CAPITOLO 4

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Detroit – 10 marzo 2014

"Dottor Fellow..."

L'uomo, assorto nei suoi lugubri pensieri, non rispose. Con lo sguardo perso nel vuoto annegava tra i ricordi del suo triste passato. Niente avrebbe potuto cancellare le immagini che la memoria gli riproponeva davanti agli occhi, in un ossessivo continuum senza fine. La cronistoria di un incubo, realmente accaduto, che Richard Fellow non sarebbe riuscito a dimenticare. Seduto alla scrivania l'uomo continuava a fissare un punto indefinito sul pavimento, oltre la sua postazione. Le pupille, spalancate, non mettevano a fuoco; le orecchie, tese, non ascoltavano. La voce alla sinistra dello scienziato riprese a chiamarlo, con insistenza.

"Dottor Fellow... si sente bene?"

Un guizzo negli occhi del quarantacinquenne tradì il suo ritorno al presente. Nel mondo dei vivi.

"Sì... sì, grazie. Mi perdoni, è tutto ok. Riflettevo" replicò lui, sforzandosi di celare l'inevitabile imbarazzo indottogli dal momento. Il suo sorriso ostentato sembrò fallire nell'ingenuo tentativo di stemperare l'impasse.

"Mi dica, signora Duan" aggiunse infine, rimettendosi seduto in posizione più composta. La donna, di bella presenza, sulla quarantina, ostentava con fierezza un fisico da pin-up, che la rendeva attraente agli occhi dei dipendenti della BioTech Enterprise. Eccezion fatta, purtroppo, per quelli di Richard Fellow.

Con passo timido la signora Duan si avvicinò alla scrivania del dottore. Non sapeva sino a che punto potesse spingersi, potesse osare, senza essere giudicata invadente.

"Ha bisogno di qualcosa?"

Fellow aveva gli occhi lucidi.

"No, la ringrazio, stia tranquilla. Piuttosto, mi dica pure."

"Il signor Malvarth è qui per parlarle. L'attende nella sala riunioni. E... ha molta fretta."

L'uomo fu colto in contropiede. Non si aspettava quella visita.

Per quale motivo Malvarth è qui?

Le rughe della sua fronte, che d'istinto si corrucciava, lasciarono trasparire tutta la perplessità del momento. L'espressione della signora Duan invece, parlava chiaro. Avrebbe fatto qualunque cosa purché il dottor Fellow si accorgesse di lei, come donna. Da quando era rimasto vedovo non ne aveva più guardata una, con interesse. Eppure, se soltanto l'avesse degnata di uno sguardo, l'avvenente segretaria gli si sarebbe donata anima e corpo, come mai prima in vita sua.

Lei avrebbe fatto di tutto per renderlo felice.

"Bene. Gli dica che sarò da lui tra qualche minuto. Nel frattempo, gli chieda per favore se desidera qualcosa da bere, così da ingannare meglio l'attesa."

Il sorriso di circostanza di Fellow servì a rimarcare il concetto.

La signora Duan si sentì per qualche istante avvampare.

"Sì, certo. Ci penso io, non si preoccupi" replicò, avviandosi alla porta. Il suo passo però, era ancora incerto.

"Ah, signora Duan..."

"Sì?!"

La donna si voltò, d'istinto. La voce baritonale di Fellow, in alcune circostanze, le dava i brividi. Sensazioni profonde, intime, che non sapeva spiegarsi.

"Grazie."

Lo sguardo dello scienziato l'avvolse con la delicatezza di una calda mantella di cashmere. La donna annuì, imbarazzata, mentre si chiudeva la porta alle spalle.

SOTTO SHOCKOn viuen les histories. Descobreix ara