VIII-Vocatio in ius.

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Dopo qualche istante, arrivammo in un luogo che non riuscii ad inquadrare immediatamente. L'ambiente era spettrale: una fitta coltre di nebbia mi rendeva difficoltosa la vista, mentre un paio di corvi cominciarono a gracchiare sbattendo violentemente le ali nere.

«Dove siamo?» chiesi confusa, cercando di ignorare la mia nausea. Se avessi saputo di dover utilizzare nuovamente quello strano mezzo di trasporto, avrei evitato tutto quel cibo a colazione.
«In un parco ad Edimburgo. È qui che si trova l'ingresso per la Congrega» mi spiegò Felix in modo pacato.

Aguzzai la vita e scrutai dei vecchi e logorati giochi per bambini. Sapere vagamente dove mi trovassi, mi avrebbe dovuto rendere più tranquilla ed invece tutto in quel lugubre luogo mi provocò un senso d'inquietudine.

Felix, come se percepisse la mia agitazione, mi prese la mano fra la sua.
«Andrà tutto bene, vedrai.»
Stetti in silenzio, avrei voluto tanto pensarla allo stesso modo.

«Di qua» disse Morpheus.
Lo seguimmo in silenzio, con solo la compagnia di quei malvagi uccelli.
Poco dopo, il mio sguardo fu catturato da un luccichio sul terreno. Ci trovavamo nei pressi di un limpido lago dalla forma circolare.

Aveva l'aspetto di un sinistro specchio, nessun animale aveva avuto il coraggio di tuffarvici o di abbeverarsi. Nessun segno di vita, neanche vegetale, sostava nei pressi di quella pozza d'argento.

«Prima le signore» esclamò lo stregone facendo un lieve inchino.
«Cosa?» chiesi sorpresa.
«È un portale» spiegò con ovvietà Morpheus.
«E quindi?» continuai.
«Dovresti attraversarlo» mi suggerì con impazienza.

Non ebbi il tempo di controbattere poiché fui letteralmente lanciata contro lo specchio d'acqua. Il liquido cristallino mi avvolse completamente. La temperatura era glaciale, così tanto che per un'istante ebbi paura di morire per ipotermia.
Cercai di nuotare verso la superficie, ma una forza invisibile mi trascinò verso il fondo. Sentii l'aria mancarmi e boccheggiai nel vano tentativo di acquistarne un po'.

Quando pensai di star per morire, l'acqua intorno a me si dissolse completamente ed io mi ritrovai su un polveroso e vecchio pavimento in pietra.

Felix e Morpheus era lì in piedi ad aspettarmi.
«Come avete fatto ad arrivare qui prima di me?» chiesi tossicchiando.
«Oh, abbiamo usato le scale» rispose lo stregone indicando una rampa di grosse scale dietro le sue spalle.

Mi alzai dolorante e rivolsi ad entrambi un'occhiata di fuoco. Felix sembrò pentito e cercò di evitare il mio sguardo ricolmo di rabbia.
«E perché mi avete fatto usare quel dannato lago?» chiesi con un'inquietante calma.
«Era divertente» rispose Morpheus con una scrollata di spalle, per poi cominciare a camminare.

Feci un respiro profondo e strizzai i capelli, riversando sul pavimento una cascata d'acqua.
Felix cercò di aiutarmi, ma io lo fermai.
«Siete due bambini, dovrei fare io da baby-sitter a voi» sibilai.
«Scusa» sussurrò a bassa voce.
«Però devo ammettere che è stato divertente» continuò con un ghigno.
Di tutta risposta gli assestai un debole pugno sulla spalla e me ne andai avanti, lasciandolo sogghignare come un bambino.

Quando arrivammo ad una piccola e rotonda porta in legno, Morpheus mi lanciò un'occhiata disgustata.
«Per quanto io non sia assolutamente d'accordo a questo incontro, non ti permetterò di presentarti così. Ho pur sempre una reputazione, io» sentenziò altezzoso.
«Chissà perché i miei abiti sono ridotti così» domandai sarcasticamente.

Lo stregone sbuffò e successivamente usò la sua magia per un veloce cambio d'abito. Indossai un paio di morbidi jeans abbinati ad una camicia bianca ed un maglione verde bottiglia. I capelli, prima grondanti d'acqua, erano stati asciugati e pettinati adeguatamente.
Sul naso, finalmente i miei occhiali da vista. Era da giorni che soffrivo di un atroce mal di testa a causa degli occhi affaticati.

«Grazie» bofonchiai sistemandomi la montatura sul naso.
«Freya... qualsiasi cosa ti diranno lì dentro, dosa bene le parole e sceglile accuratamente. Mi dispiace di non averti potuto evitare questa situazione, sono stati proprio loro a chiederci di venire qui» disse Felix con apprensione, mordicchiandosi il labbro inferiore.

«E soprattutto» s'intromise Morpheus.
«Non accennare per nessun motivo al tuo sogno, ragazza.»
«Perché?» chiesi confusa.
«Non mi fido molto di quell'ammasso di bamboccioni e ho come il presentimento che non siano ben disposi nei tuoi confronti, per cui non intendo mettere carne al fuoco facendoti raccontare ciò che crea la tua brillante immaginazione» continuò lo stregone.

«Perché non dovrebbero essere ben disposti? Insomma, mi hanno invitato loro, no?» chiesi.
«Sì, ma fidati di noi, Freya. Fai... com'è quel detto? Ah, sì! Fai buon viso a cattivo gioco. Mostrati ragionevole e gentile nei loro confronti, ma al contempo non credere a nulla di ciò che ti diranno e soprattutto non accettare nessun patto o cose simili» mi consigliò Felix con attenzione.

«Va bene, ho capito. Voi sarete con me?» avevo paura di trovarmi da sola in una situazione completamente nuova, per giunta con creature che fino a qualche giorno fa consideravo puramente immaginarie.

Ero insicura, spaventata e quella classica sensazione che mi spingeva a darmela a gambe era tornata più forte di prima. Una parte di me voleva scappare via, tornare a forza nella mia vecchia casa e trovare zia Cassandra intenta a preparare un'altra torta di mele al sapore di piedi.

L'altra parte però, quella più razionale, si era plasmata alla situazione ed aveva elaborato lentamente gli eventi. Zia Cassandra non c'era più ed io mi trovavo immischiata in una realtà che non mi apparteneva, lontana da luoghi familiari e circondata da esseri magici che con un solo schiocco di dita mi avrebbero potuto ridurre in mille pezzi.

Gli occhi mi pizzicarono ed una morsa di paura mi strinse lo stomaco. Volevo urlare, darmi degli schiaffi sul volto e risvegliarmi nella mia stanza. Avrei preferito tornare a scuola, se questo avesse sancito la normalità.

«No, non potremmo assistere. La Congrega ha espressamente chiesto solo e soltanto di te, il che mi insospettisce, a dir il vero» commentò Morpheus pensieroso.

«Ma... io non so niente di questo mondo, come dovrei comportarmi?» domandai con voce spezzata, cercando di contenere le lacrime.

«Freya, tu queste cose le hai nel sangue. So che è difficile accettarlo, ma non dimenticare mai le tue origini. Sei una Wilson» mi sussurrò Felix con fierezza.

«Troverai sicuramente il giusto modo per rapportarti con loro, sei una ragazza intelligente. Non dubitare mai di te stessa!» concluse il fantasma con un sincero sorriso.

Feci un respiro profondo e cercai di scacciare via la mia ansia. Non avevo scelta, la Congrega voleva incontrarmi. E se loro avessero avuto risposte su di me o sulla scomparsa di mia zia, io li avrei assecondati.
Mi asciugai velocemente le lacrime e con una finta sicurezza oltrepassai la porta.

Spazio autrice: ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nonostante sia corto😞Ci tenevo però ad approfondire le emozioni di Freya e far sì che la Congrega avesse un capitolo a parte

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Spazio autrice: ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nonostante sia corto😞
Ci tenevo però ad approfondire le emozioni di Freya e far sì che la Congrega avesse un capitolo a parte...
Ci saranno nuovi personaggi, quindi preparatevi!!!

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