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●Blake●
Dopo aver pranzato, salgo in camera e faccio una doccia.
Appena finisco, indosso la divisa pulita e raggiungo Isabel in camera.
Mi avvicino a lei per sapere cosa fa.
«Studi?»
Isabel «Si, sto facendo delle ricerche per storia dell'arte moderna.»
«Sembra interessante. Che ricerca fai?»
Isabel «Una ricerca su Dante Gabriel Rossetti. Sono davvero interessanti i suoi dipinti.»
«Direi di si.»
Mai quanto lei.
Più la guardo negli occhi, più mi batte il cuore.
Mi sposto e mi siedo sul suo letto.
Meglio starle lontano per evitare problemi.
Di nascosto la guardo mentre scrive.
È stupenda...
Resto a fissarla mentre la mia mente vaga e non mi accorgo che finisce la ricerca.
Si alza di scatto e ritorno in me.
«Hai finito?»
Isabel «Si, ho già finito.»
«Ok, e cosa vuoi fare?»
Uffa, di già?
Isabel «Non saprei.»
«Ti va di prendere un gelato?»
Ma che dico!? Sono un cretino.
Isabel «Un gelato? Si, mi va.» lo guarda e poi  chiude il computer.
«Ok, preparati.» la lascio sola in stanza finché non si cambia, e poi andiamo al bar.
Ci sediamo in un tavolino e ci godiamo la nostra coppa al gelato.
Isabel «Non mi è mai capitata questa situazione con le mie guardie del corpo precedenti.» prende con il cucchiaino il gelato al caffè.
«Forse perché erano un po' datati.» sorrido.
Isabel sorride «Può essere.»
«Io non sono come loro. In realtà, non sono come nessuno.»
Isabel «E allora come pensi di essere?» lo guarda stranita.
«Tu come pensi che io sia?»
Isabel «Ti conosco ancora poco, non posso saperlo.»
«Abbiamo tutto il tempo che vuoi. Beh, finché tuo padre non mi licenzia.» scherzo.
Isabel «Tranquillo, non ti licenzierà. Stai facendo bene il tuo lavoro.»
«Adesso ricevo complimenti da te?»
Isabel «Sto solo dicendo la verità.»
Le sorrido e istintivamente le prendo la mano per tenerla tra le mie.
Isabel ritrae la mano «Ehm, cosa fai?»
«Scusa! Io, beh, eri sporca. E, insomma...Ho pensato...» mi alzo e infilo le mani in tasca.
Sono uno stupido! Cosa mi è saltato in mente?!
Isabel «Sicuro di stare bene?» si alza e poi butta la coppetta.
«Si. Ti porto a casa.»
Isabel «Ah okay. Va bene allora andiamo.»
Il viaggio di ritorno a casa è più imbarazzante del previsto.
Non mi volto nemmeno per guardarla.
E a casa è ancora peggio.
Sono costretto a guardare il muro per evitare il suo sguardo.

Di sera la accompagno in discoteca con il suo ragazzo.
La osservo ballare e appena si baciano stringo le mani a pugno.
Non lo sopporto.
È uno stronzo.
Si vede chiaramente.
Perché lei non lo capisce?
A fine serata, la riporto a casa ubriaca fradicia.
Per fortuna sono riuscito ad evitare che andassero a letto.
La metto sul letto e la copro con le coperte.
«Riposati.»
Vado in camera mia e finalmente mi riposo anch'io.
Sono sfinito.

Il giorno dopo mi sveglio come ogni mattina e mi preparo.
Entro in camera sua.
Sta ancora dormendo.
Vorrei essere al suo posto.
Invece devo alzarmi presto anche di sabato.
Mi avvicino per guardarla dormire.
È bellissima.
Quanto vorrei infilarmi tra le sue lenzuola e abbracciarla...
Mentre la guardo, mi arriva una chiamata da mio padre. Esco dalla camera e rispondo.
«Ciao Papà, dimmi.»
Dominic  «Come stai? Non mi chiami mai. Tutto bene?»
«Si, papà. Va alla grande. Ti sono arrivati i soldi?»
Dominic «Si, ma non dovresti darmeli. Sono tuoi, figliolo.»
«Servono di più a te in questo momento.»
Dominic sospira «Ci sono ragazze carine?»
«Si. Una in particolare...» sorrido pensando ad Isabel nuda.
Dominic «Bene, bene. Mi raccomando il preservativo.»
«Papà! Non ho dieci anni.»
Lo sento ridere dall'altro capo del telefono.
«Adesso devo andare. Ciao.»
Dominic «A presto.»

Un Amore Sotto ControlloKde žijí příběhy. Začni objevovat