Vecchie abitudini

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"C'è una parte di me che sa benissimo cosa è successo,
l'altra fa finta di niente per poter
vivere lo stesso."

DOM

"È sveglia, Rachel si è svegliata!"

"Lui mi ha portato a vedere la luce, mi ha dato la forza di risvegliarmi. Non so chi tu sia, probabilmente un medico..."
Probabilmente un medico
Probabilmente un medico

"Il danno cerebrale ha rimosso parte della sua memoria..."

"Non si ricorda più chi sono."

"Beh sì, ha momentaneamente rimosso i ricordi con te[...] Potrebbe ricordarsi chi sei, ma potrebbe anche non ricordarsene più..."
potrebbe anche non ricordarsene più

"Dom, Dom diamine! Lo bevi o no quello?" Mi spintonò Finch facendomi tornare alla realtà.

Lo fissai con gli occhi spenti e, senza rispondergli, tirai giù altro alcool. Ero quasi del tutto andato, come i giorni precedenti d'altronde.

Non ricordavo praticamente niente di questi ultimi giorni, solo immagini sfocate e poco importanti. La mia sobrietà era andata a farsi fottere da quando si erano portati via Rachel.

Perche sì, l'avevano praticamente portata via senza farle decidere dove volesse stare. Si stavano approfittando della sua perdita di memoria, per farle ricominciare la sua vita lontano da me.

Non potevo fare niente, io... non potevo perchè...

"Rachel! Rachel resta!!" Urlai, ma non mi dava ascolto.

Era intenta a parlare con la madre, mentre il padre mi portò lontano da lei, in modo che non ci sentisse.

"Non potete decidere per lei, cazzo. Questa è la sua vita, ha deciso lei di venire qua, ha deciso lei di frequentare la Columbian e di frequentare me, io non l'ho torturata per farla innamorare di me. Perchè la state portando via?! Non potete!" Continuai, stavo dando di matto ma avevo smesso di ragionare ormai.

"Dominic Stewart, giusto? Mi ricordo ancora la prima volta che ti vidi, fuori dal College sì. Eri poggiato al muro, mentre in lontananza fissavi mia figlia, come se la volessi mangiare con lo sguardo. Un lupo proprio davanti alla sua preda. Non mi piacevi, eccome se non mi piacevi, sapevo già le tue intenzioni e sapevo già che non l'avresti lasciata andare tanto facilmente. Alexis mi fece un discorsetto davvero carino, dicendomi di lasciarle fare la sua vita e l'ho fatto... l'ho fatto Dominic, l'ho lasciata esattamente nelle tue mani e tu..." - mi indicò con gli occhi lucidi - "tu, ragazzo, l'hai portata quasi alla morte. Se non si ricorda di te non sarà un problema mio, e non è più neanche un problema suo. Ti avevo dato una possibilità, solamente una, l'hai buttata via. Ricomincia da qui, senza di lei." Concluse, per poi andare via.

"Se non lo facessi? Se avessi bisogno di lei per andare avanti?" Chiesi urlando, mi fissò un istante.

"Sarò costretto ad andare da un giudice, a chiudere un ordinanza restrittiva... farò tutto il possibile Dominic, non voglio del pericolo attorno a lei e TU sei il pericolo peggiore." Entrò in macchina e non ebbi neppure il tempo di guardare Rachel da fuori... il Signor Miller premette sull'acceleratore e scomparve in un istante.

"Fammene un altro!" Biascicai, fissando Jack.

"Sei conciato davvero male eh? Dominic Stewart che si innamora e che adesso vuole a tutti i costi dimentic..." - "Porca puttana sta' zitto Jack e preparami da bere!" Lo fermai, incazzato.

Jack ghignò, passandomi un altro dei suoi fantastici drink.

"Fanne uno anche a me." Parlò un ragazzo, sedendosi vicino al mio sgabello.

"Sei di qua?" Mi chiese poi ed io mi limitai ad annuire.

In realtà ero di New York, ma non aveva importanza.

"Sembri un bel tipo, ti ho osservato qualche minuto" - "Non sono gay, nel caso in cui te lo fossi chiesto." Tagliai corto, e lui rise.

"Oh, ti sembro uno a cui interessano i ragazzi?" Disse ironico, passandomi una sigaretta.

L'afferrai e la portai alla bocca, finendola in meno di un minuto, per poi riprendere a bere.

"Sono Lance. - Disse poi, alzandosi - "ci sono due ragazze proprio qui fuori il locale che aspettano me e tu sembri uno a cui piace il divertimento, forza seguimi." Concluse, dirigendosi fuori.

"Perchè io?" Chiesi affiancandolo, non capendo.

"In verità una delle due ragazze è rimasta a fissarti tutta la sera e richiede la tua presenza, e fidati non puoi non farti una come lei." Lo seguii fuori, dove raggiungemmo le due ragazze.

Erano davvero belle, dovevo ammetterlo. Una delle due si attaccò al mio braccio sorridendo, capii che era lei quella di cui parlava Lance.

Aveva dei capelli lunghissimi e totalmente neri, proprio come gli occhi. Delle labbra rosse e carnose, viso da bambolina proprio come il suo corpo che si ritrovava delle curve mozzafiato.

Entrammo tutti in macchina di Lance e nel giro di pochi istanti dovevamo essere in quella che intuii fosse casa sua.

Lance si chiuse in una stanza con la biondina che non aveva intenzione di lasciarlo neppure un momento.

Io osservai bene la ragazza accanto a me, qualcosa dentro di me mi urlava che era sbagliato, che non era lei che volevo ma volevo e dovevo andare avanti.

La ragazza mi si buttò addosso baciandomi con foga e mi lasciai trascinare, eliminai ogni tipo di pensiero facendo prevalere il Dominic di un tempo.

Come Back To MeWhere stories live. Discover now