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SCOMPARSO

Barry Stewart, 10 anni, è sparito da casa intorno alle 20:30 di ieri sera. L'ultima volta che è stato visto, era nella sala d'aspetto della piscina comunale di Southampton, Yorkshire, in attesa della madre. Non si sa se si sia allontanato di sua volontà o se sia stato costretto da qualcuno. Chiunque lo vedesse, telefoni immediatamente alla polizia.

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Susan cercò disperatamente di mantenere la calma. Quell'articolo le era troppo familiare. Ne avevano scritto uno simile per David, quando ancora sembrava esserci una speranza di ritrovarlo. E ora questa scomparsa, ancora una volta di un bambino di dieci anni. No, doveva essere tutta una coincidenza. Non poteva di nuovo essere il rapitore seriale di Nati Babbani, lo avrebbero detto che c'erano stati dei precedenti. Del resto, quante persone sparivano nel nulla ogni giorno in Inghilterra? Altrimenti non si sarebbero spiegati tutti quei programmi di cronaca che si vedeva spesso sua madre la sera dopo cena. No, Jane gliel'aveva detto che la Strega Suprema era quasi sicuramente morta. Peccato che fosse proprio quel quasi a preoccuparla.

−Buongiorno! – trillò una voce squillante al disopra della sua testa.

−Oh, buongiorno! – salutò Susan sollevata.

Era incredibile come Jane sapesse comparire sempre al momento giusto, come se le leggesse nel pensiero.

−Qualcosa ti turba? – chiese infatti.

−Oh, no, niente – rispose Susan. – Ho appena letto un articolo su un bambino scomparso e...insomma, sembra quasi uno dei delitti della Strega Suprema, a pensarci bene.

−Mmm – Jane afferrò il quotidiano e lesse il trafiletto attentamente, aggrottando le sopracciglia con fare pensoso. – Comunque, se può farti stare tranquilla, sul Profeta non c'era scritto nulla a riguardo. Se fosse stata una cosa che coinvolgeva la nostra comunità, ne avrebbero parlato eccome!

−Grazie, la cosa mi tranquillizza molto! – esclamò Susan sollevata.

−E di che? Comunque, a maggior ragione, concentriamoci su questa lezione!

In pochi minuti, l'aula si riempì completamente di vocianti studenti del quarto anno. Harry, Ron e Hermione erano seduti alle loro spalle e chiacchieravano animatamente con un ragazzo spilungone dai lunghi capelli neri e arruffati.

−Mio padre dice che Moody è uno degli Auror migliori che il Ministero abbia mai avuto – stava spiegando Ron a Harry. – Molte celle di Azkaban sono piene grazie a lui. Ma ora pare sia andato un po' fuori di testa. Ѐ strano che Silente abbia scelto proprio lui come insegnante.

In quel momento, calò il silenzio. Moody era appena entrato nella stanza con la sua andatura claudicante. Si sistemò davanti alla cattedra, squadrando gli studenti uno a uno con entrambi gli occhi.

−Prima di cominciare, vorrei mettere bene in chiaro una cosa – esordì con voce roca. – Silente mi ha mostrato i programmi svolti gli scorsi anni. Straordinariamente esaustivi, è vero, specie quello curato dal professor Lupin, tuttavia noto in ciascuno di essi l'assenza di un elemento fondamentale: l'approccio pratico. Potrete infatti essere a conoscenza di tutte le creature magiche di questo mondo, tutti gli incantesimi di difesa possibili, ma non potrete mai avere la speranza di cavarvela nella vita reale se i vostri studi si limitano alla pura accademia. In quest'aula voi imparerete ad affrontare ciò che vi aspetta là fuori, so che siete abbastanza maturi per farlo. Ci sono domande?

Nessuno rispose. Per tutto il discorso di Moody, Harry aveva più volte esclamato sottovoce la sua approvazione. Jane, invece, era rimasta in silenzio, il mento appoggiato sui gomiti, fissando il vuoto. Susan le scoccò un'occhiata allarmata, temendo che stesse per avere una crisi simile a quella di poche sere prima.

Il risveglio delle StregheNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ