Book trailer + Prologo😭

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Anastasia aveva preparato tutto, ma proprio tutto

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Anastasia aveva preparato tutto, ma proprio tutto. Aveva controllato le valigie, i documenti, lo zainetto pieno di oggetti utili e altre centinaia di cose, ma persisteva in lei l'impressione di aver dimenticato qualcosa di veramente importante.

Nel tentativo di sviare qualsiasi preoccupazione, era rimasta seduta sul proprio letto con le gambe incrociate, a fissare il nulla con un occhio particolarmente incuriosito.

Quella tipica sensazione era amplificata dal fatto che sarebbe stata via per due settimane, dunque doveva prestare attenzione a non lasciare a casa qualcosa di importante.

Si risvegliò dal suo sogno a occhi aperti, in cui si incamminava in una strada coreana vista in un video, e prese coscienza di trovarsi ancora dentro la sua camera.

Nonostante nella sua stanza fosse impossibile sdraiarsi a terra, per le sue dimensioni estremamente ridotte, senza sbattere contro qualcosa, era riuscita a renderla bella e confortevole, tanto quanto le scatole di cartone per i gatti.

Aveva creato delle bacheche piene di foto, che raffiguravano alberi di ciliegio, strade notturne illuminate dalle luci degli edifici, palazzi antichi attorniati dalla natura e tutti gli scatti migliori di Pinterest sulla Corea del Sud.

Inoltre sapeva disegnare molto bene, quindi ne aveva approfittato per creare e appendere un ritratto di una donna con un hanbok, il vestito tradizionale coreano, dal corpetto bianco avvolto da una fascia rosa e ultimato da una gonna azzurra. Comprarne uno era nella sua lista delle cose da fare.

Il suo letto, che le dava la visuale di tutti gli elementi citati sopra, era fiancheggiato a sinistra da una scrivania e da un armadio nel lato opposto a essa.

Se qualcuno le avesse chiesto di scegliere se salvare tutti i suoi vestiti o il suo amatissimo piano di lavoro, avrebbe optato per il secondo: fin da piccola aveva sognato di avere uno spazio dove poter lavorare ai suoi progetti, infatti aveva allestito la sua scrivania con organizzatori, penne di qualsiasi tipo, colori e agende, tantissime agende. Ognuna conteneva un tema diverso, come poesie asiatiche, storie scritte quando era ispirata e appunti su quello che doveva fare.

Se gli altri vedevano solo un ammasso di legno in quel mobile, per lei rappresentava la sua dimensione, perché proprio grazie a esso era sbocciato il suo amore per la Corea del Sud.

Seduta lì aveva iniziato a leggere riviste, fare ricerche al computer, aveva organizzato il viaggio in Corea del Sud e per ultima cosa aveva preparato una lettera per se stessa.

L'avrebbe letta una volta tornata a Catania, per verificare se ciò che aveva scritto sarebbe stato realizzato, e in quel momento l'adagiò con più cura sotto il mouse.

Sette anni sono serviti per prepararmi a questo momento, eppure adesso non riesco ancora a credere di avercela fatta sul serio. Il desiderio di una cosa, l'impegno e il duro lavoro premiano se ti fidi di te stessa.

Pensò con le punte delle scarpe dirette ormai verso l'uscita della stanza.

Dopo essersi diplomata, aveva lavorato duramente presso una vecchia cartoleria. Una piccola parte dei suoi guadagni sommata a dei risparmi era stata usata per le spese del viaggio, mentre il proprietario della cartoleria, il signor Carmelo, le aveva pagato il volo per ringraziarla del suo immenso aiuto.

Prima dell'assunzione di Anastasia, il suo negozio era sul punto di fallire a causa della grande concorrenza tra le cartolerie presenti nel territorio. Per poter aumentare la popolarità di quel luogo, gli suggerì di acquistare più articoli di buona qualità, ma di mantenere prezzi modici. Gli fece ordinare colori per tutte le tecniche, pennarelli, tele, materiali per lavori artistici manuali, oggetti utili per l'ufficio e molti libri sia per bambini che per i più grandi.

La ragazza aveva impiegato anche le sue giornate libere per creare dei volantini e un profilo Instagram molto attivo, in cui si aggiornava sempre l'assortimento dei materiali, gli sconti e anche varie iniziative per aumentare la visibilità. Per finire aveva reso il posto più carino e attrezzato, dato che prima era polveroso, pieno di scatoloni nella sua immensità e vuoto di colore e creatività, quello che invece doveva esistere proprio lì dentro.

Inoltre, non ancora soddisfatto di essersi sdebitato abbastanza, aveva deciso di darle due settimane di vacanze extra, per realizzare il suo sogno: ovvero volare in Corea. Aveva apprezzato veramente tanto ciò che aveva fatto per lui e adesso era arrivato il momento di dimostrarle la sua gratitudine.

Non si era accorta di come i magici "cinque minuti" per salutare la casa fossero volati in così poco tempo, forse perché si era persa a ricordare un po' il passato, ma fu proprio mentre stava attraversando il soggiorno, che si sentì chiamare.

𝗢𝗵, 𝘀𝗰𝘂𝘀𝗮! - Park JiminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora