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ROSEMARY

Appena in macchina, appoggiai la testa sul volante e sospirai.

«Ehi, tutto bene?», chiese Georgie seduta al mio fianco.

«No, non va bene niente», mi lamentai.

«Perché? Cosa è successo?» Non avevo ancora raccontato dell'appuntamento né a lei né a Sam.

Sollevai la testa e l'appoggiai al sedile. «Robert mi ha detto che si sta innamorando di me».

«Cosa? Che cazzata...»

La guardai smarrita. «Dici?»

«Rose, ragiona per favore. Vuole solo portarti a letto. Ne ho incontrati a bizzeffe di tipi così».

«Che cosa?» Seppure non mi fidassi del tutto di Robert, era impensabile che rientrasse in quel genere di ragazzi.

«Ascolta un'amica che di tipi stronzi ne ha conosciuti abbastanza, è la classica tattica per ottenere un po' di sesso facile».

«Ma...» Mi sentivo confusa. Le parole di Robert mi erano sembrate sincere.

Georgie appoggiò una mano sulla mia. «Fidati, se non vuoi soffrire un'altra volta... stagli alla larga».

Anche se avevo paura di innamorarmi, anche se cercavo di allontanarlo con la mia indifferenza, anche se volevo credere di non essere ancora coinvolta... dopo l'osservazione di Georgie, così cruda e realista, avvertii il cuore più pesante. Non credevo alle fiabe, con Robert avrei potuto fare un tentativo. Il modo in cui mi guardava, baciava e parlava... mi incantava. E dopo il suo discorso di quella mattina mi stavo davvero convincendo.

«No, non ci credo!», esclamò la mia amica risvegliandomi dai pensieri. La fissai interrogativa. «Oddio, ti sei già innamorata...», disse con tono un po' disgustato.

Scossi la testa. «No, non lo sono!»

Mi scrutò sospetta. «Okay, quindi non sarà un sacrificio evitare di vederlo...»

Sbuffai. «Devo ancora capire cosa fare», alla fine ammisi, consapevole di essere interessata più di quanto volessi.

Georgie alzò le mani. «Fatti tuoi. Poi non dire che non te l'avevo detto».

Quel pomeriggio ero stesa sul letto a guardare la TV insieme a Sam, quando ricevetti la chiamata di Robert. Fissai lo schermo terrorizzata. Cosa devo fare?

«Non rispondi?», chiese. Le avevo raccontato tutta la storia, l'appuntamento, l'incontro di quella mattina con Robert e la chiacchierata con Georgie. Come sempre, Sam la pensava in modo diverso, e questo mi aveva mandata ancora più in confusione.

«Dovrei, secondo te?», le domandai titubante.

«Ti ho detto cosa penso, Rose. Secondo me, devi seguire l'istinto e il cuore. Non pensare a quello che ha detto Georgie, quella è una calamita per gli stronzi».

Risi. Aveva ragione. Le mie dita però erano come pietrificate. L'unica cosa che mi riusciva era fissare il cellulare che squillava insistente. Ah, e anche pensare. La mia mente non faceva altro. Robert, ormai, era diventato il chiodo fisso mattutino, pomeridiano, serale e notturno.

Poi il cellulare cessò di suonare. Ne fui un po' delusa, ma anche sollevata. Forse si era stancato e stava chiamando qualcun'altra... Forse la teoria di Georgie era corretta.

«Che sciocca che sei!», disse Sam. «Robert non ti aspetterà per sempre e se non prendi questo treno, potresti anche pentirtene». Afferrò il telecomando e cambiò canale. Si bloccò quando vide che stavano trasmettendo il film Romeo e Giulietta. «Vedi loro, seguono il cuore. Se ne fregano di quello che pensano i genitori. Non hanno paura, perché sanno che potrebbe non capitare più un amore simile», commentò.

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