- Capitolo 6

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3 anni fa

Abitavo nella periferia di Londra, insieme a mia madre, mio padre e mio fratello; quest'ultimo aveva 17 anni e si chiamava Josh.
Io ero molto timida a scuola e delle volte dei bulli mi infastidivano.
Mio fratello Josh, invece, era un ragazzo alto e robusto; era molto gentile con me e spesso giocava con me a nascondino, io lo trovavo fantastico, dato che delle volte mi proteggeva dai bulli della scuola, ma i miei genitori invece litigavano sempre con lui, a causa delle persone che frequentava.
Mi ricordo ancora quel giorno, era appena iniziata l'estate e stavo per finire la scuola, esattamente il 3 Giugno, quando mio fratello rimase il Venerdì sera, con me a giocare a Just Dance, cosa rara dato che generalmente usciva con i suoi amici.
Stavamo parlando e ridendo; quando sentimmo i rumori delle serene dell'auto della polizia.
Mio fratello sentito quel rumore, iniziò ad abbracciarni più forte del solito, mentre mia madre andò ad aprire la porta, per capire il motivo per cui la polizia si fosse fermata proprio davanti a casa nostra.
Josh << ti voglio bene sorellina, non dimenticarlo mai >> disse dopo avermi dato un bacio sulla fronte, dopodiché salí di fretta le scale per il secondo piano.
Nel momento in cui mio fratello scomparí, la polizia era appena entrata in casa nostra.
Poliziotto 1 << TUTTI FERMI, INGINOCCHIATEVI E TENETE LE MANI IN ALTO DIETRO LA TESTA, ORA! >>
Io ero spaventata, avevo solo 13 anni, non capivo cosa stesse succedendo e mentre io e i miei genitori facevamo quello che ci dicevano, alcuni dei poliziotti salirono al piano di sopra, in cerca di qualcuno.
Quel qualcuno era proprio Josh, mio fratello.
Poliziotto 2 << DITEMI DOVE SI È NASCOSTO O GIURO CHE STASERA MORIRETE TUTTI >>
Noi non sapevamo cosa rispondere e rimanemmo in silenzio.
La serata si è conclusa con noi alla stazione di polizia che cercavamo di capire cosa centrasse Josh in tutta questa faccenda
Mamma << Perché cercate mio figlio? >>
Poliziotto 1 << Suo figlio è sospettato dell'omicidio di 2 ragazzi e del furto di 200 000 € >>
A mia madre per poco non venne un infarto e dopo aver spiegato al poliziotto che noi non sapevamo nulla, ci lasciarono tornare a casa.
Fu da quel giorno che il mio incubo iniziò, mentre io ero distrutta dal fatto che non avrei più potuto rivedere mio fratello, i miei genitori cambiarono totalmente atteggiamento nei miei confronti.
Erano diventate persone serie, rigide e che utilizzavano pericolose punizioni.
Quando parlavo o chiedevo spiegazioni di troppo, loro mi tiravano vari schiaffi per poi lasciarmi vari giorni senza mangiare.
Questa è stata la mia adolescenza, vivevo con la paura di dire qualcosa di troppo, che secondo loro non avrei dovuto dire.
Per loro non ero più una figlia, ero una sconosciuta, mi utilizzavano solo per sfogarsi e per incentrare le cause di tutti i loro problemi.
Stavo prendendo in considerazione il suicidio e quando glielo dissi la loro risposta fu scioccante
Mamma << Cerca di muoverti a ucciderti, così non devo più sprecare dei soldi per una deficente come te >>
Papà << Senti se hai bisogno di una mano, basta che me lo dici e ti aiuto io, così almeno muori prima >>
Ormai stavo perdendo le speranze, quando iniziai a pensare a mia nonna, lei mi era sempre stata affianco nei momenti in cui litigavo con i miei genitori o con mio fratello, quando ero piccola.
Decisi di scappare e quando mia nonna mi vide davanti a casa sua, mi chiese cosa mi fosse successo.
Gli raccontai tutto quello che sapevo e la sua reazione fu un'abbraccio pieno di amore, speranza e coraggio, cosa di cui avevo disperato bisogno.
Fu solamente grazie a lei che adesso ho ancora voglia di vivere.
Da quando sono scappata di casa, i miei genitori hanno provato a cercami, con scarsi risultati e ancora tutt'oggi continuo a sperare che loro non mi trovino mai.
Non so cosa sarebbero in grado di farmi se mi trovassero.
Ormai è da tre anni, che l'unica cosa che ricevo da loro, è un biglietto per il mio compleanno mandato sui social come Instangram, Telegram e Facebook con sopra scritto
"Ancora non muori puttana, tu e tuo fratello compreso siete delle disgrazie per noi; ma stai tranquilla che quando ti troveremo, saremo il tuo incubo peggiore"
Ogni anno a quelle parole mi vengono brividi ovunque, riportandomi continuamente ai tempi in cui mi punivano a volte con la frusta e altre volte lasciandomi senza cibo e acqua.
Io, tutt'ora do la colpa a mio fratello per il cambiamento dei miei genitori, ho più volte provato a parlare con loro in modo ragionevole e finiva sempre con insulti da parte loro.
Non ho raccontato a nessuno oltre a mia nonna del mio passato, perché quest'ultimo mette in pericolo le persone che amo; dato che sono sicura che se un giorno i miei genitori scoprissero che mi sono nascosta da mia nonna loro non ci penserebbero due volte a fare fuori sia me che lei e io questo non posso permetterlo.
Ho deciso di chiudermi in me stessa e così cercherò di continuare a fare, perché secondo me la felicità è solamente un sentimento che dura poco e che porta solo ad altra tristezza.
Da qui nasce la mia gentilezza verso le persone vere e sincere come Elena e la mia stronzaggine con le persone che non si meritano neanche la mia presenza, come Ashley

Ciao a tutti, ragazzi, spero che il passato di Sofia vi piaccia e vi abbia fatto un certo effetto, scusatemi per il ritardo ma non ero sicura di come fare appunto il suo passato

Se vi è piaciuto lasciate una ⭐ e un commento sincero così capisco se la storia via piace
Grazie ❤️

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