33. Una sfida al giorno toglie il medico di torno

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Manca esattamente mezz'ora alle tredici, orario consueto in cui io e mia madre siamo solite a pranzare la domenica

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Manca esattamente mezz'ora alle tredici, orario consueto in cui io e mia madre siamo solite a pranzare la domenica.

Per solito l'ultimo giorno della settimana siamo solo io e lei, soltanto noi due sedute al tavolo della cucina apparecchiato con più eleganza del normale. Tovaglia delle occasioni ricamata e senza nemmeno una macchiolina di sugo o di vino, piatti del servizio di porcellana inglese, calice accostato a un secondo bicchiere, due forchette, un coltello e un cucchiaino, e per concludere un delizioso centrotavola con una candela accesa.

Insomma è un qualcosa che durante la normale settimana nemmeno ci sfiora l'anticamera del cervello.

Mentre adesso casa mia è leggermente più affollata della consuetudine dal momento che la mamma ha invitato a pranzo zia Angelica e il signor Cornelio, e dal momento che io ho invitato invece sia Marta che Diego.

Il giorno prima, il signor Cornelio, ha regalato ad Adele un cammeo decisamente dall'aspetto antico e indubbiamente delizioso, uno dei più belli che abbia mai visto fin'ora. Apparteneva a una sua vecchia prozia deceduta ormai da tempo e lo ha ritrovato per caso nella tasca di un paio di pantaloni ripiegati in fondo al baule della propria stanza.

È un ciondolo color rosa antico con i bordi argentati ricamati di fiori rigogliosi e foglie, al centro esatto vi è il profilo di una donna elegante tonalità bianca immacolata.

Adele ha deciso di indossarlo quest'oggi assieme a una semplice camicia, secondo Cornelio quel cammeo si addice bene al suo volto sempre solare, secondo lui le illumina di più il sorriso. Dunque è stato ben felice di darglielo come dono. Come sempre Cornelio Terrazzani si è dimostrato una persona di eccessiva bontà e ha dimostrato che ci tiene particolarmente a me e alla mamma.

Per sdebitarsi, pertanto, quest'ultima lo ha invitato a pranzo e insistendo anche diverse volte addirittura, il nostro caro vicino predilige la solitudine e cova il timore di essere un disturbo per il prossimo.

Chiaro che con un osso duro come mia mamma non ha potuto che arrendersi, ottenendo così anche della sana compagnia. La sua micia Virna avrebbe fatto a meno di lui senza problemi per quasi metà giornata.

Invece zia Angelica l'ha direttamente incontrata questo mattino stesso mentre si è recata all'enoteca a comperare una bottiglia di vino di buona etichetta. La mia svampita zia si è offerta di pagare e offrirci un vino invecchiato a dovere per ricambiare il favore dell'invito.

Perciò il mio appartamento è tutt'ora diviso a metà: in una metà c'è la parte "felice", popolata dalla combriccola allegra ossia da Adele, zia Angelica, Cornelio e il cane Marsellus, nell'altra metà c'è la parte "depressa", popolata da me – anche se di parte, zona totalmente neutrale –, Marta, Diego e Vivaldi appollaiato comodamente sulla spalla della mia amica.

La prima metà ha messo le tende direttamente nella cucina, dove stanno bollendo le tagliatelle per poi unirle a un ottimo sugo ai funghi porcini e dove sta cuocendo un'invitante tagliata, la seconda metà risiede nella mia stanza, rigorosamente a porta chiusa.

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora