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"siamo arrivati" dice Luca parcheggiando la macchina.
Davanti a noi c'è un sentiero, lo percorriamo fino ad arrivare ad un distesa verde, sembra quasi un parco ma non ci stanno i giochi fatto eccezione per due altalene malmesse.
A un angolo di questa distesa c'è un fabbricato, una sorta di torre di vedetta. Luca mi fa segno di seguirlo e saliamo all'ultimo piano dell'edificio.
C'è una vista mozzafiato, si vede tutta Salerno, la città è illuminata e fa capire che è abitata ma il silenzio intorno a noi ci fa sembrare soli.
"Sai, quando devo scrivere vengo qua..." dice Luca sedendosi con i piedi a penzoloni "ci vengo anche quando mi incazzo perché il silenzio mi fa ragionare, senza questo posto farei un mucchio di cazzate è come se riuscisse ad alleggerire i pensieri" continua mentre si accende una sigaretta "ieri dopo averti riaccompagnato a casa sono venuto qua, quella frase "noi non siamo niente" è come se fosse stata una coltellata al cuore... Non sono bravo nell'esprimermi ma con te ci riesco. Ti conosco da tre mesi scarsi ma è come se ti conoscessi da una vita, da subito ho capito che eri diversa, tu hai pensato a conoscere prima Luca non Capo plaza. Lo so cosa pensi. Penserai sicuramente che per me non sei niente e nessuno ma fidati, ciò che ho provato con te non l'avevo mai provato fino ad ora. Avevi ragione quella sera quando mi dissi che dovevo trovare la ragazza giusta ma io ti rispososi che non l'avrei mai trovata, bhe sai cosa ti dico oggi?
Che io la ragazza che voglio ce l'ho qui, davanti i miei occhi e spero che anche lei voglia me come suo ragazzo" conclude avvicinandosi a me. Io rimango impietrita mentre lui continua a fissarmi in attesa di una risposta. Non so che dire, non me lo spettavo, il mio cuore batte fortissimo, chiunque potrebbe sentirlo, sono senza parole. Mi avvicino a Luca, prendo la sua testa tra le mani e avvicino le sue labbre alle mie e sopra di esse sussurro "allora lo sai che ti dico? Che anche io voglio te come mio ragazzo" e azzero le distanze baciandolo. È un bacio sentito, uno dei più veri che ci siamo dati. Le sue mani si posano delicatamente sul mio sedere, mentre la luna ci illumina come se in quel momento tutto girasse intorno a me e Luca.

"Ti posso chiedere una cosa?" mi chiede il mio ragazzo mentre rientriamo in macchina
"certo"
"perché prima stavi piangendo? Intendo quando sono entrato in casa, avevi gli occhi rossissimi quindi o piangevi o ti eri fatta una canna" dice cercando di sdrammatizzare.
"ho sempre sognato una famiglia, fino a qualche anno fa l'avevo, invece ora no. Mia madre considera come famiglia quella del suo compagno, mentre a me se risponde al telefono ogni 2 giorni è già tanto. Pensa, oggi è venuta a pranzo è restata due ore e poi se n'è andata. Almeno a Natale poteva fare la fatica di restare un'ora in più. Ho capito che non le fregava niente di me quando ha deciso di andare a convivere lasciandomi a casa da sola e facendosi sentire di rado" rispondo girandomi dal lato del finestrino per non far vedere una lacrima che riga il mio volto.
"ora ci sono io, tranquilla" dice Luca poggiando una mano sulla mia coscia. E, come al solito, una scarica di brividi invade il mio corpo. Questo ragazzo mi fa uno strano effetto, mi fa impazzire.
Siamo davanti casa mia, io e Luca ci dobbiamo salutare, ma non voglio che vada via.
"Se vuoi puoi restare a dormire da me" dico
"non me lo faccio ripetere due volte" risponde il moro ridendo.

"sei bellissima!" dice Luca guardandomi uscire dal bagno, sono in pigiama e con i capelli scompigliati
"in queste condizioni non penso proprio" dico ridendo
"e invece tu sei sempre bellissima" ribatte alzandosi dal letto e prendondomi per i fianchi, per poi baciarmi.
Io e Luca ci mettiamo al letto e lui rompe il silenzio dicendo "vogliamo salire a Milano domani? voglio stare solamente con te prima che vengano Melissa e Lorenzo"
"penso sia un'ottima idea" rispondo  dandogli un bacio a stampo "dovremmo dirglielo che ormai stiamo insieme" concludo
"oddio e dopo chi la vuole sentire Melissa" dice ridendo
"guarda che le stai simpatico solo in alcuni casi, come dice lei, la snervi" dico tirandogli una pacca sulla spalla ridendo.

|Era tutto perfetto, ma ormai| CAPO PLAZA Where stories live. Discover now