungkook.

Jimin l'aveva presa molto meglio di come aveva pensato il moro. Nonostante le battutine tipiche del suo modo di essere, il biondo era pronto a dare al suo migliore amico tutto il suo supporto.

«Vi siete baciati?» Gli chiese curioso Jimin.

«Cosa? Certo che no.» Rispose il minore, colto alla sprovvista.

«Ma vorresti.» Affermò il biondo.

Da quando Jimin riusciva a leggere la mente di Jungkook? O era lui ad essere diventato così dannatamente incapace di nascondere le cose?

«Lo vorrei tantissimo, ma non ho intenzione di farlo, non prima di sapere se lui prova qualcosa per me.» Ammise il moro.

Ormai aveva deciso di essere un libro aperto davanti al suo amico, non c'erano più ragioni valide per tenersi tutto dentro. Parlarne con qualcuno gli stava facendo bene.

«Io penso che ricambi. Alla fine anche per lui è strano andare a letto per ben due volte con la stessa persona, quindi significa che tu non sei come gli altri per lui.» Disse Jimin.

«Mi piacerebbe che fosse così, ma sai meglio di me che lui non crede nell'amore nemmeno un po'.» Confessò il moro sconfortato.

Sapeva che i suoi sentimenti non sarebbero mai stati ricambiati con così tanta facilità da quel ragazzo castano e bellissimo che infestava i suoi pensieri ad ogni ora del giorno e della notte.

«Lui non credeva nell'amore, tu credevi di essere etero, tutte le nostre convinzioni sono castelli di carta. La tua il vento l'ha già fatta crollare, perché pensi che non possa aver fatto crollare anche la sua?»

«Perché è lui stesso a reggerla con tutte le sue forze per non farla crollare.»

Era questa consapevolezza a non far vivere al meglio a Jungkook tutti questi nuovi sentimenti che stava provando. Certo, li aveva desiderati, da sempre sognava il momento in cui il suo cuore avrebbe iniziato a provare qualcosa in più per qualcuno ma, sapere che quel qualcuno non ne volesse sapere niente dell'amore, lo terrorizzava. Non era più sicuro di voler provare tutto ciò.

«Questa è un'altra tua convinzione del cazzo. Lui non crede nell'amore perché nessuno nella sua famiglia gli ha mai detto di quanto è bello amare e sentirsi amati, gli hanno sempre ripetuto che l'amore rende deboli, che è effimero e, tutti i divorzi a cui ha assistito, non sono stati certo d'aiuto nel fargli cambiare idea. Però questo non significa che non possa incontrare qualcuno in grado di fargli capire che l'amore esiste e che può durare per sempre.»

Jungkook voleva crederci, voleva sperare con tutto se stesso che le parole di Jimin fossero vere. Voleva aggrapparsi ad ogni minima possibilità di poter essere ricambiato un giorno dal ragazzo per cui aveva una cotta.

E mentre rifletteva su ciò che il biondo gli aveva appena detto, gli arrivò un messaggio.

< Allora ci vediamo alle sei a casa mia, da lì andiamo a piedi. Spero tu sia pronto a perdere! >

«Ti ha appena scritto Taehyung non è vero?» Chiese Jimin.

«Eh? Come lo sai?» Domandò in risposta Jungkook.

«Ti è spuntato un sorriso enorme non appena hai letto il messaggio, non penso tu reagisca così ad un messaggio di tua madre.» Lo prese in giro il maggiore mentre se la rideva da solo.

«Ok, beccato.» Ammise Jungkook. «È che ci dobbiamo vedere stasera.»

«Ah si? Almeno uno di noi stasera scopa.» Disse tristemente Jimin, consapevole di non essere lui quello fortunato.

«Non ci vediamo per quello.» Lo corresse il minore.

«E che fate allora?» Domandò confuso Jimin.

«Mi ha chiesto di accompagnarlo alla nuova sala giochi vicino casa sua.» Rispose Jungkook mentre digitava una risposta al messaggio che aveva precedentemente ricevuto.

«Cosa?» Urlò il biondo, sconvolto.

«Ma che urli? Che c'è di così strano?» Chiese Jungkook mentre si guardava intorno per accertarsi che le grida del maggiore non avessero attirato l'attenzione degli altri clienti del bar.

«Cosa c'è di strano mi stai chiedendo? C'è di strano che Taehyung ti ha chiesto un appuntamento Jungkook, perché non me l'hai detto prima?» Gli spiegò Jimin.

«Non credo lui lo veda come un appuntamento.» Rispose tristemente Jungkook.

«Senti, senza offesa Kookie, ma il suo migliore amico sono io e se avesse voluto fare un'uscita tra amici avrebbe invitato me a quella sala giochi. Invece ha chiesto a te, io credo che questo spieghi molte cose.»

«Jimin non mi illudere per favore. Preferisco pensare che non sia un appuntamento così non rimarrò deluso.» Ammise il minore.

In realtà Jungkook sperava che, anche per Taehyung, quella di questa sera fosse qualcosa di più di una semplice uscita tra amici. Si era ripromesso, però, di non mettere etichette su quell'incontro, sfruttandolo al meglio per conoscere il castano e per farsi conoscere, per capire cosa ci fosse realmente tra loro, per vedere se i brividi riuscisse a farglieli venire anche fuori dalla camera da letto e per provare a fargli credere nell'amore.

«Va bene, non dirò più niente ma tu promettimi che dopo mi racconterai ogni singola cosa dato che a lui non posso chiedere niente.» Si arrese Jimin.

«Te lo prometto e ti prometto anche che gli dirò che sai cosa è successo tra noi, ma non ora. Ancora non me la sento. Ho paura che, se lo venisse a sapere, inizierebbe ad evitarmi quando siamo tutti insieme.»

Finita la colazione e la chiacchierata, decisero di tornare ognuno a casa propria così che, magari, Jungkook sarebbe riuscito a studiare per qualche ora prima di prepararsi per l'uscita con Taehyung. Riuscire a concentrarsi sui libri poche ore prima di quello che, nella sua testa, aveva tutta l'aria di essere il primo appuntamento con la persona che gli piaceva, non fu affatto semplice e mai Jungkook aveva visto le ore scorrere così lentamente come quel giorno.

Perché sembravano così lontane le sei di pomeriggio?

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Spazio autrice:

Spero che il capitolo vi sia piaciuto. La prossima settimana l'ho rinominata "date week" perché i capitoli di bak saranno tutti a tema appuntamento. Sempre che quello dei taekook possa essere chiamato così...

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