Capitolo 3: "Coso nuovo o Coso Zanin?"

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Sono passati due anni da quel primo incontro con Matteo.

Sono dieci mesi che stiamo insieme ed è da questa estate che nutro dei dubbi su di noi.

Mi domanderei com'è potuto succedere se non fossi stata presente a ogni singola ripetizione di matematica che mi è stata data da Lui.

Non riesco nemmeno a chiamarlo col suo nome. Mi si intreccia la lingua mentale appena gli dedico mezzo pensiero.

Sarebbe accaduto lo stesso se fosse rimasto il ragazzo che vedevo solo di tanto in tanto? Sentirei queste cose se non gli avessi parlato quasi ogni giorno, se non avessimo passato tanto tempo a meno di un metro di distanza l'uno dall'altra?

La risposta mi fa paura: non riesco a immaginare una vita senza quei pomeriggi, senza le sue battute caustiche, senza lui che dopo l'ennesima equazione sbagliata sospira e mi dice, 'Non ce la fai proprio, Biondina.'

Biondina.

Voglio sentirlo dire ancora, dalla sua voce.

Mi infilo le mani nei capelli.

Sono una traditrice! Non importa che non mi sia fatta nemmeno abbracciare, non faccio che pensare a un ragazzo che non è il mio fidanzato!

«Ancora?»

Claudine non mi aiuta, ma io le getto lo stesso le braccia al collo. «Sìì! Vi prego, ditemi cosa devo fare!»

Stiamo camminando in mezzo al parco. Striscio le ballerine sul selciato aggrappandomi alla mia amica.

Claudine mi trascina verso una panchina mentre Mari ci segue serafica, assaggiando l'ultimo cono gelato della stagione. A inizio ottobre ci dirigiamo verso Halloween, ma io non sono ancora pronta a salutare il mio dolce estivo preferito e le ragazze mi hanno accontentata.

Claudine si siede, cercando di non farsi schiacciare dal mio peso. «Ricomponiti! Io ti ho già detto quello che penso, il problema è che tu non mi vuoi mai ascoltar- ahia!»

I mie capelli si sono impigliati nelle cuffie che Clò porta alle orecchie - anzi, no, nel suo orecchino.

«Lara!»

«Scusa!» Provo a districare la ciocca, ma più tiro per vedere che forma ha il nodo, più ci attorcigliamo.

Mari allunga il suo cono a Claudine. «Tieni. Siete una causa persa, lasciate fare a me.»

Stiamo con le tre teste vicine.

«Mari, non sei stufa anche tu di questa situazione?» Claudine offre il collo per agevolare l'operazione. «Ormai quando usciamo insieme non parliamo d'altro.»

«Per Lara è un momento di crisi. Che amiche saremmo se non l'ascoltassimo?»

«I love you, Mari.»

Lei si mangia le labbra nude, su cui non mette mai neppure un velo di colore. «Dovresti dirlo a uno dei tuoi ragazzi, mica a me.»

«Non sono i miei ragazzi. Voglio dire, uno solo di loro lo è, mentre l'altro...»

Mari stringe gli occhi scuri, grandi e lievemente sporgenti. È concentrata, sta cercando di non strappare via il lobo a Clò. «Fossi in te io partirei da Teo. È con lui che hai una relazione, è su di lui che dovresti concentrarti. Hai avuto i tuoi giorni di confusione...»

«Giorni? Saranno almeno due mesi.»

Claudine è spietata.

«I tuoi giorni di confusione» ribadisce Mari, abituata a ignorare le sue interruzioni. «Adesso è arrivato il momento di fare un po' di chiarezza. Perché non riprendi a frequentarlo come prima? Le vacanze sono finite. Non state più nella stessa scuola ma lui non si è certo trasferito in un'altra città. Tieni ancora a Teo, no? Non vuoi che il vostro rapporto si spezzi come se non fosse stato importante. Questo ti farebbe ancora più male, non so se te lo perdoneresti.»

Se questo è amoreWhere stories live. Discover now