Otto, L'arrivo di Ant-man

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Capitolo otto
L'arrivo di Ant-man

Quella notte, nella città colmava il silenzio, nonostante i pochi clacson che si potevano udire. Era oramai passato quasi un mese dall'arrivo di Astrid e, dall'ultimo incidente, sembravano essersi arresi, eppure, Astrid sapeva che non era per nulla finita.
La ragazza, addormentata sul morbido letto offerto da Steve, si svegliò bruscamente nel cuore dalla notte a seguito di un incubo. Sudava e il suo respiro era diventato del tutto irregolare: le sue mani strinsero le lenzuola e si dovette mordere un labbro per trattenere un urlo.
«Cavolo...»
Sussurrò Astrid, nel mentre si accostò sul bordo del letto. Rimase ad osservare il vuoto per qualche secondo, successivamente, decise di alzarsi per dirigersi in cucina a bere un sorso d'acqua per riprendersi dal leggero shock.
Trovò Steve disteso sul divano, con uno dei cuccioli accanto a lui, a ronfare dalla stanchezza dei duri allenamenti, che ha voluto aumentare di sua volontà per la sua protezione.
«Grazie... »
Si abbassò, sedendosi a gambe incrociate affianco a lui: i loro volti erano molto vicini e notò subito dei peli della barba crescere, dopo una intensa rasatura del giorno prima. Ridete, infine, appoggiò la sua fredda mano sopra a quella del ragazzo.
«Io ho... Veramente paura dei miei poteri. Non ho idea di cosa posso fare... Fin'ora non è ne ancora successo nulla. - Sospirò - devo fare qualcosa.»

«Stark, perché mi hai chiamato?»
Chiese Natasha, dopo essersi stiracchiata nel letto ed aver sbadigliato.
«Un po' presto per chiamare... Cristo sono le 4:00!»
«Lo so scusa dolcezza, mi farò perdonare. So chi ci può aiutare ad entrare in quell'edificio.»
«Dai sentiamo... Un tuo nuovo esperimento? Nuova tuta? Bruce che distrugge tutto?»
«Mh - Ridette dopo aver scosso la testa - quest'ultima era una bella idea... ma no, sbagliato. Ci siamo dimenticati di una persona, era occupato con una missione super segreta, ma ora può venire qua da noi.»
«Aspetta, Aspetta... - Disse dopo essersi alzata del letto, ancora mezza addormentata - di chi stai parlando?»
«Di Ant-man.»
«Scott? Quello si emoziona per qualunque minima cosa, come fa Peter ogni volta che ti vede.»
«Si... Ma è un Avengers ora e lui ci serve. Lui e le sue amiche formiche possono introfularsi in tutta tranquillità all'interno dell'edificio.»
«Ma sei matto?! - Urlò Natasha in preda al panico - se lo scoprono chissà cosa gli faranno!»
«In quel caso passeremo al piano due... Hulk.»
«Ascoltami - Sospirò la ragazza, nel mentre si assicurò che Bruce dormiva - devi parlare di queste cose con Steve e Astrid. Io devo badare a Hulk... Si è comportato molto male in questo periodo - Alzò gli occhi al cielo - in caso le cose si moltiplicassero fammi uno squillo e farò uscire il bimbo dalla tana.»
«Perfetto, doman- oggi si entra in azione. Buonanotte!»

«Ant-man...?»
La mattina di quello stesso giorno Steve, Astrid, Peter e Scott si incontrarono nella sala riunioni all'interno dell'edificio Stark.
Peter e Scott erano stretti amici e piansero quasi dalla gioia dopo un sacco di mesi che Scott era stato, obbligato, ad andare in missione.
«Come fa a non conoscermi?! Sono un Avengers!»
«Mi dispiace, nella mia lista da "persone che dovevo uccidere" non c'era il tuo nome all'interno, fortunato.»
«Ma è perfetto! - Gridò Stark in preda alle emozioni - non capite? Scott non è considerato da uccidere, quindi è l'arma perfetta per questo piano per recuperare il suo amico.»
«Non so ne anche se è ancora vivo! - Sospirò Astrid - voglio partecipare anche io.»
«Scordatelo.»
Disse Steve con un tono molto freddo, nel mentre incrociò le braccia al petto.
«Cosa? Io sono l'unica che conosce quella base!»
«E se ti prendono? Ti possono uccidere o fare chissà che altri esperimenti. Non voglio che corri questo rischio.»
«Io ci andrò, non sei mio padre che puoi decidere cosa devo fare.»
«Hey hey! - Gridò Peter balzando in mezzo ai due ragazzi - smettetela di gridare e arrabbiarsi per nulla. Questa missione va fatta in gruppo, siamo una squadra!»
Steve abbassò il volto. Scosse la testa e dopo qualche secondo rivolse lo sguardo verso il suo compagno Stark.
«Stark io e te penseremo alle guardie che intraccerando la strada di Scott. Scott, tu entrerai nei condotti dell'aria e dovrai assicurarsi che la strada per permettere ad Astrid di passare sia sicura. Infine... - fissò intensamente Peter negli occhi - sarà tuo compito proteggere Astrid da chi la vuole uccidere. Dovete recuperare il suo amico entrata ed uscita liscia.»
«Entreremo in atto fra un paio di giorni, giusto per organizzarci per qualunque possibile attacco.»
«Evvai si combatte!»
Gridarono Peter e Scott in coro.
«Steve... - sussurrò Astrid avvicinandosi al ragazzo - grazie.»
«Sono ancora nell'idea che non dovresti partecipare... Ma è anche vero che sei l'unica che conosce l'edificio. Dovrai dare indicazioni a Scott per entrare.»
«Ma fammi capire una cosa... - Chiese rivolgendosi col il busto verso Scott - il suo potere è diventare una formica?»
«Rimpicciolirsi come una formica, diventare un gigante e parlare con le formiche, è una formica dopo tutto!»
I due ragazzi iniziarono a ridere sottovoce. Scott, assieme all'aiuto di Peter, portarono nella sala una enorme scatola nera, rivestito di un materiale simile al metallo. L'appoggiarono sulla scrivania di Stark e, non appena Scott compose la combinazione per aprirla, al suo interno vi erano armi assieme alla sua amata tuta da combattimento.
«La nascondi in una borsa?»
«Ah ah, simpatico Steve. Ma vedi, la tuta che possiedo molta gente la vuole e se finisse nelle mani sbagliate, come ad esempio ad un pazzo senza cervello, scoppierebbe il caos. Questa scatola è indistruttibile, solo io conosco la password.»
«Aspetta... - disse Astrid confusa - tu... Non hai nessun potere? È la tuta che te lo cede. Come Stark, dopotutto.»
«Cosa vuoi intendere con questo? Il ragnetto senza la tuta non potrebbe sparare ragnatele, ma solo arrampicarsi come un dolce ragno.»
«Loro... - Sospirò - possiedono incredibili poteri che arrivano direttamente dal loro sangue. Se riusciranno a prendervi basterà che loro vi toglieranno quel pregio. Ricordatevi, loro sanno i vostri punti deboli. Tutti... A parte Steve.»
«Cosa?»
«Quando mi hanno parlato di voi... Su di te non parlavano molto. Forse, per il fatto che vieni dal passato, non sanno come comportarsi.»
«Eccellente! - Gridò Stark - noi abbiamo un arma in più però... Te. Non penso che loro sappiano che cosa possiedi, come noi e te stessa d'altronde. Dobbiamo allenarci. Abbiamo ancora quasi un mese prima della "catastrofe".»
«Come fanno ad attaccare a Luglio? Morirò di caldo!»
Scherzò Peter assieme al suo amico Scott.
«Signorina Astrid, dobbiamo scoprire i tuoi poteri. L'unico modo, è quello di farti combattere, giusto anche per allenarti. Scott e Peter, anche voi due starete con me ad allenarvi, dobbiamo essere pronti per quel giorno. Natasha e Bruce non ci saranno, dovranno badare alla città.»
«Io penserò come far entrare Scott in totale sicurezza — Annuí Steve — mi raccomando, ognuno stia attento.»
«Venite qui domani, inizia l'allenamento. Fra una settimana entreremo in azione.»

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