Capitolo 24

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Respira Sofia. Respira. Va tutto bene. Andrà tutto bene.

Mi guardo le mani, tremano.

Non posso continuare a vivere in questo modo. Da quando lui è entrato nella mia vita sono diventata molto più ansiosa di quanto fossi prima. Ansia prima dei nuovi singoli, ansia prima dei concerti, ansia prima dei raduni. Basta, ormai devo farmi una ragione di tutto quello che è successo e devo convincermi che Niccolò è una persona normalissima. Soprattutto devo accettare il fatto che non siamo più degli estranei. E non avrei mai potuto chiedere di più di questo, ma purtroppo non riesco ad accettare neanche che tra poco tutto ciò finirà, perché ne sono sicura che finirà. Io di lui non mi dimenticherò mai. Ma lui non lo so...

-

Faccio in tempo a farmi una doccia fresca e piacevole.

A pranzo mangio poco e niente. Sono con la testa completamente da un'altra parte. Non faccio nemmeno caso a ciò che metto in bocca, già proiettata con la mente tra le sue braccia. Mentre mi verso l'acqua la mano mi cede e la bottiglia si rovescia sul tavolo.

"A sofiii! Ma sei rimbambita!?" dice mio fratello piccolo.

Sbuffo e prendo subito dei tovaglioli per asciugare la tovaglia. Essere in ansia e soprattutto la consapevolezza di esserlo mi reca spesso nervosismo, anche se in questo momento dovrei solamente essere felicissima, come lo sarebbe chiunque altro. Ma sento che c'è qualcosa che mi manca in questa situazione. Da sempre io punto all'eccellente, se devo avere poco scelgo di avere niente.

Appena finisco di mangiare mi precipito nella mia stanza a prepararmi. Tiro fuori la nuova tutina rossa e preparo una borsetta nera a tracolla che riempio con il cellulare, una pacchetto di fazzoletti e il portafogli con i soldi che mi occorrono per il taxi.

Sono le 14:00. Calcolo di dover uscire verso le 15:30 per arrivare puntuale. È presto. Decido di riposarmi e impostare la sveglia sul cellulare alle 3 meno un quarto. Mi sdraio sul letto e chiudo gli occhi. Dopo dieci minuti sono nella stessa situazione, tentando di tenere chiusi quest'ultimi, che però si ribellano. Allora mi arrendo. Leggo qualche pagina del libro per la scuola e resto ad osservare il soffitto fino al momento in cui la sveglia suona.

Mi fiondo in bagno per prepararmi. Mi lavo i denti e il viso, ma subito dopo entro in dubbio su come truccarmi. Decido di essere il più naturale possibile e dunque di non applicare fondo tinta. Solo un po' di mascara (ovviamente waterproof) e un lucidalabbra opaco.

Infine mi riempio di profumo e deodorante.
Dopo essermi vestita aggiungo il tocco di classe, gli occhiali da sole, e mi avvio verso la porta.

"Sofi stai uscendo?" dice mio padre.

"Sì"

"Vuoi che ti accompagno al cinema?"

Un colpo al cuore.

"Nono vado con la metro... Perché.... "

Cerco di trovare una scusa al momento.

"Perché mi incontro con le altre a Repubblica"

"Eh appunto ti ci accompagno io, no?"

"No grazie papi, voglio andare da sola... Mi faresti un favore se mi accompagnassi alla metro, così evito di camminare sotto il sole"

"Va bene arrivo"

Tiro un sospiro di sollievo. Dopo appena due minuti usciamo. Arriviamo alla metro e saluto mio padre.

Arrivo a Termini alle 15:45. Vedo tantissimi taxi parcheggiati su di un lato. Vedo un signore appoggiato ad uno di questi. Deve essere il taxista. Mi rivolgo a lui.

"Scusi come funziona per prendere un taxi?"

Lui sorride sotto i baffi, ma io non capisco cosa ci sia di divertente.

"Sali" dice lui.

"Ah grazie"

Senza pensarci due volte salgo sul sedile posteriore.

"Dove ti porto?" dice lui mettendo in moto la macchina.

"Al parco Petroselli, a San Basilio"

Vedo un espressione sorpresa nascere sul suo volto.

Tutti a me devono capitare.

-

Verso le 16:15 siamo davanti al parco.

Guardo il tassometro e sborso 25 euro.

"Grazie arrivederci"

Esco dall'auto e cerco l'entrata del parco. La trovo e mi posiziono lì.
Ricordo le sue parole: "ci vediamo sabato alle 16:30 al parco petroselli, tu aspetta all'entrata"

È sabato, sono al parco Petroselli, sono le 16:15. Aspetterò. Ma se ci fossero più entrate?

Nel preciso istante in cui penso ciò vedo Adriano passare sul marciapiede appena fuori l'uscita del parco.

Mi vede e si avvicina.

"Ciao" dico con timidezza.

"Sei Sofia sì?"

"Si sono io"

"Non ti riconoscevo con gli occhiali" dice lui.

"Ah già è vero" li levo e li infilo tra i capelli.

"Sei puntuale è? Niccolò dovrebbe arrivare a momenti" dice lui.

Il mio battito cardiaco inizia a aumentare tantissimo.

"Eccolo"

Il cuore riceve un'altra scossa improvvisa a questo segnale. Ma poi vedo Cassio portare il cellulare all'orecchio e capisco quello che intendeva.

"Nì, noi stiamo qua"

Sento una vocina provenire dal cellulare ma non capisco ciò che dice.

"Sìsì è arrivata... OK...Va bene... Ciao"

OK va bene cosa?

Sono impaziente, impaziente di smettere di provare ansia. Faccio un respiro profondo. Il caldo non aiuta.

"Ti porto là intanto che arrivano, così non diamo nell'occhio" dice lui.

"Là dove?" dico io.

"In un posto un po' più sicuro"

Il posto di cui parlava Nic, penso.

"Ah ok" dico io.

Dopo poco raggiungiamo un grande spiazzo dove vi è un ammasso di alberi cresciuti spontaneamente che costituiscono una lunga barriera verde. Dietro di essi vi è uno spazio largo quanto la mia stanza, ma con pareti verdi e piene di fiori e frutti. È un posto magico. L'atmosfera che crea è indescrivibile.

"Aspetta qui" dice appena arriviamo.

Io obbedisco e mi appoggio al muretto che corre lungo l'unica parete non verde di questo incredibile posto.

Fremo dalla voglia di vederlo. Controllo tutto il parco affaccianadomi dalla grande porta naturale costituita dai rami.

Passano due minuti. Nessuno. Nemmeno il lontananza. Non ce la faccio più ad aspettare.

Vengo scossa da un rumore improvviso alle mie spalle, di rami e foglie secche. Temo che ci sia un animale e dunque indietreggio.

Poi un secondo spavento, il più bello.

"Buh!"

-
Ciao ragazzi come state? Vi sta piacendo la storia? Se sì lasciate una stellina e tenetevi aggiornati 💙 vvb.

-Sofia

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