Capitolo 9

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Mi risveglio tra le braccia di mio padre che mi guarda preoccupato. Respiro a fatica, il cuore mi batte a mille nel petto come dopo una battuta di caccia, la testa è sul punto di esplodere e...devo vomitare, oddio sto per vomitare! Mi scanso appena in tempo e raggiungo il bordo del letto, rigettando a terra tutto quello che avevo ingerito a cena.

Ricordo poco di quello che ho visto, frammenti scollegati che tentano di unirsi nella mia mente, il ricordo di una frase, del sangue e di due occhi inconfondibili. Mi gelo all'istante, un brivido mi percorre il corpo nonostante nella stanza faccia un caldo insopportabile. Loro due, quei due occhi che mi stanno rovinando la vita, come se agissero di vita propria, come se stessero provando a comunicare con me in un lingua sconosciuta.

Nei suoi occhi vedo L'Urlo di Munch,  sento il suo fiato più vicino e reale che mai, darei  tutto per salvarlo, non per salvare me, per salvare lui che sta affrontando l'uomo nero che lo tiene prigioniero come un animale. Percepisco il tocco delle sue dita sulla mia pelle, mi parla, non so cosa dice perché non lo capisco, parla in una lingua antica la riconosco da alcune parole che mamma nelle fiabe della buonanotte pronunciava sempre. "Stjernene", gli astri! la risposta la trovo negli astri, ma come?

All'improvviso il suo tocco svanisce, riconosco la sua paura, il suo amore e la sua richiesta di aiuto e so che per salvarlo devo andarmene, devo ricongiungermi alla terra, comprendere gli astri. La mamma non mi permetterebbe di aiutarlo, ricordo bene le storie che mi raccontava, erano la mia storia e l'ho capito solo ora, narravano tutte di una giovane principessa minacciata da un compagno dannato, un lupo infernale. Quei due occhi artici sono il mio lupo infernale.

Mi padre se ne va qualche minuto dopo, promettendomi di tornare con un brodo caldo, fiuto la sua preoccupazione, sta andando a chiamare la Nonna e la mamma, solo loro due possono capire quello che sta succedendo. La nonna è la Dea Luna, bella ed eterea nonostante abbia qualche secolo di troppo, i capelli corvini le scendono fino a sfiorare la base della schiena e i suoi occhi vedono tutto. Purtroppo per me non è stata la nonna ad affidarmi il mio mate, solitamente il compito è suo, ma succede che gli astri intervengano e lei può solo confidare nella loro saggezza, perché nonostante la potenza della Dea Luna, lei non è nulla in confronto a coloro che da miliardi di millenni controllano e decidono le sorti dell'universo, sono loro che hanno creato la Luna e il Sole, incredibile da pensare dato che non sono altro che polvere impalpabile di Sapienza, non hanno volto o voce, le possono assumere a seconda delle situazioni, ma fondamentalmente sono inimmaginabili.

E' proprio mentre penso alle loro origini che una voce calda e rassicurante mi avvolge, nemmeno a farlo apposta ecco che appena li nomini intervengono come ficcanaso.
"Jeg følte at du kjære, ingen har noen gang kalt oss nysgjerrige, men jeg kan forsikre deg om at de ga oss mange kallenavn"
(Ti ho sentita cara! Nessuno ci ha mai chiamato ficcanaso, eppure ti assicuro che ci hanno dato molti soprannomi)

Non so come ma li capisco e riescono a leggermi la mente.
Una risata soave mi riempie il la testa, come se si stesse prendendo gioco di me.
"Dessverre har jeg ikke mye tid som barn, men jeg lover deg at du får tid til alle spørsmålene.
Nå må du løpe vekk, løpe fort mot sør vi vil guide deg. Han ser etter deg."
(purtroppo non ho molto tempo bimba, ma ti prometto che avrai tempo per tutte le domande.
Ora devi scappare, corri veloce verso Sud saremo noi a guidarti. Lui ti sta cercando.)
Un'ansia incontrollabile si fa largo nel mio corpo, il mio respiro si accorcia, lo sento, sento che mi sta cercando e sta arrivando.
Solo una cosa voglio sapere.
"Perché non potete fermarlo? Voi siete i creatori dell'universo! Siete potentissimi, perché non potete cambiare il mio destino? Perché lo avete creato?"
Un sospiro riecheggia tra le quattro mura sconsolato, quasi come se una freccia lo avesse colpito nel petto.
"Mitt elskede barn ... han er som oss.
For tusen år siden ble vi nektet den kraftigste følelsen, kjærlighet.
Han hadde allerede falt for oss og vi stjerner kan ikke fortsette som dere skapninger, vi husker og han, min kjære, husker smerten som en skapning har påført ham uskyldig. Min kjære bare du kan redde den."
(Mia adorata bimba...lui è come noi.
Millenni fa ci venne negato il sentimento piú potente, l'amore.
Lui ci era già caduto e noi astri non possiamo andare avanti come voi creature, noi ricordiamo e lui, mia cara, ricorda il dolore che una creatura gli ha inflitto innocentemente. Mia cara solo tu puoi salvarlo.)

Damn MateWhere stories live. Discover now