57. Kill the thrills

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"I cuori non saranno mai una cosa pratica finché non ne inventeranno di infrangibili."



Il Mago di Oz (1939)





Un cuore ha lo stesso principio del cristallo

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Un cuore ha lo stesso principio del cristallo.

Effigie delicata e velatura raffinata — corde inavvertibili a diramarsi, un inerpicarsi di fiori di carne, nudi... fragili... anomala vulnerabilità.

Non esistono cuori di pietra, in ogni battito, in ogni tremito di sentimenti, si sente echeggiare il tintinnio dell'involucro di cristallo. Le pietre ce le incastoniamo negli occhi, cineree, stele fredde, un tenebrore di spigoli ruvidi e aspri; pietre al posto delle iridi.

...ce le incastoniamo negli occhi per proteggere quel soffio di cristallo così esile, così fine che custodiamo nel petto, fra pieghe di desideri irretiti e pretese di bambino, e un po' di disincanti intirizziti incuneati fra le ossa. Catene senza lucchetto, e chiavi a cui sono spuntate le ali.

Non esistono cuori di pietra, esistono gli occhi di marmo, dove — fra sfumature di speranze fiorenti e cimiteri di reminiscenze appassite — si stagliano torri d'avorio e algidi castelli. Guglie che devono proteggere.

...ma i castelli vengono costruiti per essere conquistati...

Con l'amore o con la violenza. Con gesti d'affetto o con zampilli di sangue. Schiocco di baci o schianto di ossa.

...i castelli sono fatti per crollare... mattone dopo mattone, una crepa dietro l'altra.

E insieme a loro crollano tutti. Dalle macerie non si salva nessuno, resti ai resti.

Gli occhi si denudano di ogni certezza e tenacia, e il cristallo s'incrina. Una vibrazione troppo grande gli è impossibile da sopportare — ecco la prima fenditura. Un brivido sconosciuto s'insinua dove non gli è permesso — e una seconda fenditura.

La coscienza che qualcosa di anomalo, sbagliato, acre è attecchito come pulviscolo deleterio — un'altra fenditura. Niente bagliori d'amore, ma ombre di violenza. Niente vezzi d'affetto, ma schizzi di sangue, cinabro, di pelle strappata. Nessuno schiocco di baci...

...ma una litania di ossa spezzate, melodia macabra di vittoria non voluta, non desiderata.

Doveva farlo, però, doveva avvenire.

Era un destino che non si poteva evitare. Zanne che incidono la carne, zanne che portano il nome della negazione, dell'impotenza e di un sentimento non ricambiato.

Il cuore di Diego è di cristallo, spaccato in due. E... nonostante tutto, nonostante tutti... sopra non vi è cesellato il nome di Laira, ma quello di Thalìa.

Un cuore ricoperto di schegge altro non può fare che provocare dolore, altrettanta sofferenza. Altro non può fare che disegnare una crepa identica alla sua...

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora