Capitolo 2

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"Katieee" urla mia madre dalla cucina.
Decido di ignorarla e continuare a dormire, in fondo è domenica mattina cosa ci sarà di così importante che non posso proprio evitare?
"KATIEEEE" urla ancora più forte.
Perché non potevo nascere sorda?
Inizio a pentirmi dell'ultimo desiderio immaginando una vita senza poter ascoltare musica, senza i film e le serie tv, senza il rilassante rumore della pioggia, senza il dolce suono degli uccellini che ti svegliano la mattina di primavera e il melodioso canto delle cicale d'estate.
"KATIE TI VUOI SVEGLIAREE?"
Ok mi rimangio tutto, posso anche vivere senza queste cose.
Sto per maturare l'idea di aprire gli occhi solo per riuscire a farla tacere, ma non ho nemmeno il tempo di finire il pensiero che sento la porta della mia camera spalancarsi rumorosamente e una figura alta presentarsi davanti al mio letto.
"Ma mi senti o no?"
"Mamma ti avrà sentito come minimo tutto il quartiere"
"E allora perché non ti alzi?"
"Perché è domenica e non vedo alcun motivo per svegliarmi alle 7 di mattina!"
"Katie..."
"Si?"
"È lunedì mattina."
I miei occhi si spalancano di colpo e con una mano afferro il mio telefono sul comodino per assicurarmi che non stia mentendo.
Ha ragione.
"Oh no sono in ritardo, Matt sarà qui tra 10 minuti"
"Vedi? Dovevi svegliarti quando ti ho chiamata la prima volta"
Le faccio la linguaccia e lei mi guarda divertita a braccia conserte mentre rischio di cadere dalle scale per raggiungere il bagno di corsa.
15 minuti dopo sono pronta e finalmente corro fuori di casa dopo aver preso lo zaino e salutato mia madre con un bacio.
"Torno a casa tardi tesoro, mangia fuori ti ho lasciato i soldi nello zaino" la sento dire di fretta mentre esco.
Non le rispondo ma lei sa che ho sentito.
Ogni volta la stessa storia, puntualmente sono in ritardo a scuola e la prof Grundy si abbassa gli occhiali e mi guarda con quello sguardo deluso e saccente e scuotendo la testa ripetendo
"signorina Johnson, è di nuovo in ritardo!"
Non mi sta affatto simpatica, ma penso che sia reciproco. Anzi, sono sicura che lei mi odi proprio.
Non so che cosa le ho fatto di preciso però la causa potrebbe essere quella volta che l'anno scorso stavo correndo in corridoio perché ero in ritardo come al solito e per sbaglio le ho rovesciato tutto il caffè che tenevo in mano sulla camicetta bianca di pizzo che indossava.
Si era arrabbiata tantissimo e da quel momento sono sicura che ha iniziato ad odiarmi.
Mentre ricordo questa scena sono già a metà della strada e mi accorgo che mancano 5 minuti all'inizio delle lezioni e che tarderò di nuovo.
"Ciao Bella addormentata"
"Matt, pensavo fossi già entrato"
"In realtà dopo averti aspettato per almeno 20 minuti a casa mia per fare colazione come al solito ho deciso di incamminarmi, sicuro del fatto che ti avrei trovata a metà strada con le scarpe slegate, i capelli scompigliati e l'aspetto di una sveglia da soli 15 minuti" ride e io con lui.
"Touchè"
Mi sistema i capelli e io mi lego le scarpe.
10 minuti dopo siamo arrivati a scuola ma stranamente la campanella suona in ritardo così permettendoci di arrivare giusto in tempo.
"Ci vediamo a pranzo" gli do un bacio sulla guancia e mi incammino verso la mia classe.
Matt è un anno più grande di me quindi non siamo in classe insieme.
È buffo pensare a quanto siamo legati noi due.
Sembriamo dei veri e propri fidanzati valutando i comportamenti, però posso assicurare che non è così.
Per me è più di un migliore amico, quasi un fratello, però una versione senza litigi o predomini dei bagni.
Ora che ci penso io e lui non abbiamo quasi mai litigato, a parte quella volta in seconda media per decidere chi doveva comprare l'ultima tavoletta del nostro cioccolato preferito che vende solo Pop's, il bar vicino a casa nostra.
Alla fine decidemmo di comprarlo insieme e di dividerlo e la "lite" finí nel giro di una decina di minuti.

Il prof Williams spiega da 2 ore matematica e non ci sto capendo assolutamente nulla.
È una materia che non capirò mai. Per quanto sembri facile perché basta "seguire le regole e fare esercizi", ogni volta che ci provo io mi viene tutto sbagliato. Probabilmente ho qualche sorta di maledizione verso questa materia ma non riesco proprio a andare bene pur sforzandomi molto.

Finalmente è l'ora di pranzo, non reggo già più la scuola, non tanto per lo studio, quanto per i miei compagni, ma per fortuna tra pochi giorni iniziano le vacanze di Natale e questo mi rassicura abbastanza.
Come al solito in mensa mi siedo al tavolo in fondo, aspettando che Matt esca dalla classe, ma dopo un quarto d'ora ancora nessuna traccia di lui.
I ragazzi mi guardano tutti in modo strano probabilmente domandandosi chi sia "quella sfigata che mangia ad un tavolo da sola al fondo della mensa" ma non mi importa più di tanto in realtà.
Suona la campanella e non ho visto Matt pranzare e francamente sono un po' preoccupata, però mi convinco che gli chiederò spiegazioni più tardi.

"Hey matt aspetta! Dove vai?"
Lo raggiungo di corsa al cancello della scuola.
"Ciao Katie com'è?"
È strano. Molto strano.
"Cosa ti prende?"
"Cosa vuoi dire?"
"Non lo so, sei strano. Mi hai dato buca a pranzo e ora stavi tornando a casa senza aspettarmi"
"Scusami sono semplicemente di fretta, mia nonna mi aspetta a casa, ci sentiamo più tardi okay?"
Mi da un bacio sulla guancia e corre via.

Per sempre così Where stories live. Discover now