13. Tutto quello che ho sempre voluto

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La grande Marion Zimmer Bradley, una delle mie scrittrici preferite, già al suo tempo scriveva: ''Nessuna scelta è priva di rimpianti.''

❤❤❤❤

«Infermiera... per caso le serve aiuto?»

Alzai la testa di scatto cercando di trovare il proprietario della voce tranquilla che proveniva da qualche parte vicino.

Da dove è spuntata questa persona? Oh Dio, è un dottore! Cavolo... ho appena controllato tutto il corridoio! Quanto tempo avrò perso per cercare questa lettera? Che figura...

Mi aggiustai gli occhiali che mi erano scivolati sul naso, mentre mi alzavo provando a farlo con una certa nonchalance, con mosse studiate che nascondessero la vergogna che provavo per essere stata beccata a frugare dentro allo stramaledetto cestino, di fianco all'ascensore. Indovinate di quale piano?

Il terzo, ovviamente.

«In verità... grazie dotto...» La mia voce si spense quando notai l'espressione grave che apparve sul suo viso. Alzò le folte sopracciglia bianche e chinò leggermente la testa da un lato mentre aspettava che proseguissi. Lo riconobbi subito, anche se non ricordavo bene il motivo. Per guadagnare tempo, aggiunsi qualcosa mentre leggevo il nome ricamato sul suo camice.

Mi dovetti schiarire la gola prima di continuare: «Grazie dottor Maller, è tutto a posto.»

Mi uscirono quasi gli occhi dalle orbite quando lessi la scritta delicata, ricamata con fili d'oro, che brillava sotto al suo cognome.

Il primario di cardiologia! Ma si può essere così sfigati? Beccata proprio dal primario... non poteva essere almeno un assistente?! La mia solita fortuna.

Le braccia conserte davanti al petto e la postura tesa mi fecero intuire che non aveva la minima intenzione di andarsene. Mi ricordai di lui; era avvolto dalla stessa aura di superiorità con la quale lo avevano immortalato per la copertina del giornale locale, che da giorni girava in mensa.

"Il personaggio dell'anno: l'uomo dietro alle quinte dell'ospedale universitario di Zurigo."

«Ecco... ho solo perso un...»

Per fortuna venne in mio aiuto...

«Curioso... lei ha perso qualcosa dentro un cestino chiuso sopra e aperto ai lati?»

Forse mi sbagliavo e quello non era propriamente un aiuto...

Il mio viso andò a fuoco, mortificata guardai il cestino che sembrava farsi beffe di me. Era ufficiale, ero la più sfigata tra le sfigate di turno.

Come faccio ora ad uscire da questa situazione?

«Ecco, infatti dottore...»

❤❤❤❤

Qualche ora prima, mentre mi dirigevo alla fermata dell'autobus, un senso di pentimento e angoscia fecero capolino. Pochi istanti dopo aver varcato la porta dell'ospedale, il mio cuore aveva iniziato a sussurrarmi qualcosa che non volevo sentire; a ogni passo che facevo il mormorio era aumentato fino ad assordarmi con la stessa frase:

Perché hai buttato la lettera? Non conoscerai mai le parole di Ethan...

Cercai di ignorare quelle parole fino al momento in cui il cervello mi diede un comando categorico:

Fermati e torna indietro, se sei fortunata riuscirai a riprenderla...

Sempre più titubante, provavo a contrastare quei pensieri mentre attraversavo le strisce pedonali e la fermata appariva come un miraggio a pochi passi di distanza.

Il confine dell'amore - Un Romanzo bestseller New AdultWhere stories live. Discover now