2. Immobile [1. Hana]

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Episodio 1 – Hana

Parte 2/3 – Immobile


Hana non riusciva a concentrarsi interamente sulla lezione di matematica. Sul suo banco, alla sua sinistra, si trovava un notes a quadri, sul quale prendeva appunti passivamente – limitandosi a ricopiare ciò che il professor Sakamoto scriveva sulla lavagna. Alla sua destra si trovava il suo quaderno a righe, e metà della sua mente era decisamente immersa nella storia a cui stava lavorando.

All'improvviso, l'ispirazione fugace l'abbandonò. Smise di scrivere e decise perciò di concentrarsi sugli appunti di matematica, che scoprì essere il testo di un'equazione. Riuscì a risolverla in poco tempo. Dopo essersi così distratta, l'ispirazione le tornò: riprese perciò a scrivere.

Dietro di Hana si trovava seduta la sua compagna di classe Oyori, la più decisa sostenitrice del suo "essere strana". Aveva sempre il volto pesantemente truccato e qualche fiore tra i capelli – quel giorno si trattava di un giglio. Dietro di Oyori, un'altra studentessa, sua cara amica che la imitava sia nello stile che nelle azioni, la pensava esattamente come lei nei riguardi di Hana.

Oyori si sporse in avanti per sbirciare ciò che Hana stava scrivendo: non capì, ovviamente, di cosa si trattasse; si limitò a constatare che c'era parecchio inchiostro sulla carta. Roteò gli occhi e si poggiò alla spalliera della sedia, facendo alla sua amica segno che aveva qualcosa da dirle.

«Ma che sta scrivendo, un'equazione per la NASA?» le disse sottovoce.

«È da un'ora che prende appunti» le rispose l'amica, deridendo Hana.

Hana, naturalmente, le aveva sentite. Roteò gli occhi di fronte alla loro stupidità, ma non si voltò né disse loro nulla – soprattutto perché non avrebbe saputo nemmeno da dove cominciare, ma anche perché riteneva che l'indifferenza fosse la reazione migliore.

Il professor Sakamoto notò che Oyori si era distratta, come al solito. «Oyori, ogni giorno mi chiedo quanto tu riesca a resistere prima di metterti a chiacchierare.» Sakamoto aveva anche notato che Hana aveva passato tutta la lezione a scrivere roba che non era certamente matematica. Si avvicinò al suo banco con la mano tesa. «Immagino che i tuoi appunti siano impeccabili come quelli della signorina Nakimori, dico bene?»

Sakamoto stava ancora parlando con Oyori, ma era chiaro che volesse vedere gli appunti di Hana. La sua mano era tesa verso di lei. Hana strappò velocemente dal notes il foglio con l'equazione e glielo porse, nascondendo poi il quaderno a righe sotto il notes.

Il professore lesse velocemente i calcoli di Hana. «È corretto» osservò, cercando di nascondere la sorpresa. «Il tuo, Oyori?»

Oyori scosse la testa, imbarazzata.

«Ovviamente, non hai scritto nemmeno un numero.»

Sakamoto tornò verso la cattedra. «Svolgete tutti gli esercizi di pagina 47 per domani.»

Oyori roteò gli occhi e sbuffò, guardando Hana con scherno e disprezzo.


A metà mattinata, Masami si recò in pasticceria per acquistare la torta che Hana aveva visto il giorno prima tornando da scuola. Non aveva esitato un istante a prometterle che gliel'avrebbe comprata: Hana era sempre triste, e gli occhi le si erano illuminati in maniera particolare al pensiero di assaporare quella torta al cioccolato. No, "triste" non era la parola giusta. Malinconica? Indifferente? Spaesata?

Una cosa era certa: era come se non vivessero sullo stesso pianeta. Masami l'accusava di non avere amici ma Hana conosceva, in realtà, una marea di persone: personaggi piacevoli e intriganti che vivevano tutti unicamente nella sua testa. La sua esistenza sul pianeta Terra era quasi fantasma, era come se non appartenesse a questo mondo.

MazinkaiserWhere stories live. Discover now