I- Un nuovo lavoro (parte 3)

74 10 2
                                    



"Bivacco degli scrittori? Cosa sarebbe?"

La domanda, che pose il giovane in tono curioso, mi fece tornare ancora una volta indietro nel tempo, a quando al suo posto c'ero io a porla. In realtà, tutti quelli che passavano di lì, ognuno a modo suo e con parole diverse, la ponevano. Quindi, con il sorriso condiscendente di chi la sa lunga, indicai l'insegna in pietra alle mie spalle, recitando le nere parole che vi erano incise:

"Il Bivacco degli Scrittori! E' dove ci troviamo ragazzo mio! Io sono Jack, l'attuale proprietario. Piacere di conoscerti!"

L'espressione perplessa dell'altro non venne fugata dalle mie parole, infatti insisté:

"E' un nome molto strano. Posso chiedere da dove arriva?"

Ovviamente avevo notato subito il fatto che Nappone stesse facendo di tutto per apparire normale, portando avanti quella conversazione e fingendo che non fossero ben altre le domande che affollavano la sua mente. Tuttavia decisi di stare al gioco. Lungi da me il volerlo traumatizzare.

"Beh, è molto semplice in realtà. Come imparerai nello stare qui, anche se in realtà ti è sufficiente già guardarti intorno per rendertene conto, questo posto è un crocevia in cui transitano individui di ogni tipo, provenienti dai luoghi più disparati, vicini o lontani che siano. Ognuno di loro ha una storia da raccontare. E questo è il posto giusto per farlo. Qui ciascun avventore può raccontare la sua storia come farebbe uno scrittore, con la sicurezza che le sue parole non verranno dimenticate. Qui tutti, a modo loro, sono degli scrittori." Dopo una breve pausa, durante la quale valutai se aggiungere altro, conclusi:

"Ma questa è solo una parte della magia di questo posto. Ci sono diverse altre cose che ti devo mostrare. Ma lo farò a tempo debito."

Il giovane mi guardò, sempre con la stessa aria stranita e disse:

"Da quello che dice, signore, sembra che lei dia per assunto che io rimarrò qui ancora per parecchio. Posso chiederle cosa glielo fa pensare?"

A quel punto eruppi in una fragorosa risata. Nel mio ridere non c'era alcuna intenzione di schernire il giovane, tuttavia trovavo esilarante come fosse sempre la stessa storia. Proprio come era accaduto a me tanti anni prima. Al vedermi ridere il giovane assunse un cipiglio quasi offeso, per cui mi ricomposi rapidamente e dissi, in tono bonario:

"Potrai non crederci ragazzo mio ma, dato che diventerai il mio primo assistente, penso che di tempo qui ne passerai diverso."

La sua reazione fu quasi impagabile. Nappone strabuzzò gli occhi e, con voce quasi stridula, disse:

"Che cosa? Ma io non ho firmato nessun contratto e non la conosco! È la prima volta che entro qui!" concluse sottolineando il concetto allargando le braccia in un gesto che andava ad abbracciare tutta la sala.

Senza perdere il sorriso sornione che mi increspava le labbra, mi limitai a dire:

"Prova a guardare nelle tua tasca destra." E quindi feci un cenno col capo diretto verso di essa, mentre mi passavo le dita sulla corta barba grigiastra che mi contornava le labbra.

Anche se non capiva, il giovane fece quello che gli avevo detto e, dopo qualche istante di ricerca, estrasse un foglio di carta giallastra piegato a quattro. Lo aprì con dita tremanti iniziando poi a scorrere quanto c'era scritto.

Bastarono pochi secondi e Nappone alzò di nuovo gli occhi verso di me, con un espressione atterrita dipinta in volto. E disse:

"Dannazione! E questo cosa diavolo vorrebbe dire?"

[Lightning]

IL BIVACCO DEGLI SCRITTORI (SOSPESA)Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu