VIII-L'Altra metà

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Stavo fissando la mia zuppa, di nuovo, come se lì dentro si trovasse la soluzione ai miei dilemmi, come se magicamente le cose potessero cambiare. Era davvero squisita, ma aveva comunque il retrogusto amaro dei ricordi. Vedevo il mio volto riflesso sulla sua superficie, i lineamenti delicati del mio volto incorniciati da ciocche dorate e due grandi occhi verdi pieni di tristezza e solitudine; come ogni volta piano piano i tratti del mio viso cominciarono a sfumare assumendo una linea più dura, i capelli si accorciarono arricciandosi sopra le orecchie e gli occhi presero un'espressione piena di gioia, come se ridessero, accompagnati dal sorriso più contagioso che avessi mai visto, capace di farmi ridere anche nei momenti più bui. Quello era il volto più caro che conoscessi, ancora più di quello dei miei genitori ed era la mia maledizione, ovunque andassi mi seguiva, dove vedevo il mio riflesso vedevo anche il suo.

Ero seduta ad un tavolo in un angolo della locanda, il luogo era carino ed accogliente, i locandieri molto gentili. La zuppa in questione era la specialità di uno dei due, l'assistente, un certo Nappone. Che nome strano, chissà se era il suo vero nome o un soprannome che gli aveva dato l'altro locandiere, Jack.

Mi chiedevo se anche gli altri avventori della locanda sapessero quello che sapevo io, se ricordassero; avevo provato ad andare a chiedere un po' in giro, alcuni ricordavano vari frammenti della propria vita, altri erano ignari di tutto, ma nessuno sapeva come fosse arrivato in quel luogo. In compenso erano tutti molto socievoli e disponibili a ridere e scherzare soprattutto, cito testuale, "con una bella ragazza come te". Me lo avevano detto spesso, nel corso della mia vita, che ero piuttosto bella (e anche che lo ero tanto quanto mio fratello, in realtà, dato che eravamo gemelli), ma nel tipo di vita che facevo non aveva importanza la bellezza, contava essere agili, scattanti e molto furbi. Quando si dà la caccia ai mostri bisogna essere più cattivi e svegli di loro, tutto il resto viene in secondo piano se si vuole rimanere in vita, o almeno così pensavo.

Se noi avventori eravamo confusi su tutto, chissà se lo erano anche i locandieri. Nappone, in effetti, a volte sembrava molto perso, mentre l'altro, Jack, probabilmente sapeva molto bene cosa succedeva nella locanda, ma dubitavo che lo avrebbe detto a qualcuno con facilità. Chissà cosa li distingueva dagli altri qui presenti, cosa avevano fatto, magari prima, per ricoprire quel ruolo.

Mi chiedevo se sarei rimasta lì per sempre, o se alla fine mi sarei ritrovata altrove. Non ero abituata a stare in luogo così pacifico e tranquillo, di solito la mia vita era molto più movimentata e frenetica, ma un ambiente così calmo mi piaceva, adesso che non c'era più bisogno di correre da nessuna parte.

Speravo che un giorno, anche se forse molto lontano, avrei potuto rivedere la mia famiglia, soprattutto il mio gemello, lì o in qualche altro luogo. Per la prima volta in tutta la mia vita ero completamente sola: venivo da una famiglia numerosa, quindi ero abituata ad avere spesso i miei fratelli intorno, ma mai fino a quel momento mi ero resa conto di quanto io e mio fratello gemello fossimo inseparabili; adesso che non era lì con me, sentivo come se mancasse una parte di me, come se dentro avessi un vuoto, come se avessero rubato qualcosa che custodivo dentro di me; chissà se provava lo stesso anche lui...speravo di no. Ma sapevo fin troppo bene che legame speciale avessimo, del resto, se ogni tanto tendevo ad isolarmi dal caos della mia famiglia per starmene un po' in pace, non mi ero mai isolata da lui. Era come se fossimo una cosa sola, lui era lì per me ed io ero lì per lui, sempre, anche quando volevamo stare da soli.

Nel rimuginare sui miei pensieri la zuppa si era freddata per l'ennesima volta, come accadeva ad ogni pasto, tutto grazie al viso di mio fratello che tornava a darmi il tormento da dentro la scodella e m'impediva di mangiare finché non se ne andava. Mentre mi rassegnavo a mangiare un'altra zuppa fredda (tanto era buona lo stesso), vidi avvicinarsi il proprietario, Jack, forse per fare conversazione.

IL BIVACCO DEGLI SCRITTORI (SOSPESA)Where stories live. Discover now