Invece no, quel giorno era arrivato quando meno se l'aspettava, una domenica mattina all'apparenza soleggiata ma che nascondeva nuvole nere che minacciavano tempesta.

Che doveva fare? Dirgli la verità? Continuare a mentirgli? Magari se la sarebbe cavata inventandosi di come si fosse scopato la prima ragazza che gli era capitata a tiro. Ma no, quella volta Jimin non avrebbe abboccato e Jungkook ne era più che consapevole.

«Scusa.» Fu tutto ciò che riuscì a dire mentre abbandonava l'ultimo pezzo di croissant sul tavolo. La fame gli era completamente passata.

Sul suo volto, che aveva abbassato per non dover incontrare lo sguardo dell'amico, si formò un'espressione che racchiudeva in sé un mix di delusione, nei confronti di se stesso per aver mentito, di tristezza, per la consapevolezza di aver tradito la fiducia del suo amico, e di paura, per la reazione del biondo alla verità che aveva deciso finalmente di sputare fuori.

«Non devi scusarti, voglio solo capire perché non me l'hai detto. Di solito mi racconti sempre tutto, soprattutto queste cose.» Chiarì Jimin.

«Perché questa volta è diverso.» Disse Jungkook sospirando.

Forse era pronto ad aprirsi con il suo amico ma questo non rendeva il tutto meno difficile.

«E perché è diverso?» Domandò il biondo.

A Jungkook morirono le parole in bocca. Ogni volta che provava a formarne una, questa si disintegrava ancor prima di riuscire ad uscire sottoforma di suono. Tutte le frasi che voleva dire gli stavano invadendo la laringe fino a strozzarlo ma, nonostante ciò, non riuscì a farle andare oltre, riuscì solo a tacere con ancora lo sguardo abbassato verso le proprie mani che si torturavano a vicenda dall'agitazione.

«Parlami per favore, sono tuo amico Kookie, mi puoi dire tutto.» Lo rassicurò Jimin.

E, a quel punto, Jungkook parlò.

«Non era la prima volta che... che andavo a letto con questa persona.» Ammise.

«Oh...» Esclamò sorpreso il maggiore. «E non è una buona cosa? Insomma se ci hai fatto sesso più di una volta vuol dire che c'è qualcosa tra di voi, che tu provi qualcosa, altrimenti ti saresti fermato come sempre dopo la prima volta.» Continuò. «Non capisco perché tu non ne sia felice, non aspettavi questo da tutta la vita?»

A quelle parole Jungkook esplose e cadde in un rovinoso pianto che catturò l'attenzione di alcune vecchiette che stavano sorseggiando il loro tè, sedute a qualche tavolo di distanza da loro. Pianse perché la verità intrisa nelle parole del biondo lo colpì e lo affondò in un solo colpo, pianse perché all'improvviso diventò tutto così reale. Non era più solo nella sua testa dove poteva controllarlo e tenerlo rinchiuso, adesso era concreto, l'aveva capito lui e l'aveva capito Jimin. Non si poteva più nascondere.

E se già era stata dura convivere segretamente con i suoi nuovi sentimenti, adesso parlarne era una tortura.

Vedendo l'amico in lacrime, Jimin si alzò dal suo posto e si accovacciò vicino alla sedia dove era seduto Jungkook e gli iniziò ad accarezzare la schiena per calmarlo. Lui era lì per lui e ci sarebbe sempre stato.

«Non sei costretto a parlarmene adesso se non te la senti.» Cercò di tranquillizzarlo il biondo.

Non gli aveva fatto tutte quelle domande perché era arrabbiato o perché voleva per forza sapere ciò che stava nascondendo Jungkook, l'aveva fatto perché voleva fargli capire che con lui poteva parlare di tutto. Vederlo piangere era stato come ricevere un pugno in faccia, gli aveva fatto capire quanto fosse difficile per il suo amico aprirsi in quel momento ma Jimin non gli avrebbe mai messo fretta. In fondo aveva capito che le bugie di Jungkook fossero dovute alla sua paura e non al fatto che non si fidasse di lui.

E Jungkook stava tremando dalla paura.

Era spaventoso provare quei sentimenti così nuovi, era spaventoso realizzare di non provarli per una ragazza, era spaventoso ammetterlo ad alta voce.

Jungkook però aveva capito che quello fosse il momento giusto per dire tutto al maggiore. Mancava l'ultimo passo e sarebbe riuscito a dire tutto.

Ma quel passo era il più difficile, il più impegnativo, il più terrificante. Aveva un burrone sotto di sé e poteva solo sperare di saltare abbastanza in lungo da superarlo senza cascarci dentro.

«Io... io credo di starmi innamorando di quella persona.» Confessò.

Jimin, a quella confessione, sorrise mentre il moro stava ancora singhiozzando. Il biondo non aspettò mezzo secondo prima di avvolgere quel distributore umano di lacrime in un forte abbraccio che tranquillizzò il pianto ad uno e bagnò la maglietta all'altro.

Dopo qualche minuto in quella posizione, le lacrime cessarono di cadere dagli occhi ormai arrossati e gonfi del minore e sciolsero l'abbraccio. Jimin tornò a sedersi al suo posto e riprese a bere il suo cappuccino che ormai si era freddato.

Non era importante quanto lungo fosse stato il salto di Jungkook, perché Jimin era proprio lì, dall'altra parte del burrone, pronto a tendergli la mano per non farlo cadere.

Eppure mancava ancora l'ultimo dettaglio, quello più importante, quello più difficile da pronunciare ad alta voce. Jimin avrebbe continuato a tenere stretta la sua mano dopo? O l'avrebbe spinto all'indietro per farlo precipitare?

«Jungkook è una bella cosa quello che ti sta succedendo.» Riprese a parlare il biondo. «Lo capisco che ti possa spaventare provare per la prima volta questi sentimenti ma-» Cercò di continuare il discorso ma, un sussurro proveniente dalla bocca del moro, lo interruppe.

«Taehyung.» Fu tutto ciò che disse.

«Taehyung cosa?» Chiese Jimin dopo aver posato la tazzina sul tavolo al quale erano seduti.

«La persona di cui sto parlando... è Taehyung.»













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Spazio autrice:

Bene bene bene, che risponderà il nostro caro Jimin?

Spero che il capitolo vi sia piaciuto, ci vediamo settimana prossima!

🧡🧡

 Behind a Kiss ~ [Taekook]Where stories live. Discover now