1. Il mattino ha le accuse in bocca

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"Sono salito sulla cattedra per ricordare a me stesso che dobbiamo sempre guardare le cose da angolazioni diverse. E il mondo appare diverso da quassù. Non vi ho convinti? Venite a vedere voi stessi. Coraggio! È proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un'altra prospettiva."

L'attimo fuggente (1989)





L'attimo fuggente (1989)

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Firenze, ottobre 2014



Da dove comincio? Da dove diavolo devo cominciare? Dai maggiori esponenti? In quali parti si è manifestato? Oppure qual è il suo intento? O meglio ancora quali sono le sue caratteristiche? Da. Dove. Diamine. Devo. Cominciare?

Dannazione! Fino a stamattina, quando ero sotto le calde coperte del letto, in bilico fra realtà e regno ultraterreno, avevo la risposta in tasca!

Attualmente ho il cervello andato in tilt — non obbedisce più alla mia volontà — e avverto le mie povere gambe vacillare ininterrottamente, i muscoli rattrappiti in nome dell'inquietudine. Sono in tensione, avverto chiaramente la paura diramarsi in ogni dove, nelle viscere dello stomaco, nelle vene, nei rami della mente; il cuore mi batte più rapido del dovuto, i palmi della mani sono oltre ogni dire sudati e appiccicosi, e il respiro... il respiro che innalza e abbassa il mio petto a un ritmo allarmante.

No, devo calmarmi, devo assolutamente darmi una controllata.

"Matilde, controllo, contegno! Avanti... storia dell'arte è la tua materia preferita, come puoi temerla?".

Sbagliato, risposta errata, io non temo storia dell'arte bensì il nuovo professore entrato all'inizio dell'anno. La professoressa Pancrazio è andata, ahimè, in maternità proprio questa estate e proprio alla soglia del mio quinto anno, proprio quando avrei dovuto affrontare la maturità

Dio mio, il solo pensare a quell'orrida parola mi fa rizzare i peli delle braccia provocandomi un brivido lungo tutta la spina dorsale. Maturità... suona peggio d'un titolo di un film horror — ben peggiori di quelli che sono abituata a vedere.

Il nuovo professore che sostituisce la Pancrazio per tutta la durata di questa mia ultima avventura da studentessa si chiama Emilio Lunanuova, fresco di laurea e appassionato di arte forse più di me, il che è tutto dire.

La prima volta che Emilio Lunanuova venne nella mia sezione, il 15 settembre alias il primo giorno di scuola, fece un'impressione strabiliante a tutte noi ragazze — una grande gioia per i nostri occhi colmi di un'estate appena giunta al termine e della disperazione dettata dall'inizio della cinerea routine scolastica. Per intenderci, si presentò a noi come un giovane di ventisei anni da poco compiuti, con degli splendidi e lunghi capelli corvini, e certi occhi azzurri che avrebbero potuto fare invidia a un gatto siamese. Loro brillavano decorati da una coltre di oblunghe ciglia scure, gemmeo connubio che non passa inosservato.

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora