Proteggiti da me

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"Ero disposto a fare a pezzi me,
per non fare a pezzi te."

DOM

"Fammene un altro." Ordinai al barman davanti a me.

Da qualche giorno avevo trovato un locale poco lontano dalla casa e ci passavo lì quasi tutte le serate insieme a Lance.

Caleb continuava a dirmi di non tornare a distruggermi bevendo e fumando robe pesanti, ma entrambi sapevamo che avrei fatto di testa mia.

Ero lunatico, è vero, alternavo momento tranquilli e di pace a momenti di autodistruzione, il tutto anche a distanza di 5 minuti. Ero capace di essere il Diavolo in persona e un attimo dopo la parte migliore di me, sempre se esisteva una parte migliore in me.

Ero questo e non riuscivo ad essere altro o forse non volevo essere altro.

Quella sera però, Lance ed io trovammo compagnia nel locale. Al tavolo da biliardo vi erano Caleb, Finch, Cami, Sam, Rachel e i suoi stupidi amici.

"Andiamo a giocare con loro." Propose Lance raggiungendoli, mentre in mano aveva ancora un drink.

"Ehi ragazzi, fatemi aggiungere al divertimento!" Esclamò Lance, attirando l'attenzione su di noi.

Aveva bevuto parecchio, era fatto e strafatto. Io, invece, questa sera mi ero limitato a bere un paio di drink.

Rachel alternò lo sguardo tra me e Lance e una sconosciuta che mi stava accanto.

Già, mi ero quasi dimenticato di questa ragazza attaccata a me. L'avevo conosciuta a inizio serata e non era più andata via.

Controbbattei il suo sguardo fisso, sembrava quasi una sfida a chi reggeva di più lo sguardo. Ovviamente vinsi io, lei abbassò gli occhi mentre le sue guance si fecero più colorite, stava arrossendo e questo mi fece ridere.

Era sempre la solita Rachel, buffa e unica nel suo modo d'essere. Ma avrei evitato di pensarci, non potevo permettermelo. Dovevo starle lontano, ogni giorno me lo ripetevo e, ogni giorno, starle lontano sembrava diventare impossibile.

Era come se fosse un magnete impossibile da respingere. Era lei il mio punto debole e ammetterlo a me stesso mi faceva sentire impotente. Come fai a stare lontano da qualcosa o qualcuno che è al tempo stesso il tuo punto debole?

"Dovrei tornare a casa, mi accompagni?" Disse la ragazza accanto a me, con tono provocante.

Senza esitare accettai, avevo bisogno di distrarmi.

Ci incamminammo verso l'uscita, ma qualcuno mi bloccò.

"Dom, che cazzo stai facendo!"

Era Caleb, il solito rompipalle.

"Lasciami stare Caleb, rompi sempre le palle, sembri mio padre e io un padre non l'ho mai avuto, cazzo." Ghignai infastidito.

Non volevo qualcuno che mi facesse da genitore, soprattutto non ora. Non ne avevo bisogno ormai.

"Devo parlarti, ok? È... Importante." Disse incerto.

"Caleb..." Lo guardai non credendogli, ma continuò.

"Che cazzo, spera che sia davvero qualcosa di importante perché altrimenti ti prendo a pugni." Lo presi dal braccio e, liquidando la ragazza, andai fuori dal locale con Caleb.

Lo guardai aspettando che parlasse.

"Perché?" Chiese semplicemente.

"Cosa?" Non capii.

"Quella ragazza, perché Dom? Ho visto te e Rachel vicini in questi giorni, perché devi rovinare tutto? Lei sta cercando di ricordare."

"E sono felice per lei, mi auguro che la stia aiutando."

"Che cazzo ti prende amico, non ti importa più un cazzo? Si tratta di Rachel, svegliati!"

"Sono sveglio, dovresti calmarti. Certo che mi importa, ma non credo riuscirà mai a ricordare tutto." Precisai, stanco di questa storia del ricordare.

"E quindi? Non deve per forza ricordare tutt..." - Lo bloccai, non capiva.

"Non me ne frega un cazzo se ricorderà o meno tutto. Io parlo di ciò che sentiva per me, Caleb. Non credo riuscirà mai a provare le stesse cose, ok? Forse non voglio nemmeno che provi di nuovo quelle cose."

Mi guardò deluso, lo sapevo che non avrebbe capito. Era inutile spiegarlo, ero stanco di spiegarlo.

Non le avrei causato altro dolore. E fin quando avrei mantenuto il controllo, fin quando la mia ragione sovrastava il mio volere, il mio pensiero non sarebbe cambiato.

Come Back To MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora