Poggia le mani affianco alla mia testa, sovrastandomi interamente, facendomi sentire piccolo, microscopico, sotto il suo sguardo serio. I suoi occhi stanno cambiando in modo lento, come se non volesse sul serio, diventando rossi.
Ora, ho veramente paura.
«Jeongguk...» singhiozzo, spaventato.
«Taehyung, — inspira il mio odore e cambia totalmente espressione. Sembra pronto a saltarmi addosso. Si abbassa fino al mio lobo — vuoi che ti faccia sentire meglio?» sussurra.
«N-No... Non—Non voglio, p-per favore.» balbetto, scuotendo la testa vorticosamente.
Il corvino sgrana gli occhi, sorpreso. Subito si alza, passandosi una mano in faccia. Mi rivolge un'altra occhiata.
Non mi fido. Adesso verrà qui e—
«Prendi questa.» sobbalzo, quando lo vedo nuovamente vicino a me, accanto al letto.
Aggrotto lentamente la fronte, ricominciando a vedere sfocato. Perché non mi sta saltando addosso? Perché non mi sta facendo del male?
«Taehyung, dico sul serio.» ripete, porgendomi una radice di... So che pianta è, solo che non lo ricordo, non ricordo nemmeno come mi chiamo, diamine!
Prendo la pianta e la mangio, masticandola rumorosamente. Forse non avrei dovuto prenderla, ora che ci penso.
Tento di osservare l'espressione di Jeongguk, ma non riesco, i miei sensi sono annebbiati, non sento né vedo nulla. Le mie palpebre sfarfallano e, in un piccolo istante, crollo in un sonno profondo.
[- - -]
Apro lentamente gli occhi, rigirandomi fra le calde e comode coperte del mio letto. Sgrano gli occhi, quando sento di star per cascare giù dal letto, cerco in tutti i modi di rialzarmi ma fallisco miseramente, crollando per terra.
Rimango lì fermo, con le coperte ancora a circondare il mio corpo, la testa sul freddo legno della mia nuova "casa". Questa non sarà mai casa mia.
«Kim?» mi richiama una voce che, sfortunatamente, sta diventando familiare.
Alzo pigramente verso Jeon Jeongguk. La sua espressione è divertita, con il solito ghigno antipatico appresso.
Assottiglio lo sguardo, sedendomi e roteando le iridi. Non importa ciò che ha fatto prima, non voglio assolutamente, in alcun modo, la sua pietà. Può tenersela per lui.
«Ti senti meglio?» continua, vedendo che non accenno ad una risposta.
Non dico nulla nuovamente e sospira, con pochi passi, è seduto sul letto, mentre mi guarda dall'alto. Lievemente a disagio per la mia alquanto ambigua posizione — sono ai suoi piedi, praticamente — decido di alzarmi e accomodarmi il più lontano da lui possibile.
Facendo ciò, le coperte cascano giù, scoprendo il mio corpo nudo a causa del calore insopportabile provato sole poche ore fa.
Sgrano gli occhi, riprendendo le lenzuola ed avvolgendole al mio petto, con le guance rosse. Ridacchia, distogliendo lo sguardo, puntandolo verso la porta d'uscita.
Lentamente, mi siedo. Passano così diversi secondi di silenzio. Trotterello le gambe avanti e indietro, fissando quelle. Okay, è imbarazzante.
«Ascolta, Taehyung. — esclama, sospirando, non mi giro ma drizzo le orecchie per sentire quello che ha da dirmi — Nel villaggio, credono tutti che io e te... Ehm, hai capito, no? — tossisce e io sgrano gli occhi, avvampando più di prima — Bhe, ecco, dovrai far finta che sia successo realmente qualcosa fra noi, d'accordo?»
Annuisco velocemente, intrecciando le mie gambe e abbassando la testa.
«Capisco che questo non ti piace, tutta questa situazione, intendo. — continua l'Alpha. Con la coda dell'occhio lo vedo giocherellare con le sue dita — Ma mio padre deve credere io abbia soddisfatto il tuo calore o sarò una vergogna. Un Alpha che decide di non marchiare il suo compagno, inaudito. Soprattutto, il figlio del Capoclan più temuto.» scuote la testa.
«Va bene, Jeongguk.» rispondo, chiamandolo per la prima volta per nome, così come ha fatto lui.
Incrociamo gli occhi per qualche istante, distogliendoli subito dopo. Ho le palpebre spalancate e il petto che fa su e giù velocemente.
Altro silenzio molto imbarazzante, dove torniamo a guardare punti a caso della casetta.
«Comunque, sta sera ci sarà una festa.» annuncia, alzandosi dal letto. Lo seguo con lo sguardo, studiando le sue ampie spalle.
«Mh, e quindi?» chiedo, inarcando un sopracciglio.
«Dovrai venire, ovviamente.» conclude.
«Oh, no. Io non festeggio una permanenza a me non gradita.» ribatto, guardandolo male una volta che si gira.
«Kim, — ringhia, facendo illuminare i suoi occhi di rosso — non era una domanda.»
Abbasso la testa automaticamente, non potendo oppormi contro la mia natura fin troppo debole.
«Non rispondo ai tuoi ordini!» esclamo, rialzando il capo.
Aggrotta la fronte, scrutandomi attento. «Sei in debito con me per non aver fatto nulla senza il tuo consenso.» ghigna, uscendo dalla casa.
Sgrano gli occhi, separando leggermente le labbra fra loro. Mi ha fregato.
Scuoto la testa, rivolgendo la mia attenzione a dei vestiti posati lì vicino. Con una smorfia dolorante, mi alzo e vado a lavarmi nel piccolo bagno. Sospiro, spostando lentamente le mani sul pelo dell'acqua.
Sono così confuso, perché Jeongguk non ha abusato di me? Tutti gli Alpha lo avrebbero fatto, anche solo per una questione di mostrarsi più forti. Quello era il mio primo calore e lui... Non ha fatto nulla.
Una strana morsa stringe il mio petto e aggrotto la fronte, preoccupato. Cosa mi sta succedendo?
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I'm not just a stupid Omega |KookTae|
Fanfiction"«Non sono di proprietà di quello stupido Alpha, che vada a-» «È dalla graziosa bocca del mio Omega che escono queste dolci parole?»" ___________ La guerra porta a fare scelte affrettate dalla quale non c'è via di fuga. Un patto non può essere spez...
4-Calore
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