Capitolo 49 ~ Rifugio Sicuro

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Justin

«Anita mi ha incastrato» metto in chiaro sin da subito, specificando così che non ero consapevole di ciò che tramava alle mie spalle. «Era gelosa del nostro rapporto. C'eravamo appena conosciuti e non sopportava l'idea che avessi già perso la testa per te e cominciassi a rifiutare le sue avance. Ha pensato perciò di incatenarmi a sè con un figlio. Una sera, durante una stupida festa, mi ha drogato e ha avuto rapporti con me contro la mia volontà. È stato così che è stato concepito quel bambino, per puro egoismo» le spiego, intanto che le sue iridi azzurre sono fisse nei miei occhi scuri con un'intensità tale da portarmi via l'ossigeno e sentire una stretta attorno ai polmoni.

"Ti prego, ragazzina, dimmi che hai capito e non mi reputi uno stronzo per aver fatto sesso con quella psicopatica!"

«Mi stai dicendo che ti ha stuprato solo perché voleva portarmi via da me?» chiede esterrefatta, manifestando il suo sdegno attraverso una smorfia.

«Esatto. Ha approffittato di un mio momento di debolezza, in cui stordito da quelle sostanze allucinogene immaginavo e volevo te, per mettere in atto il suo piano folle» confermo, rammentando ancora quegli attimi di confusione in cui mi ha illuso.

«Dio mio! Come si fa a compiere un'atrocità del genere e mettere al mondo un bambino solo per fare guerra all'uomo che desideri e sai che non puoi avere?» sbotta sconvolta e schifata, passandosi una mano sul viso. Immagino che da buona madre provare a mettersi nei suoi panni la ripugni.

«Non lo so. Anita è pazza ed è ossessionata da me ancora adesso, per cui non c'è da stupirsi che abbia compiuto un gesto tanto folle» borbotto altrettanto indignato. «È arrivata al punto di minacciarmi con una pistola puntata alla tempia, supplicandomi di darle un altro figlio, soltanto pochi mesi fa» le racconto, intanto che un brivido mi percorre la schiena al ricordo delle sue parole taglienti. Vorrei tanto che Daniel fosse vivo e trascorresse le sue giornate a giocare con Cole. Da quando ho ritrovato mio figlio non faccio che pensare a lui e a come sarebbe stato averlo qui. Sento che quella ferita provocata dalla sua assenza non guarirà mai.

«È tornata a cercarti?» ripete lei smarrita e spaventata, spalancando la bocca come se non riuscisse a crederci.

«Si, ma non sará più un nostro problema adesso. È stata rinchiusa in carcere ed io non voglio darle importanza ripensando a quella parte di passato» ribadisco, stanco del peso di quelle colpe che mi schiacciano da troppi anni ormai. «Per me sei sempre contata soltanto tu. Sei l'unica donna che abbia mai amato, Tif» le giuro, stringendole piano la mano, che penzola sulle sue gambe, per trasmetterle la veracità delle mie parole attraverso quel tocco carico di sentimento. A parte Kristen, che per un periodo è stata un riflesso dell'amore che provavo per lei, non c'è mai stata nessun'altra. Ma temo che non sia pronta per sentire quella storia. Non stasera.

«Quando ho letto per la prima volta quelle pagine ho temuto che mi avessi tradito» confessa a malincuore. «Adesso mi sento così stupida anche solo per averlo pensato!». Sospira pesantemente e lascia la mia presa confortevole per passare nervosamente le dita tra i suoi capelli castani.

Mi sembra così provata e avvilita in questo momento che vorrei solo stringermela addosso e calmarla. «Ehi, va tutto bene» sussurro lasciandole una delicata carezza sul viso per tranquillizzarla. «Non mi conosci ancora abbastanza bene da potermi discolpare e non ricordavi quella parte di passato»

«Ma vorrei» sbotta infuriata. «Vorrei conoscerti e non dubitare sempre di te, Justin! Vorrei ricordare chi sono Anita, Adam, Tyler e Santiago per capire se c'entrano qualcosa con il mio incidente e soprattutto vorrei ricordare chi diamine ha bussato alla mia porta quella notte». Sbuffa frustrata e si regge la testa tra le mani, scuotendo forte il capo come se quel gesto potesse aiutarla a mettere ordine tra i suoi ricordi.

 The Faded Memories  ~ Ricordi Sbiaditi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora