Cinque, I poteri di Astrid

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Capitolo Cinque
I poteri di Astrid

La sveglia assordante di Cap disturbò il sonno della ragazza e, non appena aprì gli occhi, vide la porta della sua camera socchiusa, con un raggio di luce che arrivava fino alla gamba del letto. Immaginò subito che Cap fosse entrato per spiare se era già sveglia o se era ancora nel mondo dei sogni. Si guardò attorno: accanto a lei, i cuccioli stavano riposando su una calda coperta e le finestre erano ancora totalmente serrate. Origliò Steve, nel mentre era perso nel guardare il telegiornale alla TV, sembrava molto angosciato dopo aver detto la parola "merda". Astrid optò di rimanere nel letto, non voleva disturbarlo. Poco dopo, sentì le voci dei suoi compagni di squadra diventare sempre più forti, andarono in direzione del salotto.
«Fate piano, Astrid sta ancora dormento.»
«Non ti preoccupare, faremo silenzio.»
Astrid sospirò, rimase a prestare attenzione al loro piano di attacco per quello stesso pomeriggio. Sapeva bene che non sarebbe stato semplice per loro in quella lotta: ogni nuovo esperimento che svolgevano la persona esposta all'esperimento era sempre più forte, date le nuove scoperte. Lei non conosceva la potenza degli Avengers messi insieme, non li aveva mai visti all'opera.
In un istante, Astrid mosse un dito creando una specie di "U" nell'aria e, subito dopo averlo fatto, l'armadio di Steve si aprì in automatico, dal suo interno, svolazzarono dei vestiti per poi adagiarsi delicatamente sulle calde coperte della ragazza. Sembrava proprio che ci fosse un fantasma nella stanza che faceva degli scherzi spostando le cose.
«Mi staranno un po' grandi, ma non è un problema.»
Astrid, senza farsi sentire dagli altri, si vestì con i primi vestiti trovati di Steve: dei pantaloni della tuta comodi marroni, per fare in modo che stavano in vita senza caderli, e una maglietta con su la bandiera dell'America.
«Dovrò comprarmi dei vestiti.. Quelli di Steve sono troppo larghi... E hanno uno strano odore... Di metallo? È un tipo molto strano.»
Rimase ferma, senza fare alcun tipo di rumore. Ascoltò tutta la conversazione della squadra del capitano, in un certo senso, si divertiva ad udire le loro discussioni sulle varie teorie su di lei. Per Astrid erano delle persone davvero gentili e dal grande coraggio fuori dal comune: non importava se dovevano morire, avrebbero difeso a tutti i costi la città e le persone a loro importanti.
«Sarà meglio andare.»
«Io e Bruce andiamo a prendere dei vestiti per la copertura, ci incontriamo all'ora x.»
Steve e Tony rimasero soli nella fredda stanza.
«Senti... - Disse Tony avvicinandosi all'altro ragazzo - ho bisogno che scopri le abilità di quella ragazza. E se non fosse capace di controllarli? Non vorrei una battaglia contro Astrid, mi pare una persona di buon cuore.»
«Non lo permetterò - Continuò Steve - la conosco da malapena due giorni... Mi sento già molto attaccato a quella ragazza.»
«È perché non hai mai avuto una persona, al di fuori di noi, da proteggere. Quando Pepper è in pericolo penso sempre: "cavolo, devo morire io al posto suo!". Sono contento che ti stai legando a lei - Sospirò - magari finalmente potrai avere la vita privata che hai sempre desiderato.»
«Hai propr- aspetta un secondo! Te come fai a saperlo?»
Tony scoppiò in una grossa risata, in seguito, estrasse il suo cellulare dalla tasca dei pantaloni.
«Mi avevi chiamato ed ho sentito tutto! Sentivo abbaiare, dove eri in quel momento?»

«Astrid...?»
Per Steve, il tempo era come se si fosse fermato. Davanti a lui vi era Astrid che, con uno sguardo possente, adagiò la sua fragile mano sulla densa cupola del ragazzo fermando così l'esplosione, che si sarebbe creata da lì a poco sterminando tutti quanti nelle vicinanze.
«Ma cosa...?»
«Scusate per il ritardo, ma non mi piace che la gente di buon cuore muoia per abbandonare questo mondo da loro sempre difeso.»
La ragazza porse una mano al capitano, in quel momento si trovava a terra stordito ancora per quella strana luce. Sul suo candido volto si formò un dolce sorriso a trentadue denti. Steve ridette nel vederla, infine, strinse la sua mano con forza per aiutarsi ad alzarsi dal freddo cemento. I suoi occhi celesti erano fissi sul viso di Astrid: aveva appena notato che portava delle leggere lentiggini sul naso.
«Sono davvero contento di vederti... Come hai...?»
«Non lo so ne anche io. I miei poteri sono così un casino... - Volse il volto verso il ragazzino - direi di scoprirli.»
Natasha e Tony dopo essersi alzati, corsero da Steve e Bruce per assicurarsi che stessero bene, essendo i più vicini alla cupola. Bruce sembrava essersi addormentato a terra proprio come un bambino.
«Ottimo modo per scoprire altro su di lei - Disse Tony alzandosi in volo con la sua tuta - guardiamo cosa fa e interveniamo solo in caso di aiuto. Cosa è successo al verdaccio? Hey, non è ora della nanna!»
«Ho paura che sia stata Astrid - Sospirò Natasha ricaricando la pistola con altri proiettili - forza Cap, al lavoro.»
«Astrid, cosa stai facendo?»
Chiese il ragazzo, aveva ancora gli occhi senza alcuna pupilla. Astrid, avvicinandosi al giovane ragazzo, lo prese per il collo e, in un lampo, svolazzò in aria scaraventando il giovane a terra proprio come aveva fatto Bruck, ma da un altezza molto più alta.
«Manda un messaggio ai piani alti: riprenderò la mia memoria e sto arrivando per vendicarmi per tutte le mie sofferenze!»
Prese a pugni il ragazzo con una velocità al di fuori del normale, talmente veloce, che si poté notare del calore fuori uscire dalle sue mani. Il viso del ragazzo divenne pieno di brutti e scuri lividi. Sputò un dente e, nel mentre si asciugò il labbro, cercò di tirargli un violento pugno nel suo volto, per provocarli lo stesso dolore che stava soffrendo lui stesso, eppure, venne sbarrato dalla mano di Steve, che si era collocato dietro ad Astrid per aiutarla appena in tempo.
«Ti conviene andartene, tu che dici?»
Disse Steve, nel mentre cercò di distaccare Astrid per evitare di uccidere il ragazzo con violenta davanti a tutta quella gente, ferma a guardarli ed a filmarli.
«Messaggio ricevuto, Astrid.»
Il ragazzo sparì dal nulla in un lampo, come se si fosse teletrasporto. Rimase solo un profondo buco, provocato dai continui lanci sia di Hulk che da lei. In quel momento, Bruce si svegliò dal profondo sonno attirando l'attenzione di tutti con un possente urlo. Iniziò ad agitarsi prendendo a pugni gli edifici attorno a lui.
«Hey, stai bene? Non ti ha fatto male vero?»
«No... Penso... Penso di star bene. Ma cosa è successo...?»
Nel mentre parlarono, dietro di loro, Tony lanciò un sonnifero per calmare i nervi di Hulk. Cadde, di nuovo, a terra e, man mano, dal grosso corpo verde ritornò al suo colore e altezza naturale. Crollò in un altro sonno profondo, indossava solo dei pantaloni strappati.
«Sei stata fantastica!»
Urlò Tony, assicurandosi che Bruce si fosse veramente addormentato.
«Non pensavo... Di poter fare questo.»
«Sei stata davvero fantastica - Sorrise Steve - ti aiuteremo a farli crescere.»
«Steve...»
Non poté finire la frase: crollò fra le braccia di Steve, proprio come il giorno prima, svenendo dalla troppa forza usata per quel combattimento.
«Andiamocene - Sospirò Natasha - sta arrivando troppa gente ficcanaso a guardarci.»
«Steve, Natasha voi portatela a casa. Io cercherò di portare Bruce alla base... Sei un po' pesantello amico.»

«Credi che stia bene?»
Chiese Natasha, nel mentre batté in continuazione il piede sul pavimento dalla preoccupazione. Erano arrivati oramai da un'oretta, il giornale era già pieno dello scoop di Astrid e il telegiornale parlava solo ed unicamente di quello che era successo alla banca.
«Si rimetterà - Rispose Steve sedendosi accanto a lei - è molto confusa. Ma hai visto che roba ha fatto?»
«Beh, direi che la sua forza è quasi forte come la tua, ha fermato l'esplosione semplicemente toccando quella bolla!»
La ragazza ridette: era davvero confusa ma, allo stesso tempo, era intenzionata a scoprire altro sulla storia di Astrid.
«È stata davvero fantastica... Sono molto, ma molto colpito. Ci aiuterà molto.»
«Già - Rispose, nel mentre si alzò mettendosi il giubbotto di pelle sulle spalle - appena si sveglia fammi un fischio. Vado a vedere come sta Bruce... L'ha addormentato lei, dici?»
«Non saprei, glielo chiederò. Ora riposa Natasha, buona serata con Bruce.»
Steve rimase solo. Preparò la tavola e la cena per tutti e due: una buona pizza italiana preparata da lui personalmente. Era un bel modo per far passare via tutti i dubbi, adorava sperimentare nuovi piatti. Non appena la mise a cuocere, sentì la porta della camera scricchiolare.
«Steve... Cos'è questo buon profumino?»
«Pizza, l'ho preparata anche per te. Ci vorrà ancora qualche minuto, che ne dici di sederci sul divano? Così mi racconti.»
«Certo - Rispose anticipandolo sul divano - una parte dei miei poteri sembra essersi svegliata. Sento che posso fare molto di più.»
«Beh, sei già stata fantastica oggi - Sorrise nel guardarla - potresti raggiungermi con quella forza, sai?»
«Impossibile - Ridette lei - guarda che muscoli hai te e guarda le mie braccine!»
«Ogni giorno mi alleno per tenere questi muscoli - Annuì - domani mattina penso che non mi troverai, sarò a correre da qualche parte.»
«Oh, ottimo modo per tenersi attivi - Gli toccò il grosso muscolo del braccio con l'indice - con queste attirerai un sacco di ragazze, no?»
«Mh - Ci pensò su - molte ragazze mi desiderano, ma le ho rifiutate tutte. Non voglio mettere in pericolo una persona con cui mi affezionerò, già la mia squadra è un grande peso ogni volta che gli succede qualcosa.»
«Davvero un bravo ragazzo... - Sbuffò - comunque grazie per avermi protetta da quel pugno, penso che l'avrei peccato in pieno volto.»
«È per questo che una squadra serve proteggendosi l'un l'altro, comunque, quel ragazzo l'avevi mai visto?»
Astrid annuì. Depose la sua guancia sul bicipite del ragazzo, gli sembrava molto scomodo come cuscino eppure decise si rimanere lì appoggiata.
«La mia cella era poco più lontana dalla sua... Esperimento 0022, può creare esplosioni con affilanti punte d'acciaio. È molto resistente ai danni.»
«Interessante. Andiamo a cenare, mi racconterai meglio del laboratorio non appena ti sentirai pronta, che ne dici?»
«Si... Dammi solo qualche giorno e ti dirò tutto.»
I due ragazzi si sedettero attorno al piccolo tavolo della cucina a mangiarsi la calda pizza, preparata da Steve. Accanto vi erano i cuccioli a divorarsi i croccantini. Rimasero per più di due ore in cucina a parlare del più e del meno: erano davvero curiosi di sapere tutto sull'altro. Steve raccontò di come avesse avuto quell'incredibile forza e di come aveva conosciuto i vari ragazzi della squadra, mentre, Astrid disse che una volta aveva una sorella, ma che la perse dopo che l'avevano portata via dalla sua famiglia.
«Domani, appena torno dalla corsa, ti va di venire a fare la spesa? - Sorrise Steve, nel mentre sparecchiò la tavola - non ti preoccupare, ti controllo io se qualcuno si avvicina in modo sospetto.»
«Certo che mi va, devo comprarmi qualcosa da mettermi... Non posso indossare sempre i tuoi vestiti, no?»
«Giusto... Domani ti dovrai coprire il volto o la gente verrà a farti strane domande.»
«Sarà meglio - Lo ringraziò con un dolce sorriso - direi che è ora di andare a dormire... Buonanotte Steve.»

Capitan America|| Red Thread #wattys19 Where stories live. Discover now