capitolo 1

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Marinette

Non sono riuscita a chiudere occhio per l'intera nottata. 

Non ho fatto altro che rigirarmi tra queste bianche lenzuola profumate in questo piccolo letto della mia stanza d'albergo.

Ho il cuore che ancora scalpita nel petto, più ci penso più non accenna a svanire. Osservo il soffitto, persa tra le pareti bianco latte della stanza e immersa nei pensieri. Fuori è ancora buio, tutto ciò che si riesce ad intravedere è un minuscolo spiraglio delle prime luci dell'alba. 

Tutto è silenzioso qui intorno, se non per il rilassante frinire delle cicale che ancora si odono nell'aria di fine estate, e il ticchettio delle lancette della piccola sveglia posata sul comodino proprio affianco al mio letto che segna ad ogni secondo lo scandire del tempo, ricordandomi l'avvenire di una delle giornate più belle della mia vita. 

Prendo un respiro profondo e guardando l'orario, decido di alzarmi in anticipo per fare una doccia. Se non altro, avrò qualcosa da fare prima che suoni la sveglia. 

Evito di bagnare i capelli per non impiegare troppo tempo ed evitare di utilizzare il phon a quest'ora di mattina, così li lego in una piccola crocchia disordinata ed entro nella doccia, lasciando immediatamente che l'acqua calda mi scorra sulla pelle, a scacciar via ogni mia preoccupazione.

Una volta fuori, mi prendo del tempo per scegliere l'abbigliamento adatto per una giornata così importante e lancio un'ultima occhiata all'orologio, prima di tornare in bagno a cambiarmi. 

Non ci metto molto a prepararmi, ma quando torno in camera, i primi raggi del sole ormai alto nel cielo illuminano l'ambiente. Prendo un respiro profondo e chiudo gli occhi in un breve gesto motivazionale.

«Qualsiasi cosa accada niente e nessuno, oggi, potrà distruggere il mio sorriso .» prometto a me stessa, posando in spalla la borsa con tutto il necessario per la giornata. 

E quando intento "tutto il necessario", intendo una mela da mangiare in caso mi venisse fame, un documento e una penna. Beh direi che è tutto ciò che mi serve per oggi, è più che sufficiente.

«Università di moda, arrivo»  sussurro tra me e me, schiaffeggiandomi il volto per farmi coraggio. Esco dalla stanza, lasciando tutto il necessario al suo interno che andrò a recuperare poi, alla fine della giornata prima di pagare e lasciare la struttura. 

Arrivo alla fermata della navetta che mi porterà direttamente dinanzi all'istituto, aspetto lì, con gambe tremanti e quando arriva, sono l'unica a salire. Anche al suo interno il veicolo sembra abbastanza spoglio, fatta eccezione per tre studenti in croce seduti sui primi sedili. Deglutisco a fatica e prendo posto, stringendo le mani contro le ginocchia che non accennano a voler smettere di formicolare come impazzite. 

Calma Marinette, calma.

Andrà tutto bene.

Ti stai solo dirigendo verso la meta dei tuoi sogni, dopotutto, niente di grave.

Puoi farcela.

-

Scendo dal bus davanti la fermata principale di quell'enorme infrastruttura, un enorme edificio tipico delle grandi città, affascinante con alcuni tratti antichi in un rivestimento in mattone rispecchiando un motivo di antiquariato, sul retrò.

Entro timidamente in quell'imponente edificio dalle strade così dannatamente simili da dover trattenere un imprecazione. 

Iniziamo bene Marinette, alla grande. 

«Dannazione, credo di essermi persa, dove diavolo è la presidenza? Qui è tutto uguale!» sbuffo rigirando tra le mani la piantina dell'istituto senza capirci un accidente, abbasso la cartina dalla mia vista rassegnata e rilascio un sospiro. 

Miraculous- la Babysitter di mio fratelloWhere stories live. Discover now