<<Una luna cremisi – presagio di morte ma un elemento naturale prima di una battaglia>>.
<< E' una sorta di divinazione o semplicemente un modo per dirmi che lo scontro è vicino?>>.
Yoshitsune sorrise beffardo. <<Entrambe le cose, giovane spadaccino>>.
Sbuffai. <<Non sono uno spadaccino per scelta>>.
<<Sapere combattere permette di potere scegliere di combattere, quindi direi che hai avuto la fortuna di diventare libero di scegliere>>.
<<...>>, comprendevo la logica del discorso ma non ero in vena di sentirmi discorsi da mentore. <<Perché mi avete portato qui? Cosa volete da me??>>. Era notte fonda ed eravamo entrambi reduci della serata al Tempio dell'Illuminazione: le danze e le bevute erano continuate a lungo e poi Yoshitsune aveva richiesto che lo seguissi fuori; avevamo lasciato lì Kaguya, Souten e la donna dai capelli argentati, che si era rivelata essere la compagna del nobile risvegliato. Mi aveva quindi guidato fino ad un campo circolare d'addestramento. circondato da un anello d'acqua intorno – dentro notai delle carpe koi nuotare placide.
<<Che domande>>, fece sogghignando, <<Siamo qui per fare uno scambio di opinioni marziali con le nostre spade>>.
<<Purtroppo la mia tecnica è piuttosto grezza; non so se sarò all'altezza>>.
<<Allora è un'occasione in più>>,affermò soave; posò quindi lo sguardo sul mio bokken sul fianco destro. <<Per uno che usa la katana singola avrebbe più senso mettere la seconda spada sempre sul fianco sinistro... ah, capisco...>>, sbuffò, <<Stai imitando il tuo amico...>>
<<... E' anche il mio mentore. Devo averlo fatto senza pensarci>>. L'osservazione mi aveva infastidito, ma mi aveva anche fatto sinceramente notare la cosa – celai il mio imbarazzo prontamente.
<<Anche se la mente non sempre è presente, il cuore lo è sempre nelle nostre azioni>>.
<<Cosa volete, nobile Yoshitsune?>>, ripetei spazientito.
Non appena finii la frase, l'altro scattò quasi a scomparire, per poi attaccarmi con un bokken. Io estrassi istintivamente la mia katana vera e parai, ma il colpo venne deviato ed io mi ritrovai capovolto a mezz'aria da un colpo di ventaglio. Il terreno non era troppo duro, ma rimasi senza fiato per l'impatto sulla schiena; mi rialzai rapido e presi la distanza mettendomi in guardia.
<<Si vede che hai imparato direttamente sul campo>>, commentò Yoshitsune. Aveva abbassato la spada di legno e con la mano sinistra teneva il ventaglio davanti alla sua bocca.
Rinfoderai quindi l'arma, scambiandola con quella da allenamento.
<<Occasioni per scambiare colpi con eroi del passato non capitano tutti i giorni>>, quindi mi slanciai fluido con un affondo; Yoshitsune si avvicinò intercettandomi col suo bokken. Stavo giusto aspettando quel momento per deviare la sua spada, ma il risvegliato tolse la pressione dal punto di contatto e mi ritrovai improvvisamente disarmato – bokken a mezz'aria - e poi a terra; stavolta rotolai disperdendo la forza di caduta.
<<Hai talento ed una buona volontà in superficie...>, cominciò a commentare l'altro, <<tuttavia il tuo cuore non ha la giusta tempra>>. Afferrò quindi la mia arma e me la passò. <<Dimmi: per cosa combatti?>>.
<<Che domande. Per vivere>>.
<<Mi sembri piuttosto vivo anche adesso... persino più di me>>. Questa frase mi fece ricordare il fatto di avere comunque una differenza fondamentale con quell'uomo: lui era già morto una volta.
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I Guerrieri Perduti
FantasyN.B. Sto andando a rilento perché ho trovato una insegnante di scrittura creativa e come parte della didattica lavoro sull'editing di questa storia. Per ora ho fatto l'editing del primo capitolo. La storia dovrebbe continuare ancora per quattro capi...