CAPITOLO 1

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Detroit - 25 Maggio 2006

Quest'ultima, a dire il vero, era rimasta in forse per la partenza sino all'ultimo momento, a causa di una serie d'importanti scadenze lavorative che non sarebbe riuscita a procrastinare se non avesse ricevuto l'aiuto di un volenteroso collega disposto a sostituirla.

Quando però, il giovedì sera prima della partenza, la donna aveva ricevuto per telefono il via libera definitivo del suo capo che l'autorizzava a ritagliarsi tre giorni di completo relax in compagnia delle uniche due persone al mondo che contassero nella sua vita, Dorothy aveva sentito tutti i malumori dei giorni precedenti dissolversi all'istante, come pulviscolo al vento.

L'indomani la giovane e avvenente manager si era quindi svegliata di buona lena, e splendido umore soprattutto, verso le sette e trenta. Aveva preparato una ricca colazione per Richard ed Emily, dopodiché aveva continuato a fare le valigie, così da riuscire a partire intorno alle undici. Whitmore Lake era distante soltanto un'ora di auto e la giornata era splendida.

Il sole, caldo e luminoso come non lo si vedeva ormai da settimane, sembrava legittimare con la sua radiosità la breve vacanza della famiglia Fellow. Persino il vento, soffiato rigido e fastidioso sino alla sera precedente, era sensibilmente calato nel corso della notte, riducendosi al livello di una fresca brezza. Richard Fellow sentiva che sarebbe stato un weekend che avrebbe ricordato a lungo.

"Non ci speravo più" disse Dorothy, mentre imboccavano la superstrada verso Whitmore Lake. Lo sguardo del marito era, come al solito, rassicurante. Quell'uomo fungeva per lei da calmante naturale. Quando lo aveva incontrato, circa dieci anni prima, non se ne era innamorata subito. Il loro non era stato il classico colpo di fulmine. Dorothy ci aveva messo qualche settimana per accettare l'idea che uno scienziato, neppure tanto attraente, potesse stuzzicare la sua curiosità di donna. Un tipo diverso da lei in tutto, distante anni luce dal prototipo di uomo che aveva sempre desiderato. Con il senno di poi Dorothy aveva però capito che erano stati proprio quel suo aspetto così normale, eppure poco comune, nonché il carattere sornione e riflessivo, oltre che per niente audace e molto introspettivo di Richard, a farla innamorare perdutamente di lui. Al punto che quando, nei rari momenti di calma quotidiana, Dorothy aveva il tempo di guardarsi indietro per riflettere su ciò che le era accaduto, non si capacitava granché del come, e del quanto soprattutto, potesse essere mutato il suo metro di valutazione di un uomo. Richard non le aveva cambiato la vita, gliel'aveva stravolta. In tutto e per tutto, e lei di questo non poteva che essergliene grata. L'impatto emotivo dello scienziato, dal carattere tanto schivo, era stato talmente dirompente sulla sua personalità che, contrariamente alle aspettative di tutti, era toccato a lei chiedergli di sposarla. Quando poi, due anni dopo il matrimonio Dorothy era rimasta incinta della piccola Emily, la donna si era convinta di come il destino avesse finalmente deciso di coronare il suo sogno di una famiglia al completo.

"Ronnie ti ha salvato. Ora sarai costretta a sentirti in debito con lui per un bel po' di tempo" esordì Richard, alludendo al collega di Dorothy che aveva accettato di sostituirla sul lavoro, consentendole di partire per il lungo weekend.

"Già, è davvero un brav'uomo. Vorrei tanto che riuscisse a trovare la sua anima gemella. Se lo merita."

Il marito annuì, ma più per fiducia nella sua compagna che per convinzione. Non aveva mai potuto frequentare granché i colleghi di Dorothy, Ronnie compreso (in realtà, Richard Fellow non aveva mai avuto molto tempo per frequentare neppure i suoi, di colleghi), quindi ora non sapeva dire se effettivamente il persistere della condizione di single di Ronnie fosse attribuibile a qualche suo comportamento o piuttosto a un imponderabile diktat della sorte.

"Non vedo l'ora di arrivare a Whitmore Lake. Mi sta scoppiando una fame incredibile. Ovviamente si va a pranzo da Jimmy's! I suoi hamburger sono fantastici. Non credo riuscirei a trovare nulla di simile in nessun altro posto degli Stati Uniti."

"Concordo" replicò sorridendo Richard, mentre veniva sorpassato da un grosso Suv nero, con tutti i vetri oscurati. L'uomo ebbe una strana sensazione, ma si trattò soltanto di pochi attimi. In breve, tornò a concentrarsi su Dorothy e sulla piccola Emily che, nel frattempo, si era beatamente addormentata sul sedile posteriore dell'auto.

"Sai cosa penso?" continuò sua moglie, senza distogliere lo sguardo dal verde paesaggio che correva via, veloce e sfumato, sulla sua destra, oltre il finestrino. Un raggio di sole le illuminava con piacevole insistenza il viso, all'altezza degli occhi color verde smeraldo, ma Dorothy non sembrava infastidita da quel calore tanto luminoso.

"Sono tutto orecchi" rispose Richard, lanciandole un soddisfatto sguardo di approvazione.

"Vorrei che questi anni non passassero mai. Ti amo Richard."

Una frazione di secondo dopo lo stridìo assordante degli pneumatici della loro Ford fu l'unica risposta alle parole di Dorothy.

SOTTO SHOCKWhere stories live. Discover now