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Eva arrivò a casa e dopo poco arrivò anche Matt
"Allora bubu com'è andata?"
"Il colloquio bene, mi faranno sapere"
"Bene! Festeggiamo"
"Non ho ancora avuto il posto"
Disse la ragazza
"Sei bella, intelligente, educata, simpatica e il tuo sorriso stenderebbe chiunque. Puoi avere qualunque cosa tu voglia"
Matt aveva sempre creduto il lei, più di chiunque altro
Lo abbracciò senza dire nulla

Passarono tre giorni e a Eva arrivò finalmente la chiamata che aspettava
Le dissero che era stata presa e che avrebbe iniziato qualche giorno dopo
Sorrise, era il suo primo vero lavoro

Primo giorno di lavoro, molta molta ansia
Le arrivò un messaggio da un numero sconosciuto
-ansia collega?-
Eva rispose
-scusa chi sei?-
La risposta non tardò ad arrivare
-Solo Nash-
Aaaaa ok tutto chiaro
-posso chiederti una cosa?-
-dimmi-
-come mi vesto?-
-consiglio camicia/t-shirt semplice e jeans corti o lunghi-
-grazie mi hai salvato-

Indossò una camicetta bianca molto semplice e gli skinny jeans a vita alta blu scuro con le all star bianche ai piedi
Eva andò a scuola e, dopo le lezioni, prese l'autobus per andare al lavoro
Matt non faceva che inviarle messaggi per sapere se andasse tutto bene

Entrò trovando solo Nash a pulire un tavolo
"Hey"
Le sorrise il ragazzo andando verso di lei
Lui indossava una camicia nera e dei jeans semplici
"Che faccio?"
Chiese la ragazza
"Vieni ti presento il capo"
Dopo qualche secondo un uomo sulla sessantina entrò nella stanza, aveva i capelli bianchi, poco più alto di Eva, qualche chilo di troppo e gli occhi azzurri
"Tu devi essere Eva, sono il signor Richards"
"Piacere signore"
"Va bene, Nash io vado, la lascio a te"
Andò via
Eva guardò Nash un po' confusa
"viene poco qui. Sono sempre solo io, a volte a darmi una mano viene sua moglie, raramente lui"
"Siete parenti?"
"No"
Sorrise
Le fece vedere il locale e le spiegò
"Qui ci lavoravi solo tu?"
"No, c'era un altro ragazzo, Ross ma poi ha lasciato"

Il locale si riempì
Più o meno tutte persone sopra ai 30 tranne un gruppo di ragazzi che avranno avuto più o meno l'età di Eva
"Vado al bancone, tu ai tavoli"
Nash era carino, simpatico e dolce
La serata passò tranquilla
Eva sembrava fatta per quel lavoro
"Cameriera!"
Si sentì urlare
Si girò verso un gruppo di ragazzi,tutti di circa vent'anni
Non voleva sbroccare già il primo giorno di lavoro
"Dimmi"
Disse innervosita
Un ragazzo magro, alto, circa 1,80, carnagione chiara, con i boccoli castani e gli occhi verdi
"Sei nuova?"
"Ordini?"
"Cinque birre"
Le fece l'occhiolino
Si girò per prendere le birre
Mamma che nervoso
Andò verso il bancone prese le birre e le portò al tavolo
"Grazie"
Disse semplicemente un ragazzo dagli occhi castani e capelli castani e ricci, aveva una cicatrice sotto il labbro
L'altro ragazzo continuava a fissarla

La serata finì
Era andata bene, meglio di quanto la ragazza avesse previsto
Il locale era vuoto
"Ti va una granita?"
Le chiese Nash
"Si"

Andarono a prendere la granita
"Allora? Dimmi qualcosa di te"
"Sono papà da quattro mesi"
"Davvero?!"
Chiese esaltata
"Eh si, è un maschietto, si chiama Malakai"
Quando parlava di suo figlio gli si illuminavano gli occhi
"E sto per sposarmi, ecco perché il lavoro e i turni straordinari"
"Che cosa bella"
Eva sorrideva come un ebete, era quello che lei avrebbe sempre voluto, una famiglia, il matrimonio
Le mostrò una foto di suo figlio e della sua fidanzata
"Sembri molto felice"
Sorrise

a cloudy day// Timothée Chalamet Where stories live. Discover now