I- Un nuovo lavoro (parte 1)

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"Sarà una giornata davvero interessante!" mi dissi mentre finivo di sistemare l'ultimo tavolo, completando così i preparativi per l'imminente apertura.

Nonostante tutto il tempo in cui vi avevo lavorato, ancora mi straniva vedere Il Bivacco degli Scrittori completamente deserto come lo era alla mattina, abituato com'ero a vedervi un costante via vai di avventori. Ma, fortunatamente, era una condizione che non sarebbe durata a lungo. Appena avessi aperto le imposte, cosa che mi apprestavo a fare, e spalancato il portone di ingresso rinforzato, sarebbe iniziata la fiumana di clienti che mi avrebbe tenuto indaffarato fino alla notte. 

Ma quel giorno sarebbe stato speciale. Anche se, in realtà, con la varietà di avventori che si susseguivano nella locanda, succedeva sempre qualcosa che valesse la pena ricordarsi o qualche storia che sarebbe rimasta impressa nella mia memoria. Tuttavia, quella mattina avrebbe preso servizio il primo assistente che io avessi mai avuto. E questo era un evento non di poco conto.

Sapevo che prima o poi un momento del genere sarebbe arrivato, così come lo avevano saputo a loro volta tutti gli altri locandieri che mi avevano preceduto. Inizialmente ero spaventato all'idea, ma infine era subentrata una sorta di serena accettazione, insieme alla consapevolezza del compito che dovevo svolgere: istruire il nuovo arrivato. C'era molto da fare! Gestire una locanda come il Bivacco degli Scrittori non era per niente semplice. E in ogni caso, dopo così tanti anni di lavoro solitario, sarebbe stato bello avere qualcuno con cui condividerlo e che mi aiutasse a gestire il tutto.

Nonostante la primavera ormai alle porte, era una mattinata piuttosto fredda quella. Gli avventori che entravano al Bivacco per prima cosa facevano tappa davanti all'enorme camino, carico di legna scoppiettante, o a uno dei bracieri disseminati per tutta la sala principale. L'accoglienza era una cosa molto importante per noi.

Avevo appena finito di servire la colazione, una cioccolata fumante accompagnata da un pezzo di dolce con uvetta e cannella, all'ennesimo avventore quando la porta di ingresso si aprì ancora una volta. Attraverso di essa entrò una figura imbacuccata in pesanti abiti invernali.

Non so cosa me lo fece pensare, forse il fatto che non si fermò davanti al focolare, oppure il lieve sussulto di sgomento che il nuovo arrivato ebbe alla vista della testa di Rogg imbalsamata appesa alla parete. Tuttavia, appena entrò, ebbi la certezza che era lui quello che stavo aspettando. Quando si fu ripreso dall'iniziale spavento, l'individuo eruppe in un fragorosa risata, quasi si volesse prendere in giro da solo per essersi lasciato intimorire da una testa imbalsamata. Quindi si mise a studiarla con sguardo assorto. Una volta che ebbe sollevato il cappuccio riuscii a vedere il suo volto: era poco più che un ragazzo, esattamente come me la prima volta che varcai quelle porte. Si diresse a passo spedito verso il bancone dietro al quale mi trovavo.

Una volta che fu arrivato, gli rivolsi un radioso sorriso e dissi:

"Tu devi essere Nappone! Benvenuto al Bivacco degli Scrittori!"

[Lightning]

IL BIVACCO DEGLI SCRITTORI (SOSPESA)Where stories live. Discover now