8.

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TRAVIS
Sono seduto in questo minuscolo elicottero con le nostre braccia che si sfiorano rilasciando elettricità, il suo corpo è girato dall'altro lato e cerca di ignorare completamente la mia presenza mentre tiene il bambino tra le mani e finge di dormire, lo capisco dal modo in cui respira.
Stanotte ho commesso uno dei più grandi errori della mia carriera: sono andato a letto con il nemico, mi sono lasciato trascinare dai miei bassi istinti che bramavano il suo corpo dalla prima volta che i miei occhi vi hanno posato lo sguardo, davanti a lei tutta nuda e disponibile ho smesso di ragionare con la testa per qualche minuto , ho dimenticato la missione, la mia vendetta e la mia incolumità e ho affondato in lei facendola gemere e ansimare in maniera indecente, il mio cazzo ha goduto del suo calore mentre era dentro di lei e i suoi umori colavano copiosi lungo le sue lunghe gambe.
Nessuna delle ragazze con cui sono stato a letto fino a oggi mi aveva fatto godere così tanto,non avevo mai bramato un corpo tanto quanto il suo ma è stato qualcosa che so che non dovrà succedere mai più, non posso permettermi di perdere lucidità per una donna o sarebbe la fine, in 32 anni non è mai successo e non succederà ora.
Non riesco ad ignorare tutte le cose che mi ha confessato, il tono disperato con il quale mi ha supplicato di portarla via da suo marito, i soprusi che subisce e la cattiveria che si trova costretta a sopportare tutti i giorni sono assurdi, vorrei poter fare qualcosa per salvare lei e suo figlio ma so che questo metterebbe a rischio tutto ciò per cui ho lavorato e per cui continuo a lavorare da anni.
La testa mi pulsa per via delle poche ore di sonno accumulate negli ultimi giorni, mi massaggio le tempie con i pollici ed emetto un sonoro sbadiglio prima di lasciarmi andare ad un sonno profondo.
I miei occhi si aprono piano sollecitati da un tocco leggero sulla spalla.
Quando sono del tutto aperti trovo davanti a me Elena che mi sorride timidamente e mi dice che siamo ad Avana.
Mi tolgo gli auricolari e scendo dall 'aereo, l' afa della capitale cubana sferza il mio viso come un violento schiaffo mentre seguo Elena e Santiago all'interno dell'Escalade nero che ci aspetta.
Il percorso fino all 'abitazione è contraddistinto da un silenzio tombale, osservo la città e tutti i suoi colori fuori dal finestrino, qui tutto da l' impressione di essere rimasti fermi negli anni 80, rimango piacevolmente colpito dalla bellezza del posto anche se avrei preferito trovarmi qui in situazioni completamente diverse.
Arriviamo davanti ad una gigantesca abitazione in stile Versailles con un enorme cancello che si apre al nostro passaggio, l'auto percorre quasi un chilometro prima di riuscire ad arrivare all'entrata della sontuosa abitazione.
Il nervosismo di Elena è tangibile, le tremano le mani e i suoi occhi sono pieni di lacrime che cerca di ricacciare indietro facendo dei lunghi sospiri, non immagino nemmeno che incubo sia per lei non essere riuscita a liberarsi di Mario, invidio la sua veemenza e il suo coraggio, qualcun altro al suo posto si sarebbe già tolto la vita ma lei invece affronta tutto a testa alta e mantenendo sempre integra la sua dignità.
Questa è la prima volta che vedo il suo sguardo vacillare.
La portiera viene aperta da fuori rivelando la figura di un energumeno che prende in braccio Santiago e lo porta fuori dalla macchina, Elena fa un respiro profondo e poi abbandona l'auto avviandosi svogliatamente verso l'entrata dove l'aspetta il marito con un sorriso sbilenco.

THE BOSS WIFEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora