Capitolo 9: "La mamma."

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A casa sono la bambina della famiglia. Sono la luce negli occhi dei miei nonni e una specie di sorellina minore per mia madre.

Da che ricordo, lei non si è imposta quasi mai sui nonni per decidere per me. Le faceva comodo stare sotto il tetto dei suoi genitori continuando a fare la figlia - un ruolo che mal si coniugava con quello di madre di una bambina delle elementari.

Se n'è andata di casa per la prima volta quando avevo sei anni, ma io non l'ho vissuto come un abbandono. Per me era come se si stesse trasferendo una zia, o una sorella maggiore molto più grande con cui avevo poco in comune.

Quando stava con me, mia madre mi lasciava a me stessa, davanti alla tv. Era come una babysitter svogliata.

I nonni sono stati i miei veri genitori: si preoccupavano di portarmi al parco, di farmi mangiare agli orari giusti, di parlare con le maestre. Mia madre faceva queste cose solo su loro indicazione, spesso di malavoglia.

Verso la fine dei miei anni di asilo ha preso consapevolezza di sé - o meglio, si è stufata di un ruolo che le veniva imposto e che lei non aveva mai gradito.

Ricordo di averla sentita litigare coi nonni dalla mia stanza. Ero già andata a dormire ma il suo tono concitato mi aveva svegliato. Era una voce graffiante, nervosa, che mi faceva sentire una bambina cattiva ogni volta che la udivo. Come se avessi fatto qualcosa di così terribile da non farmi più amare da lei.

«Cioè, volete che vada all'open day della scuola elementare? Ma è alle cinque, io sarò fuori.»

«A fare cosa?» La più grande oppositrice di mamma è sempre stata la nonna.

A mia madre era sfuggito un suono di scherno. «Mi sto cercando un lavoro. Non è quello che continuate a dirmi di fare?»

«Lo cerchi da settimane, non usarla come scusa. Puoi prenderti un'ora libera per tua figlia.»

«Ma a che serve? Non saprò cosa chiedere, poi una scuola vale l'altra. Questa è la più vicina, no? Mandiamola lì.»

Mia nonna aveva perso le staffe. «Sei impossibile! Ti importa qualcosa di Lara? È una tua responsabilità, quando te ne renderai conto?»

«Se è una mia responsabilità facciamo come dico io. Andrà in questa scuola, tanto poi sarò io a dovermi svegliare la mattina per portarcela.»

«Quando mai lo fai di tua iniziativa? Devo buttarti giù dal letto! Hai ventun anni, signorina, ti deciderai mai a crescere? Devi fare la madre!»

«Tanto ci sei già tu a farlo al posto mio! Non fare quella faccia, appena provo a dire qualcosa mi dici di stare zitta!»

«Se la porti fuori con te fino alle dieci di sera, per forza!»

«Ieri dovevo starmene chiusa in questa casa? Che hai da lamentarti, Lara si è divertita!»

Mio nonno era intervenuto, probabilmente per non far esplodere la nonna. «La piccola poi era stanca morta. Carlotta, non divaghiamo: non c'è motivo per te di mancare alla visita della scuola. Anche se alla fine iscriveremo Lara lì, almeno tu interessati della sua istruzione.»

«Volete che menta se vi dico che mi interessa. Non perché non voglia bene a Lara, ma sapete quanto poco conta la scuola nella vita secondo me.»

Era seguito un attimo di silenzio. Col senno di poi immagino che i miei nonni stessero guardando sconsolati il soffitto.

Mia madre aveva ripreso a parlare con più decisione. «Sentite, voglio farla finita. Così non sta funzionando.»

«Che cosa?» le aveva chiesto la nonna, rassegnata a sopportare l'ennesima tirata.

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⏰ Last updated: Nov 05, 2019 ⏰

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