E TU?

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Daniele's pov

Non ci vuole un genio a capire come questi due abbiano passato la serata... Alice ha una luce negli occhi che poche volte ho visto da quando la conosco; Conforti, invece, ha un umore migliore del solito e fa meno il sarcastico, come temesse che possa spifferare tutto... non lo farei mai ovviamente... non sono Lara! E poi sembra sprizzare gioia da tutti i pori ogni volta che posa lo sguardo sulla figura della mia migliore amica. Un po' ne sono invidioso lo ammetto!
"Allora professore... le posso offrire qualcosa? Le va un caffè mentre aspettiamo che Ali si prepari?" offro cortesemente "... La avviso, potrebbe volerci molto più di quanto pensa prima di rivederla..." riferendomi alla sua predisposizione ad arrivare sempre tardi e metterci un'eternità a scegliere cosa indossare.
"Volentieri grazie. Conoscendola, andrà per le lunghe..." afferma rassegnato ed accettando la mia offerta.
Ci dirigiamo in cucina e preparo il caffè. Da Alice nessun segno di vita se non qualche raro verso di fastidio o urletto... credo abbia sbattuto il mignolo su qualche mobile conoscendola...
"Allora Daniele..." e iniziamo l'interrogatorio... viva! "... Da quanto vi conoscete tu ed Alice?"
"Credevo le avesse già raccontato di me..." asserisco sicuro.
"È così infatti, ma volevo sapere qualcosa da te." E pensare che lo facevo un tipo che si faceva gli affari suoi. Considerando che rimprovera sempre ad Alice i suoi atteggiamenti da detective...
"Si può dire che ci conosciamo da sempre..." non ho nulla da nascondere. Non mi costa niente rispondere ai suoi quesiti.
"Come mai se venuto a Roma? Studio o motivi personali?" ci sta girando intorno, ma so esattamente dove vuole andare a parare.
"Entrambi..." inutile mentire "... studiare in questo Istituto, con medici illustri come il professor Malcomess era un'occasione con non volevo perdere, ma ammetto che la presenza di Alice ha influenzato la mia scelta."
"Come mai? Se posso..." mi devo ricredere. È peggio di un interrogatorio...
"Non per i motivi che crede lei. Tra me ed Alice non c'è mai stato niente che andasse oltre ad una profonda amicizia. Per un periodo pensavo potessimo diventare qualcosa di più, ma non ci ho messo molto a capire che infondo, provavo solo un grandissimo affetto. Non amore, o almeno, non quel tipo di amore..."
"Amore..." è un sussurro appena accennato, ma l'ho sentito comunque...
"Sono venuto a Roma perché ero preoccupato per lei. Mi aveva raccontato di questo professore... uno stronzo, arrogante, narcisista... e chi più ne ha più ne metta. Ne era affascinata... ero preoccupato si facesse male. Quell'uomo era un donnaiolo e lei è una persona troppo emotiva, troppo con la testa sulle nuvole e sognatrice per uno come lui. Ero certo le avrebbe spezzato il cuore. Il fatto che il professore mostrasse un certo interesse, a detta di Silvia, non faceva che allarmarmi ulteriormente. Pensavo sarebbe stata solo il gioco di una notte." Lo so che le mie parole potrebbero averlo infastidito, ma mi ha posto una domanda ed io ho risposto con sincerità. È quello che voleva. Che non si lamenti. "... E poi... poi c'era lui. Un ragazzo sognatore ed idealista. Era, o meglio, è un reporter ed era riuscito ad attrarre la sua attenzione con i suoi sogni e le sue idee. Un ragazzo simile a lei, ma mi preoccupava comunque. Il carattere di Alice la rende propensa a fidarsi delle persone, ma non sempre la fiducia va donata con tanta leggerezza. Una persona tanto assente non è adatta a lei che ha bisogno di costanza e sicurezza nella vita." È vero. Arthur per quanto possa essere un bravo ragazzo, non è adatto a lei. "... Sono venuto a Roma perché ero preoccupato per una mia cara amica."
È la verità, ma dalla sua faccia direi che non mi crede... sembra voglia leggermi dentro. Quei suoi occhi cerulei sono davvero penetranti e leggermente inquietanti in questo momento.
"Ora? Ora che hai visto... cosa pensi?" dal suo tono sembra quasi che dalla risposta che darò possa dipenderne la mia stessa vita. Una sola parola sbagliata e sono fottuto. O almeno è questa l'impressione che dà.
Non so come rispondere. Da un lato sono sicuro che sia quello giusto per lei, ma dall'altro... sono comunque molto preoccupato: una persona che detiene il potere sul tuo cuore è qualcuno che può farti molto male. Molto, ma molto male.

Claudio's pov

Lo osservo cercando di capire se sta mentendo, ma non leggo segni di menzogna sul suo viso né ne percepisco nella sua voce. E poi... chi sarebbe lo stupido che ammetterebbe, in mia presenza, di aver desiderato stare con Alice? Ve lo dico io. Nessuno. Anzi, uno sì. Il giovane Malcomess. Al contrario di lui però, Daniele, si è dimostrato piuttosto sveglio. Presta attenzione alle parole, dosa i termini. Non è avventato né impulsivo. Ragiona il ragazzo.
Ma per quanto apprezzi queste sue qualità, non posso che provare fastidio sapendo che aveva provato qualcosa che va oltre all'amicizia nei confronti della mia giovane allieva.
In che modo strano poi, ha parlato di me... come non fossi io, come fosse un altro.
Il reporter poi... pensavo tutti lo considerassero il ragazzo perfetto invece...
"Ora? Ora che hai visto... cosa pensi?" devo saperlo. Voglio saperlo.
Silenzio. Mi guarda, ma non fa trasparire nessuna emozione.
"Ora... ora penso che quel professore, per quanto stronzo sappia essere, ci tenga molto ad Alice. Forse più di quanto sia pronto ad ammettere. Penso che per quanto siano diversi..." pausa di suspence "... in effetti sono proprio gli antipodi..." osserva con una risatina "... insieme formano una bella coppia. Penso però, che forse, non sono pronti per intraprendere una relazione serie: devono trovare un equilibrio."
È interessante quello che ha appena detto e credo abbia ragione. Dobbiamo trovare un equilibrio. Dobbiamo imparare a gestire la nostra vita privata e quella professionale. Resta pur sempre la mia allieva in Istituto.
Purtroppo, o per fortuna, questo momento di riflessione viene interrotto dalla ragazza in questione, riuscita finalmente, dopo ben quaranta minuti, a uscire dalla sua camera pronta per andare al lavoro.
"Allora siete ancora tutti interi!" osserva con una nota di sorpresa nella voce "... pensavo vi sareste scannati dopo pochi minuti..."
"Che fiducia riponi in noi Ali. Sono commosso davvero!" risponde a tono l'amico. "... ma poi scusa eh! Ci hai lasciati soli cosciente del rischio perché speravi ci massacrassimo o cosa?"
"Speravo nella bassissima probabilità che foste abbastanza grandi e maturi da riuscire a conversare civilmente" ammette.
"Ora Sacrofano però, muoviti!" la incito "... o ti lascio a piedi" scusatemi ma non posso proprio fare a meno del mio lato bastardo.
anche se ogni tanto arriviamo assieme non ci saranno problemi, non faranno domande.

L'allieva - Scelte che cambiano la vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora