Dieci, Flashback

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Capitolo dieci
Flashback

«Combatti!»
Astrid si trovava stesa a terra: era piena di lividi e perdeva sangue dalle labbra per i pugni violenti subiti. Davanti a lei, vi era un giovane ragazzino molto più alto di lei. Respirava a fatica per la stanchezza e sudava come un pazzo per il caldo.
«Non dirmi... Che vuoi già arrenderti.»
La voce del ragazzo era fredda e molto debole. Astrid, con molta fatica, riuscí ad alzarsi in piedi: stese il braccio in direzione del ragazzo, facendoli un cenno col viso.
«Avanti!»
Urlò la ragazza piena di rabbia. Si mosse con velocità verso il ragazzo e gli sferrò un violento pugno nell'addome, in seguito, gli diede un calcio sulla testa, così facendo, il ragazzo cadde brutalmente a terra.
«Non sei male — Disse una voce femminile — ma hai ancora molto da imparare.»
«Cosa vuoi ancora?»
La donna, dopo essersi guardata nello specchietto portatile, sorrise dolcemente in direzione di Astrid.
«Dovrai rendermi potente. La tua famiglia... Sarebbe fiera di te, sai?»
«Loro sono morti per colpa vostra — Continuò — dovrei ucciderti per questo.»
«Non hai torti... Ma cosa saresti senza di noi? Una nullità. Sebastian, Astrid — Batté le mani — direi che è il momento di fare molto di più di così. Dobbiamo scatenare la vostra rabbia!»
«Come vuole lei.»
«Sebastian perché l'ascolti? — Ribatté Astrid — lei ti ha tolto tutto.»
«Io non ero niente senza di lei... — il ragazzo guardò le proprie mani — ora sono qualcuno.»
Astrid avanzò verso la donna: dalle sue mani, iniziarono a crearsi delle leggere saette sfumate di rosso. I suoi occhi erano fissi sulla donna e non ebbe esitazione a puntargli la mano contro.
«Se vuoi fare del male a lei, dovrai prima vedertela con me.»
«Perché non capisci la situazione? Lei ci sta solo usando.»
«Sei tu che non capisci, Astrid. Guarda cosa ti ha donato! Potere e forza!»
Le saette della ragazza iniziarono ad aumentare e con loro pure la sua rabbia in confronto del ragazzo: era davvero delusa dal suo comportamento.
«Non sei più un umano, a quanto vedo. Sei la loro macchina da guerra, Sebastian!»
«Sono così eccitato per questo combattimento! Tu no?»
Sebastian creeò una fiamma di fuoco dalle sue stesse mani e lo lanciò brutalmente contro la ragazzina. Riuscí a schivarla spostandosi con velocità di lato.
«L'hai voluto tu...»
La ragazza, facendo dei movimenti con le dita, riuscí con la sola forza del pensiero a staccare dei pezzi di cemento del pavimento, così facendo, i pezzi si alzarono sospesi in aria: i suoi occhi iniziarono a brillare di un'intenso rosso splendente e il suo sguardo si fece serio.
«Che bravi i miei bambini — Disse la donna emozionata — i miei sforzi stanno dando i loro frutti.»
I lunghi capelli di Astrid si alzarono in aria: strinse le mani in pugni e i grossi frammenti di cemento si spostarono con velocità in direzione del ragazzo. Sebastian creeò un enorme scudo di fuoco per pararsi dai colpi.
«Ascoltami! — Urlò il ragazzo — perché non vedi le cose come le vedo io?»
«Tu vedi le cose sbagliate.»
«Ah si?»
Gli occhi del ragazzo si sfumarono di un bellissimo verde accesso. Puntò l'indice contro la ragazza e, con un delicato sorriso, si avvicinò lentamente verso lei.
«Dovrai vedere le cose dai miei stessi occhi per capire.»
«Merda!»
Infilò le dita delle mani nei suoi lunghi capelli biondi, cercando così di evitare il contatto con gli occhi di Sebastian. Voleva prendere il controllo del suo corpo per comandarla a suo piacere.
«Diventa una di noi.»
Sebastian le prese le mani: per lei non c'era fuga in quella situazione. Eppure, Astrid strinse i denti e, con aggressività, gli diede un pugno in pieno viso riuscendo così a scollare il contatto fra le due menti.
«Mai!»
Batté a terra le mani, così facendo, creeò un enorme lastra di ghiaccio per dividere i loro due corpi e per isolarsi da tutti. Senza accorgersene, le affilate punte infilzarono, dritto nel petto, delle guardie di sicurezza, che stavano correndo verso di loro per fermarli. Delle gocce di sangue caddero sulle fredde lastre di neve e i loro sguardi si erano spenti in pochi secondi. Astrid caddé a terra dalla disperazione: aveva appena ucciso degli uomini con i suoi poteri.
«Direi che sei pronta.»
La bellissima donna avanzò verso di lei e si abbassò sul suo stesso livello. Appoggiò la sua calda mano sulla testa della ragazza e la accarezzò delicatamente.
«Benvenuta fra noi, Astrid.»
Le fredde lacrime cedettero sulle guance fino a cadere sul pavimento. Sentiva una grossa pressione sul petto che non gli permetteva di respirare normalmente. Aveva paura, paura della donna che si faceva chiamare Megan.

«Ma... Sta piangendo?»
Chiese Peter confuso.
Astrid si era seduta a terra e delle fredde lacrime scendevano ininterrottamente. Nel mentre, attornò a lei le pareti si riempirono man mano di brina creandosi con essi delle grandi lastre di ghiaccio sul soffitto. Steve, spaventato dalla situazione, decise di raggiungere di corsa i due ragazzi nella stanza.
«Va tutto bene, Astrid.»
«No... Non va tutto bene...»
«Ti fidi di me?»
La ragazza, dopo essersi asciugata le lacrime col palmo della mano, annuí. Si guardò le mani: di cosa era veramente capace?
«Abilità... Del ghiaccio?»
«Lievitazione, forza e ghiaccio! — Disse Stark con entusiasmo — quali altri poteri possiedi, Astrid?»
Si domandò sussurrando.
Steve, nel mentre, prese fra le braccia la ragazza e la portò fuori da quella stanza. Le lastre di ghiaccio si bloccarono: una bellissima visione di ghiaccio e brina comparve davanti ai loro occhi. Sembra un quadro, pensò Scott meravigliato.
«Stai bene? Non volevo farti del male!»
«Peter — La ragazza scoppiò in una dolce risata — non è colpa tua. Come avevo fatto a dimenticarmi di questa cosa...»
«Direi che manca solo il piano — Annuí Stark — Scott, prepara la tuta. Dobbiamo agire ora o prepareranno un'imboscata.»
«Tony — Disse la ragazza — per te sono pericolosa in queste circostanze?»
«Beh... Se dovessi perdere il controllo, si.»
«Forza, oggi starai qui con Stark. A casa mia è troppo peric-»
«Steve, io vengo con te.»
La ragazza gli prese il braccio stringendogliela lievemente. Il ragazzo sospirò arreso.
«Signor Stark, come sono andato?»
«Dai, stai migliorando ragazzo. Ma preparati, il peggio deve ancora arrivare.»
«Si signor Stark! Non la deluderò.»
«Ascoltami — Tony lo prese e si allontanarono dagli altri — tu hai il compito più importante. Devi proteggere Astrid a tutti i costi. Sai vero che Steve ti presserà l'anima per questa cosa, non deluderci.»
«Non deluderò nessuno — Peter annuí col viso — proteggerò Astrid con la mia stessa vita.»
«Non farti uccidere... O mi sentirò in colpa per sempre.»

«Io sono Astrid — Sussurrò la ragazza — Astrid Ansel, Esperimento 0026. Iniezione numero undici, idonea.»
«Io sono Chris Koane, Esperimento 0018. Sesta iniezione, non idoneo. Vuoi uscire da questo posto?»
«Si, voglio tornare a casa.»
«Bene, so come uscire da questo posto — Sorrise il ragazzo — ma sarà pericoloso.»
«Facciamolo, oramai cos'altro posso perdere?»
Il ragazzo si alzò da terra e raggiunse le sbarre della sua cella.
«Matias, oggi pomeriggio fai esplodere tutto.»
Un altro ragazzo si avvicinò alle sbarre e, dopo aver ascoltato le parole di Chris, sul suo volto si formò un perfido sorriso.
«Usciamo da questa merda.»

Capitan America|| Red Thread #wattys19 Where stories live. Discover now