Capitolo 13 ~ Paure che tormentano (pt. II)

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                     Quattro anni prima
                             San Francisco

«Allora mi lasci venire con te?» esulta Tiffany aprendo lo sportello della mia auto.

Sono ancora insicuro di questa mia scelta avventata, ma so che non posso fare altrimenti; in un modo o nell'altro verrà con me, cocciuta com'è, quindi è inutile che mi opponga.

«Si, salta sù prima che cambi idea»

Dio, spero solo che andrà tutto bene!

Con un sorriso enorme prende posto sul sedile del passeggero, si sporge per darmi un bacio sulla guancia, indice del suo entusiasmo per il mio cedimento, allaccia la cintura di sicurezza ed io mi preparo a partire.

Questa sera la gara non sarà al vecchio capannone come l'ultima volta ma nei pressi di un edificio abbandonato in cui la strada è caratterizzata da un susseguirsi di curve strette che ad alte velocità rischiano di far catapultare l'auto. Questo piccolo dettaglio per fortuna Tiffany non lo sa ancora, altrimenti temo che si sarebbe opposta, impedendomi di gareggiare.

«Posso farti una domanda?» chiede lungo il tragitto, spezzando il silenzio piacevole che si era venuto a creare.

Annuisco senza distogliere gli occhi dalla strada, augurandomi che non stia per pormi una domanda personale che possa mettermi in difficoltà.

«Cosa provi quando sei in pista e stai correndo?»

I suoi occhi si illuminano osservandomi con aria sognante mentre un sorriso involontario sorge spontaneo sulle mie labbra.
Nessuno mi ha mai chiesto una cosa del genere e mi sorprende che a lei interessi tanto.
Impiego qualche secondo per dirle quello che vuole sapere, prendendomi il tempo necessario per ponderare bene la risposta e utilizzare le parole giuste che possano esprimere al meglio il mio stato d'animo quando gareggio.

«Mi sento vivo e libero da ogni pensiero o preoccupazione» le spiego. «Tutto sparisce. La mente si svuota, il cuore accelera insieme alla lancetta del contachilometri e l'adrenalina entra in circolo spingendomi a superare il limite, regalandomi un brivido nuovo che mi fa accapponare la pelle ogni volta»

"È la sensazione migliore che abbia mai sperimentato" dovrei aggiungere visto che finora niente mi ha fatto sentire bene allo stesso modo.

La sua espressione si fa sempre più entusiasta e il suo sorriso si allarga, portandola ad esultare: «Fammi sentire lo stesso senso di libertà che provi tu quando sei in pista, ti prego!»

«Non so se è una buona idea, ragazzina. L'altra volta ti ho già mostrato quanto posso andare veloce e superare quel limite con te in auto potrebbe diventare pericoloso» la faccio riflettere, anche se in realtà il mio unico timore è che potrei essere distratto dalla sua presenza e rischiare di sbattere contro un muro.

«Coraggio, Justin!» insiste sfoderando quel suo sguardo supplichevole a cui sa non riesco a resistere. «Fammi fare soltanto un giro!» continua a persuadermi, capace di sfruttare i miei punti deboli a suo favore.

Non me lo lascio ripetere una terza volta, l'accontento. Sterzo bruscamente a sinistra, in una strada secondaria che solitamente è isolata e poco trafficata, e pigio sull'acceleratore correndo alle stesse velocità che raggiungo quando gareggio. Lei continua a mostrarsi entusiasta e quel meraviglioso sorriso è il ringraziamento migliore che potessi ricevere.

 The Faded Memories  ~ Ricordi Sbiaditi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora