ALL OUT OF LOVE

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If equal affection cannot be, let the more loving one be me
- W. H. Auden.

I fiori erano per me. Era dall'ora di pranzo che il personale dell'albergo faceva avanti e indietro dalla reception alla mia stanza per consegnarli, ma io tutti quei bouquet non li intravedevo nemmeno. A rispondere alla mia porta c'era Jenna, la mia truccatrice, che passava i fiori a Sam, la mia parrucchiera, che li metteva in un angolo a prendere la polvere. Quella stanza d'albergo si era trasformata in un quartiere generale, non c'era il tempo per complimentare un paio di fiorellini.

Kim, la mia stylist, si era portata l'asse da stiro dal Wisconsin. Munita di tailleur e tacchi a spillo, stirava il completo che aveva scelto per me con il fervore di chi ama la precisione e non faceva altro che ripetere quanto fosse agitata per la serata che ci attendeva.

Ma Kim non era l'elemento più ansiogeno del team. Gary Compton, il mio manager, conosciuto anche come la mia fata madrina, fece il suo ingresso nella stanza come un tornado. Vestirsi in modo formale rientrava nella sua quotidianità, ma quel giorno era davvero elegante: il farfallino appeso al collo era impeccabile, il taglio di capelli era fresco di barbiere, ma la pelata era più lucida del solito e le mani gesticolavano anche quando la bocca non parlava. Sembrava un padre apprensivo che deve portare il figlio alla recita di Natale.

"Allora, come siamo messi?" chiese, battendo le mani. "Siete cariche? E il completo?"

Pronta a questa domanda, Kim appoggiò il ferro da stiro e sollevò la giacca che aveva stirato fino a quel momento. Andò a sdraiarla sul letto e riordinò i restanti pezzi del mio outfit in modo da dare a Gary una visione d'insieme.

"Lo adoro." disse subito Gary. "È una favola. E sarà ancora più bello indosso a Jimin."

Kim annuì, convinta della sua scelta. Sorrise quando Gary le scosse una spalla per complimentarsi per il buon lavoro, ma poi lui cambiò espressione.

"Ma dov'è Jimin? Perché non è qui con voi? Perché non lo sta già indossando?"

Come sempre, Gary andava da zero a cento nel giro di un secondo. Le ragazze aprirono tutte la bocca, ma fu Jenna a rispondere per prima.

Diviso da loro da una parete, io ero ancora sotto la doccia. Non mi stavo nemmeno lavando, ero fermo sotto il getto dell'acqua bollente mentre la mia mente vagava fra ricordi e vecchi canzoni. Stavo quasi scivolando nell'oblio di chi non pensa a nulla quando un forte bussare mi fece sussultare.

"Muoviti, Jimin! Non abbiamo tutto questo tempo!"

Gary era davanti a me, dall'altra parte del vetro. Per poco non mi era scivolato di mano il telecomando della doccia dallo spavento ed ora me lo tenevo stretto al petto, come se servisse a nascondere il mio corpo.

"Potevi bussare, Gary."

"È quello che ho fatto."

"Alla porta del bagno, non della doccia!"

"Coraggio, è tardi."

A questo non potevo controbattere. Chiusi il getto dell'acqua e mi detti una mossa ad uscire dal box. Gary prese il mio accappatoio dall'appendino e mi aiutò ad infilare le maniche, veloce.

Non ero molto sicuro dell'outifit che Kim aveva scelto per me. Avevo già avuto modo di provarlo, ovviamente, ma quando mi ritrovai in macchina con tutto il team e le guardie del corpo non potei fare a meno di sentirmi a disagio. Non avevo nulla da ridire contro la maglia a collo alto o i mocassini neri, tanto lucidi quanto l'auto su cui stavamo viaggiando, ma era il completo ad essere troppo vistoso. I pantaloni e la giacca erano rosa. Un rosa bello, elegante, ma pur sempre rosa. Avevo indossato ben di peggio per dei servizi fotografici, ma quel giorno l'ultima cosa che volevo era attirare l'attenzione. Abbassai il colletto per grattarmi.

THE LOVING ONE (BTS FanFiction - Yoonmin)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora