t r e n t a

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« cazzo » esclamò taehyung, fermandosi ad un passo dall'uscita del museo

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« cazzo » esclamò taehyung, fermandosi ad un passo dall'uscita del museo. il rumore della pioggia forte riempiva tutta la città intorno a loro. « non ho l'ombrello » disse seccato, consapevole che sarebbe rientrato a casa completamente zuppo d'acqua. 

jungkook si sporse in avanti, notando anche lui con quanta insistenza l'acqua stesse scendendo dal cielo. sembrava non aver per nulla l'intenzione di smettere a breve. si tirò sopra la testa il cappuccio, voltandosi verso taehyung. « quanto è lontana casa tua da qua? » chiese, con totale serietà.

taehyung corrugò la fronte, confuso. « poco. saranno massimo cinque minuti. » rispose.

jungkook annuì. « quindi tre se li facciamo di corsa. » disse, « non dico che non ci bagneremo, però almeno saremo a casa. » taehyung sgranò immediatamente gli occhi nell'ascoltare le parole dell'altro ragazzo. il corvino gli prese il cappuccio della giacca che indossava e glielo tirò su con forza e velocità. « tae » lo chiamò « fidati di me » gli disse, guardandolo dritto negli occhi. il maggiore avrebbe voluto rispondergli che si fidava già così tanto da potergli donare tutto il suo cuore.

jungkook gli afferrò la mano, cominciando a correre per primo e trascinandoselo dietro « dimmi dove devo andare! » esclamò, ricordandosi solo con un attimo di ritardo che non era la sua città e non conosceva le strade di quel posto. la città era avvolta dal buio della sera ormai calata, e non aveva più orientamento per capire se alcune strade le aveva già percorse. erano stati in giro tutto il giorno, ricostruire tutto il loro percorso sarebbe stato impossibile.

« jungkook! fermati! ho il cappuccio davanti agli occhi non vedo niente, non posso dirti dove andare! » gli gridò di rimango taehyung, che veniva tirato in avanti e indietro dalla mano di jungkook. i due si fermarono sotto la pioggia, finendo completamente bagnati nel giro di pochi istanti. si guardarono e scoppiarono a ridere. « da questa parte, forza, prima che ci prenda un raffreddore » disse taehyung, facendo cenno con la testa al corvino di seguirlo.

le loro mani erano ancora intrecciate. non correvano più, ci misero il doppio del tempo previsto per arrivare a casa. era come se entrambi volessero godersi quel momento più a lungo che potevano. « menomale che i miei sono fuori da amici stasera, altrimenti mia madre mi avrebbe urlato contro fino a domani mattina » commentò taehyung, mentre i due entravano nel palazzo e finalmente si mettevano a riparo dalla pioggia.

« non la facevo una madre severa » commentò jungkook, rimanendo sorpreso. 

taehyung sorrise, annuendo « più che severa protettiva. molto protettiva » continuò, insistendo sulla seconda frase. salirono fino al terzo piano, e taehyung tirò fuori dalla tasca le chiavi per rientrare a casa. jungkook arricciò le labbra, osservandolo fare, e qualche istante dopo la porta si aprì per farli entrare.

l'appartamento era completamente avvolto dal silenzio. taehyung si mise a cercare l'interruttore come se ancora non sapesse dove fosse nonostante fosse casa sua. per qualche motivo, trovarsi al buio con jungkook lo mandava ancora più fuori di testa. forse perché nella poca e debole luce che proveniva da fuori trovava il suo viso semi illuminato una cosa spettacolare, degna del museo che avevano appena visitato. 

« vai a farti la doccia per primo » gli disse, « ti prendo degli asciugamani puliti. »

mine  ✓Where stories live. Discover now