Capitolo 30

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"Ti vorrei...ti vorrei, ti vorrei, ti vorrei... Ma ti prego com'eri prima, con la faccia da bambinaaa..."

Niccolò sta intonando il ritornello, la parte più bella. Non riesco a muovermi, sta cantando per me, solo per me. Con la sua voce incredibilmente splendida mi sta facendo impazzire. Il mio corpo viene scosso da un brivido che lo attraversa interamente, ma è un brivido bello, l'ultima volta che l'ho sentito ero in fila per abbracciare colui che ora è alle mie spalle, seduto su in pianoforte a cantare ad occhi chiusi. Ogni cosa, anche brutta o spiacevole,  quando proviene da lui oppure da qualcosa che lo riguarda, diventa bella.

Sono sicura che se mi girassi inizierei a lacrimare, perché ho imparato ad ingoiare i groppi ma le lacrime spesso non riesco a fermarle.

Perciò decido di rimanere ferma dove sono, ad ascoltarlo. E chi se lo sarebbe mai immaginato che sarei finita per trovarmi in una situazione del genere. Doveva essere un semplice raduno.

Goditi il momento Sofia, non realizzare ancora quello che sta succendendo. Non analizzare ogni particolare dei momenti che vivi, come hai sempre fatto, perché ciò in cui ora sei caduta è più grande di te e non puoi affrontarlo in nessun modo, neanche se passerai il resto della tua vita a riflettere su quanto sia incredibile tutto ciò. Non dargli troppo peso, perché lui è più forte e potrebbe schiacciarti da un momento all'altro. Se ci tieni davvero non farlo, non impazzire, agisci solo di istinto, metti da parte il cervello per questa volta e dai spazio al cuore, a quel ragazzetto immaturo che da tanti giorni ti fa male, e lo fa per farsi notare, proprio perché vuole che tu scelga lui. Girati e fallo, scegli lui.

Mi sto per girare, ma quando inizio ad ascoltare bene la canzone che canta Niccolò, che ormai conosco a memoria e intono sempre senza pensare alle parole, mi torna in mente quel giorno, il giorno più brutto. Vengo scossa da un'altro brivido.

"Ma ti prego com'era prima, con la faccia di chi sta in fila e distratto aspetta il turno, pensando che poi tanto arrivaaa" canta.

E così strano come queste parole combacino alla perfezione con quando mi trovavo là, in fila, davanti a lui ed aspettavo il mio turno, convinta che prima o poi sarebbe arrivato. E poi è arrivato.

Lo sta facendo apposta a cantarla? Se ne è accorto di ciò che sta dicendo?

Mi sono quasi del tutto girata verso di lui, ma sono rimasta immobile. Mi sento come paralizzata, so che non è colpa sua, che ha cantato questa canzone forse perché pensava mi facesse piacere sentirlo, ma mi sembra così strano pensare che queste strofe siano state scritte da lui chissà quanto tempo fa e che poi abbiamo preso vita, la mia vita.

Lui sorride sapendo che lo sto guardando, mentre continua a cantare e sfiorare i tasti del pianoforte, facendoli danzare assieme alla sua voce.

Ad un certo punto si gira e probabilmente vede la mia espressione un po' spiazzata, così sento la canzone interrompersi bruscamente.

"Oi"

La sua voce quasi mi spaventa. È come se fossi entrata in uno stato di trans e fossi stata svegliata. Finisco istintivamente di girarmi verso di lui.

"Tutto bene?" dice guardandomi con aria preoccupata.

Ho troppo poco tempo per elaborare una risposta, allora metto in moto l'istinto.

"Sì... Scusa" sento la mia bocca sussurare.

"Sicura? No perché..." non finisce la frase, allora, dopo essermi riconnessa al mondo, cerco di chiudere l'argomento.

"Mi ero un attimo incantata a pensare" dico guardando automaticamente da un'altra parte.

"Ah OK, mi ero preoccupato, mi sembravi spaventata"

Non so che dire allora azzardo un sorrisino finto con le labbra. Questo momento mi mette veramente a disagio, come non mi ci sono mai sentita.

"Vieni qua" dice riferendosi allo sgabello accanto al suo, sembra messo apposta lì per far sedere qualcun'altro.

Io come sempre respiro e faccio quello che dice. Mi siedo accanto a lui e sento le gambe che mi tremano, le blocco con le mani. Io lui e il pianoforte, siamo solo noi.

Non realizzare Sofia, non realizzare. Insisto.

Mi sorride prima di mettere di nuovo le mani su pianoforte.

"Possiamo cambiare canzone?" dico istintivamente.

Mi guarda un po' sorpreso, come se non se l'aspettasse.

"Certo" dice poi.

Inizia subito a suonarne un'altra e anche questa la riconosco subito, è "Piccola stella". Non vorrei che cantasse nemmeno questa, dato che ogni volta che lo sento cantarla mi fa crollare psicologicamente. Già alle prime note inizio a sentire i brividi. Stavolta inizia ad intonarla dall'inizio, dalla prima strofa.

"Hai da sempre compreso la mia fantasia, l'hai accesa poi spenta, poi sei andata via"

Una guerra tra il groppo e il mio tentativo di mandarlo giù si scatena nella mia gola e dunque non riesco ad aprire bocca per cantare con lui. Al contrario compio profondi respiri e cerco di schiarirmi la voce per provare almeno a sussurrare qualche parola.

"E ora scrivo qui in fretta per dirtelo ancora, che sei forte e fragile senza paura... Tu resta la stessa la stessa di sempre" continua da solo con la sua voce incantevole, bassa ma elegante.
Mi preparo psicologicamente al ritornello.

Questa è la mia parte preferita devo cantarla insieme a lui.

"Sei la cosa più bella che indosso" inizio a muovere le labbra e poi a sussurrare appena, mentre ho gli occhi puntati sulle sue mani che ondeggiano sui tasti del suo pianoforte bianco.

È la prima volta che cantiamo insieme, non voglio considerare quando eravamo in macchina e correvamo verso l'ospedale, lì cantavo solo io, e lui lottava. Abbiamo trascorso poco tempo insieme, ma abbiamo parlato, scherzato, riso, pianto, mancava solo una cosa.

"Sei la piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce, sei la piccola stella che porto nei momenti in cui non ho luce" decido di far notare di più la mia voce durante il ritornello, purtroppo perdo la mia lotta e inizio a sentirmi gli occhi lucidi. Nonostante questo continuo a cantare con lui la canzone, per non interromperlo di nuovo.

Arrivati quasi alla fine mi concede una rapida occhiata e se ne accorge. Mi stupisco perché non smette di suonare, né di cantare. Semplicemente stacca la mano destra dallo strumento e la avvicina al mio viso mentre le sue labbra continuano a muoversi sulle note di Piccola stella. Mi asciuga le lacrime.

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Ciao ragazzi come va? Io bene, spero vi stia piacendo la storia.
V. V. B ☀

-Sofia





Si ama ciò che non si ha || UltimoWhere stories live. Discover now