Capitolo 7

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Quel sogno mi lasciò l'amaro in bocca, era difficile credere che il mostro che avevo sognato era proprio colui che amavo, il mio mate.
Potevo davvero credere a quel sogno?
Sarei riuscita a scappare da colui che mi ha sempre protetta?
Sarei mai riuscita a dimenticare quel volto, quel profumo, quel ghiaccio bollente?

Decisi di reprimere quei pensieri, oggi sarei uscita per la mia prima stagione di caccia, la prima prova per la vita di un licantropo.


Sentivo il terreno umido sotto le zampe, il naso ammaliato da tutti quei profumi e odori così differenti tra loro. Correvo al fianco di mio padre, un lupo maestoso e potente, dalle dimensioni smisurate e dagli occhi crudeli e freddi, nel loro immenso rosso cremisi. Mia madre era rimasta un po' più indietro, su un lato da sola, le piaceva correre in assoluta libertà a solitudine. Il manto nero come quello di mio padre si celava nelle ombre del bosco, era la più veloce, l'ammiravo così tanto, avrei voluto essere come lei, intimidatoria e autoritaria.

Forse per scherzo del destino o tanto per avere qualche dubbio su chi siano realmente i miei genitori, io sono l'esatto contrario. Il manto bianco sembra un pugno in un occhio in una foresta scura, sono piccola e agile e con due occhi particola chiari, che sembravano leggerti dentro . Per non parlare della mia lupa, Jecyenne, ambiziosa e potente, incastrata dentro il corpo di una baby lupa, le litigate non mancano.


Verso sera tornammo a casa, non avevo dato il massimo e si era visto, J continuava a rifiutarsi di collaborare, fu un pomeriggio pieno di inciampi e cadute, ero sporca fino alle punte delle orecchie e J ne era super contenta. Purtroppo non era questo il fatto a preoccuparmi di più, avevo uno strano presentimento, ogni tanto mi girava la testa e le zampe perdevano la loro muscolatura, ero stanca ma non fino a questo punto, c'era qualcosa che non andava e Jecyenne per la prima volta mi dava ragione.                                                                                                                               Mi infilai sotto il getto freddo della doccia per darmi una svegliata prima di cena, ero scombussolata e volevo soltanto dormire, Lui non si era fatto vivo dall'altra sera e questo mi dava un fastidio tremendo. Chiudevo gli occhi e vedevo le sue iridi azzurre, ma non sentivo il suo odore e questo  mi sconvolgeva.

A cena ero stanca, mi si chiudevano gli occhi e sentivo la testa pesante, non toccai quasi nulla, lo spostai da un lato all'altro del piatto e poi posai sulla tovaglia le posate immacolate. All'improvviso sentii la gola chiudersi, come quando si ingerisce qualcosa di troppo grande, battei le mani sul tavolo, gli occhi si appannarono mentre vedevo il branco venire in mio aiuto, sentivo una morsa fredda al collo, mi voltai verso mia madre, che non si era mossa, provarono a scuoterla, ma scansò tutti, si voltò verso di me, una lacrima solitaria le solcava la guancia, poi annuì e quel gesto mi fece capire che era ora di tirare fuori gli artigli e combattere contro il mostro che mi stava tirando a sé, ma prima dovevo lasciarmi andare, non si poteva combattere se non si stava sul campo di battaglia; poi buio.








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Hola ragazz*, sono tornata con un nuovo capitolo. Queste settimane sono state parecchio intense per me, mi sono lasciata dopo un anno e mezzo senza una spiegazione plausibile che mi ha lasciata interdette e l'amaro in bocca, btw spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate una stellina e un commento, pls.

Alla prossima, un bacione a tutti.

Damn MateWhere stories live. Discover now