⚜️ Primule rosse

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China sul fiumiciattolo che serpeggiava nel sottobosco, Zahra sciacquava i panni della principessa

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China sul fiumiciattolo che serpeggiava nel sottobosco, Zahra sciacquava i panni della principessa. Eve e Lysandros si erano allontanati per andare in cerca di bacche commestibili e cacciagione, e sarebbero tornati a breve con i rifornimenti. Le scorte raccattate in tutta fretta prima della fuga da Gardros si erano esaurite nel giro di pochi giorni, e a detta del cavaliere ce ne sarebbe voluto un altro prima del prossimo villaggio.

L'ancella strizzò la casacca e si alzò. Si diresse alla cordicella che aveva appeso fra due pioppi e stese la stoffa per esporla al tepore della mattinata.

Quando la lasciò per passare oltre, però, sussultò.

Una vecchietta ingobbita, arrivata da chissà dove, la stava osservando. O meglio, pareva guardare nella sua direzione senza vederla davvero.
Le mani nodose stringevano il pomolo di un bastone ricurvo, e i capelli di un bianco stopposo le arrivavano alla vita, acconciati in due trecce agghindate di gelsomini.

«Oh. Buongiorno.»

Solo in quell'istante notò che gli occhi della donna avevano qualcosa di strano: erano di un azzurro velato. Doveva essere cieca.

La donna eseguì un leggero inchino e sorrise. Dal momento che non accennava a esprimersi, Zahra si guardò attorno e individuò una colonnina di fumo tra gli alberi.

«Siete qui da sola?»

La donna annuì e zoppicò in direzione del fiume. Non appena mise mano all'otre di cuoio che portava appeso alla cintura, l'ancella si affrettò verso di lei: «Lasciate, faccio io».

L'anziana non oppose resistenza e si godette la brezza sulla sponda mentre Zahra riempiva l'otre. Una volta finito, glielo porse.

«State bene? Dovreste avere un accompagnatore, non è saggio girare per questi boschi nelle vostre condizioni. Sto aspettando delle persone, possiamo portarvi con noi fino al prossimo villaggio.»

La donna sollevò la mano e strinse le dita attorno al polso di Zahra, che si irrigidì per la sorpresa. La sua voce tremolò, trascinandosi dietro una nota sussurrante. «Nel tuo cuore c'è amore.»

Alla ragazza sfuggì un nervoso colpo di tosse. «Perdonatemi, avevo intuito che non foste in grado di parlare.»

«So parlare. Lo faccio quando necessario.» L'anziana le diede la gobba e, a piccoli passi, prese la strada da cui era venuta. Si fermò e le rivolse uno sguardo. «Non vieni?»

Zahra si riscosse. «Io... oh, sì. Sì, arrivo.»

Le andò dietro, mentre domandava a se stessa per quale motivo fosse nata così buona da assecondare chiunque. Diede un occhio alle proprie cose, ma le piacque pensare che nessuno si sarebbe fermato da quelle parti per il semplice gusto di rubare dei vestiti.

Si mossero in direzione di una colonnina di fumo e dopo poco si ritrovarono di fronte a una specie di carro privo di ruote, dal tettuccio tondeggiante e le assi di legno dipinte di rosso. Le finestre chiuse avevano imposte adornate da ghirigori d'oro, e piccoli vasi colmi di fiori bianchi sporgevano dai davanzali.

Bianca come il gelsominoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora