Capitolo 17

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Sono confusa e incredula, ma in realtà il mio subconscio sapeva che questo momento sarebbe arrivato. Lui mantiene sempre le promesse. Mi decido a rispondergli. Impiego due minuti a trovare l'emoji adatta e alla fine scelgo di non usarne nessuna.

"Tutto bene, te?"

"Meglio grazie, mi annoio solo un po'"

Da questa affermazione intuisco che ha voglia di parlare e dunque salgo al settimo cielo senza fare più caso al cuore che batte ancora velocissimo.

"Anche i giornalisti ti hanno dato tregua?" azzardo io.

"La seconda volta che sono venuti, li ho cacciati, non ce la potevo fare" risponde lui.

Mi scappa una risatina che non parte dal cervello, ma dal cuore. Anche se non sono con lui, il solo fatto di starci parlando riempie la metà vuota dentro di me, facendomi sentire forte e al massimo delle energie. È come se lui, che in realtà è la causa di tutto questo, sia anche l'unico antidoto capace di curarmi e farmi stare bene come non mai.

"Hai fatto bene" rispondo.

"La tua intervista invece mi è piaciuta, sei stata brava, gli hai fatto capire chi sei"

"Grazie ❤"
"Quanto devi restare ancora in ospedale?"

"Forse mi fanno uscire dopodomani, ma niente di sicuro"

"Ah OK"

Aspetto che continui lui, ma dopo due minuti ancora nessun messaggio. Faccio per alzarmi dal letto delusa, quando sento la suoneria. Controllo immediamente. È ancora lui. Leggo il messaggio.

"Magari quando esco possiamo vederci, ho voglia di parlare un po' con qualcuno e con gli altri non so perché, ma non funziona"

Resto immobile qualche secondo, è esattamente quello che sta succedendo a me, e lui lo deve sapere.

"Anche io lo sai? Non mi sento compresa da loro, è difficile da spiegare"

"Allora penso che abbiamo proprio bisogno di parlare, sicuramente su instagram non è il migliore dei modi"

"Si infatti"

"Quindi ti va di fare sta chiacchierata?"

Un'altra risatina, stavolta capisco che è solamente uno scudo alle lacrime.

Sento la porta della stanza aprirsi e alzo la testa di scatto, è mia madre.

"Sofi sei sveglia?"

"Si, mi sono svegliata in questo momento"

"Mmh... Con chi stai scrivendo?"

"Con Fede"

Azzardo cercando di sembrare il più convincente possibile.

"OK" accosta la porta e tiro un respiro di sollievo.

Torno subito da lui. Ora ho paura ce dubiti della mia risposta dato che ho lasciato passare almeno un minuto dalla sua domanda. Rimedio subito.

"Me lo stai chiedendo veramente?"

È di nuovo attivo e vedo che sta scrivendo.

"Sì 😝"

Spero che abbia compreso il sarcasmo contenuto nella mia ultima domanda. È questo il problema di non stare insieme, di non poterci guardare negli occhi e non poter sentire la sua voce, che non ci intendiamo veramente.

"E come facciamo ad incontrarci?"

"Bella domanda, tu sei di Roma no?"

"Si si"

Si ama ciò che non si ha || UltimoWhere stories live. Discover now