"Did they eat your tongue?"

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La settimana prima degli esami fu totalmente diversa dalle precedenti. Eren e Mikasa avevano continuato a studiare con Levi ma le conversazioni erano strettamente limitate alla matematica. Eren, inoltre, non era più rimasto a cena per sua scelta, sentendosi ancora in imbarazzo per l'ultima volta. Mikasa aveva notato il suo comportamento strano dal martedì e ora che era sabato aveva intenzione di scoprirne il motivo. Avevano deciso di ripassare qualcosa senza l'aiuto dello zio e si trovavano nella camera accogliente di quest'ultima, seduti sul tappeto con le schiene poggiate al letto.

''Perché non vuoi più rimanere a cena?'', domandò la ragazza, portando un ginocchio al petto mentre studiava il viso dell'amico. Eren cercò una scusa in pochissimi secondi.

''Ho approfittato per un mese della vostra gentilezza e...''

Mikasa lo interruppe all'improvviso con ''smettila, Levi voleva aiutarti per sua scelta, non perché si è sentito costretto.''

Eren la guardò confuso, pensava di aver quasi forzato l'altro ad aiutarlo.

''E poi credo gli faccia piacere quando rimani a cena anche se non capisco perché'', sospirò Mikasa, alzando le spalle. A un certo punto i due ragazzi sentirono qualcuno entrare in casa: doveva essere Levi.

''Come fai a dirlo?''

''Questa settimana non è uscito per niente la sera, come se sperasse che rimanessi'', rispose lei prima di alzarsi per aprire la porta della camera e parlare a voce alta, ''c'è Eren a cena, prepara per tre!''

Il ragazzo cercò di trattenere un sorriso; forse la mossa avventata della scorsa volta aveva cambiato qualcosa fra di loro.

A differenza dell'ultima volta la cena fu molto meglio e Levi raccontò anche qualcosa sul proprio lavoro di ricercatore. Non era il suo obbiettivo ultimo ma gli serviva per fare esperienza, essendosi laureato da pochi anni.

Eren si sentì rilassato e fu più loquace del solito, ringraziando e complimentandosi con Levi anche troppe volte.

''Ti accompagno, è troppo tardi per prendere il treno'', disse il più grande dopo che Eren aveva risposto a una telefonata di Carla. In effetti erano quasi le undici e si era completamente dimenticato di avvertire i suoi.

''L'ultima corsa è oltre mezzanotte, non preoccuparti'', mormorò, sentendosi leggermente in imbarazzo all'idea di stare nuovamente da soli dopo una settimana.

''Dai, muoviti.''

Dopo aver salutato Mikasa e aver preso le proprie cose i due uscirono dall'appartamento. Quella sera non nevicava per via delle temperature troppe basse e sicuramente il tragitto sarebbe stato molto più breve.

Raggiunsero l'auto e salirono. Levi mise in moto e stavolta non chiese l'aiuto del navigatore, riuscendo a ricordarsi perfettamente la strada.

''Hai bisogno di una mano domani? Lunedì iniziano gli esami'', propose mentre guardava davanti a se. Eren si stupì, era la prima volta che si offriva lui direttamente e anche per il fine settimana.

''Non c'è bisogno e poi non credo si possa fare molto in poche ore.''

''Fai così per quello che è successo?''

Eren avrebbe voluto sparire immediatamente e purtroppo mancavano ancora dei chilometri per raggiungere casa propria. Voltò il viso verso il finestrino ma per via del buio riusciva a vedere la propria immagine, cosa che lo fece imbarazzare maggiormente.

''Non l'ho fatto apposta...'', mormorò fissando le proprie dita e sentendo lo sguardo di Levi su di se come se potesse bruciargli la pelle.

''Lo so'', disse dopo lunghi istanti, poi continuò la frase, ''ma non mi è dispiaciuto.''

Riren//Her uncle is my crush Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora