Capitolo 6

1.3K 80 3
                                    

POV Samantha

Rimasi a lungo tra quelle braccia mascoline e contornate da rune sconosciute e cicatrici.
Ci eravamo allungati sull'erba fresca, appoggiai la testa sul suo petto sentendo il cuore battere ad un ritmo cadenzato e particolarmente lento.
Mi stringeva forte a sé e ogni tanto alzava la testa per guardare la mia mano che disegnava sul suo petto linee invisibili.

Spostai lo sguardo, puntandolo su di lui, iniziò a fissarmi con quelle sue iridi artiche che trasmettevano un calore infernale.
Aveva una lunga cicatrice che gli attraversava il volto, partiva da poco sotto la tempia per poi terminare al lato della bocca. Assomigliava tanto ad un ghigno malefico esagerato, anche se l'ultima parte era coperta da un sottile strato di barba bionda.
Passai le dita leggere sopra quella cicatrice, un ondata di freddo mi travolse e un attimo dopo lui non era più con me.
Se ne era andato senza una parola, all'improvviso, lasciandomi addosso lo sconforto e la solitudine a farmi da compagnia.
Tornai a casa, ero stanca e confusa come mai prima d'ora, perché era scappato?
Una lacrima comparve all'angolo dell'occhio e scivoló giù lungo la guancia, sospinta dalla gravità fino ad incontrare il terreno freddo e umido della sera, mescolandosi con la terra.
In un attimo, avvolta nei pensieri, ero arrivata a casa.

Spire di fuoco lambivano la mia pelle, sentivo il calore espandersi sul corpo e bruciarlo lentamente. Il cuore pulsava forte, il respiro affannato, la vista compromessa dal fumo, la gola ferita.
Un urlo squarciò l'aria, era sovrumano, malefico e pericoloso, mi distrassi per un secondo e quasi dimenticai di essere circondata da fuoco. La paura di insidiò dentro di me, tremavo, non avevo vie di fuga, urlai forte, ma nessuno venne da me, ero sola, sola con L'urlo diabolico che fendeva l'aria.
Il calore divenne insopportabile, mi accostai alla porta, non si apriva, tirai forte e nulla, ero bloccata.
Un pugno, due, tre, la porta cedette e dopo un po' riuscii a crearmi un varco per passare. Il corridoio era costeggiato da cenere grigiastra, ma era intatto, solo dei graffi sulla parete rovinavano quel color vaniglia confortante, sembrava che qualcuno ci si fosse aggrappato mentre veniva trascinato via. Corso verso le scale, la scena orribile.
I corpi ammassati e scomposti del mio branco riempivano il pavimento, il sangue era sparso ovunque, le pareti erano diventate di un rosso cremisi, qualcuno gemeva, altri spiravano, poi li notai, i miei genitori. Stesi sul suolo insieme agli altri, erano quelli messi peggio, i loro corpi erano ricoperti di graffi e ferite che ancora sgorgavano sangue, papà era quasi irriconoscibile tanto che il suo corpo sembrava passato per il macello.
Mi accasciai a terra, urlando di dolore, non poteva essere vero, se solo fossi stata qui con loro a combattere, forse sarebbero vivi.
Una risata profonda rieccheggiò nell'atrio, mi voltai nella stessa direzione.
Un corpo pieno di sangue, diviso a metà, una parte diabolica, con la pelle rossa e irregolare, il volto diabolico, l'altra metà era umano, il sorriso cupo e poi quegli occhi blu oceano mi travolsero, il ghiaccio mi investì. Era lui.

Aprii gli occhi di scatto, nessuna fiamma, le voci del branco ancora allegre, solo un sogno.

POV NARRATORE

Samantha sospirò sollevata, era stato solo un brutto sogno, appena il cuore e il respiro si regolarizzarono si rimise a dormire, incurante della scritta rossa sul soffitto: "Sarai mia".

[spazio autrice]
Lasciate una piccola stellina per supportarmi e anche un commento, di qualsiasi tipo, anche un commento critico costruttivo.

Il banner in alto é stato realizzato da Rosalie_TheDarkLady

Damn MateDove le storie prendono vita. Scoprilo ora